IL MOVIMENTO INDIGENO IN MESSICO DOPO LA MARCIA ZAPATISTA

Ramon Vera Herrera (1)

L'incontro inizia con alcune domande alle quali Vera risponde in sequenza.

  1. Come si definisce chi è indigeno e chi no?
  2. Qual è il ruolo degli intellettuali nel nuovo governo?
  3. Qual è il grado di conoscenza della riforma indigena nelle comunità?

R1. Il criterio che utilizza il governo è quello definito dall'Istituto nazionale di statistica e geografia e che risulta essere molto ambiguo. Esso utilizza come identificazione la lingua ma questa non definisce in maniera chiara l'identità. Questo rappresenta un problema reale in quanto il governo tende a minimizzare la presenza indigena nel paese. La cifra ufficiale è di 10 milioni in realtà quella effettiva si aggira introno ai 18-20 milioni ma è difficile contarli.

Il problema etnico in Messico e nel mondo nasconde un problema storico. Il criterio dell'etnia è un criterio razzista in quanto non tiene minimamente conto della storia dei popoli indigeni. La questione dell'identità è stata affrontata anche all'interno del Congresso messicano. Il problema fu sollevato da un senatore di destra sotto il pretesto del pericolo della balcanizzazione del paese.Ma il punto è che i popoli indigeni non rivendicano la propria indipendenza dallo stato bensì la propria storia.

R2. Le comunità sanno molto sulla riforma e su quello che attualmente sta passando. Questo soprattutto dopo la marcia, la mobilitazione più importante della storia del paese non solo per la quantità ma anche per il tipo di riflessione che la caratterizzò. Non tutte le comunità, però, sanno bene di che cosa si tratta ma è rilevante il cambiamento intercorso negli ultimi dieci anni in riferimento alla capacità di mobilitazione delle comunità indigene.

R3. Negli ultimi vent'anni l'opposizione intellettuale dimostra uno spostamento verso il governo, soprattutto adesso con il feticcio della transizione democratica. Molti intellettuali che appartenevano alle O.N.G. sono passati in appoggio al governo.

Caso Tabuada

Ramon Tabuada era un importante dirigente indigeno nazionale che è stato assassinato. Era rappresentante della comunità Milpa Alta nel DF molto attiva durante la carovana dell'anno scorso. Questa comunità con molte altre nel DF ha iniziato un progetto di riflessione comune creando una rete che, in maniera coordinata, si batte per affermare i propri diritti. Nel DF esistono 90 organizzazioni che lavorano per l'affermazione dei propri diritti battendosi per la tutela dei propri territori importantissimi per la sopravvivenza del DF stesso. Se queste comunità soccombessero all'espansione della città anche quest'ultima correrebbe dei gravi pericoli in quanto esse rappresentano un importante riserva di aria di acqua.

Tabuada era un pensatore indigeno che aveva lavorato moltissimo durante la marcia ed era stato il promotore dell'attuale lavoro della comunità di Milpa Alta. Questa comunità, che è sempre stata una enclave indigena, fu dichiarata comunità agraria aprendo le porte all'espropriazione delle terre.

Subito dopo questa decisione giuridica Tabuada venne aggredito e ammazzato ad una festa. Non si può affermare con certezza che sia stato assassinato ma vi sono molti indizi che ne provano l'uccisione. Tabuada era un personaggio importante per il CNI e vi lavorava all'interno di una commissione. Lavorò inoltre per presentare alla Corte Suprema domande di controversia costituzionale dopo l'approvazione della legge indigena da parte del Congresso. Questo è uno dei casi che rappresenta la recrudescenza della situazione a livello nazionale dopo l'approvazione della legge.

Obiettivo della marcia

L'obiettivo della marcia non era solo quello di arrivare a Città del Messico ma quello di rendere più visibile questo grande movimento indigeno permettendo ai movimenti presenti in zone depresse e poco visibili del paese di poter emergere all'attenzione della gente. La carovana era come un riflettore per illuminare questo vasto movimento indigeno.

Governo e questione indigena

Un'idea comune del governo e di buona parte dell'opinione pubblica è quella che gli indigeni sono degli ignoranti e si accusa chi vi lavora a fianco di compiere una idealizzazione sterile nei loro confronti. In realtà il progetto indigeno non è quello di ritornare alle comunità idilliache del passato ma si sviluppa sulle comunità del presente attraverso il rispetto della propria storia, cultura e diritti.

Rispettare gli indigeni significa riconoscerli come persone all'interno del paese e riconoscerne la propria autonomia e il loro differente modo di vivere.

L'idea di presentare la legge alla Camera dei Deputati aveva l'obiettivo di creare finalmente le condizioni nelle quali il Congresso potesse davvero, e finalmente, rispondere alle esigenze degli indigeni(2).

La legge è stata approvata in quanto non vi è stata nessuna volontà né da parte del Governo, né da parte del potere legislativo, né da parte del potere giudiziario.

All'interno del documento politico e di quello giuridico degli accordi di San Andrés vi sono delle indicazioni seguendo le quali il governo si comprometterebbe per un agire politico profondamente differente. Gli accordi di San Andrés e la Ley CO.CO.PA sono strumenti che rispondono all'art. 39 del dettato costituzionale messicano il quale afferma che la sovranità è del popolo. Questi due strumenti ridanno un ruolo attivo alla società civile e al popolo messicano per demistificare e distruggere i progetti unilaterali del governo. Strumenti importanti che imporrebbero al governo un agire polito condiviso con la società messicana.

CNI

Il congresso Nazionale Indigeno ha cinque anni e in tutto questo periodo ha mantenuto una postura che gli ha permesso di sopravvivere. Vi sono stati periodi in cui non era molto visibile ma il suo lavoro andava avanti comunque. Esso non è un organizzazione ma un assemblea ed anche per questo il suo modo di lavorare non gli ha dato molta visibilità e legittimità. Non tutte le comunità indigene sono rappresentate nel CNI ma pian piano esso ha raccolto sempre più consenso come soggetto principale attraverso cui poter articolare le rivendicazioni degli indigeni.

Ogni regione del Messico con presenza indigena possiede delle peculiarità di problemi e di esigenze ed il CNI proprio per rispondere in maniera più efficace a queste necessità ha avviato un processo di regionalizzazione e localizzazione della sua struttura. Questo anche per rispondere alla creazione di corridoi regionali di interesse strategico per il governo come quelli previsti dal Piano Puebla Panama, e per poter lavorare per l'affermazione dei propri diritti anche sul piano statale.

L'opinione del CNI è che se non cambiano le istituzioni e il loro modo di lavorare non ha nessuna importanza che al proprio interno abbiano rappresentanze indigene come avviene, ad esempio, nell'Istituto Indigenista.

Il progetto di regionalizzazione del CNI prevede , in ogni regione, una commissione che rappresenti tutte le comunità indigene della regione stessa la quale commissione a sua volta scelga un rappresentante per il CNI a livello nazionale.

Problemi delle comunità indigene

Vi sono molti problemi che affrontano le comunità ne loro territori come ad esempio:

  1. Contaminazione transgenica del mais.
  2. La biopirateria.

Nonostante le grossa pressione che subiscono è importante che le comunità abbiano cominciato ad opporsi a questi piani. E' difficile e costoso provare la presenza di mais transgenico nelle piantagioni ma vi sono zone, come quella del nord dell'Oaxaca, in cui questa presenza e dimostrata inconfutabilmente. Questo rappresenta un pericolo in quanto l'incontro tra mais transgenico e quello nativo potrebbe provocare conseguenze non prevedibili per la specie originaria. Il seme Terminator , quello prodotto dalla Multinazionale americana Monsanto, della cui presenza in Messico non vi è garanzia ufficiale, provoca l'estinzione delle piante originarie della zona.

L'obiettivo del governo attraverso la diffusione di questo tipo di sementa è quello di incidere negativamente sulla capacità di produzione per autoconsumo delle comunità e quindi minare la loro capacità di resistenza e di lotta a questi stessi progetti. Il sistema agricolo di immagazzinamento del mais che permetteva alle comunità di sopravvivere a eventuali annate scarse o addirittura di carestia a causa di questa sementa sterile si sta inficiando e tutto ciò sta portando molte comunità all'impossibilità di sopravvivere ad un raccolto andato male. Il Messico ha importato 4 mila tonnellate di mais transgenico. Il problema non riguarda la parte che viene utilizzata per produrre alimenti ma quella che finisce nei circuiti di vendita di sementi che coprono tutto il territorio messicano.

Tutto questo si lega strettamente alla legge indigena che aveva l'obiettivo di impedire al governo e alle imprese multinazionali di impadronirsi dei territori indigeni.

La biodiversità sta diventando uno degli obiettivi principali delle imprese multinazionali. I Montes Azules è una delle zone in cui vi è presente la maggiore biodiversità del paese. Molti indigeni che vivono in questa zona vengono arrestati ed espulsi con la scusa di appiccare incendi in una zona protetta quando è chiaro che gli incendi sono appiccati dalla polizia per avere il pretesto dell'espulsione.

Azioni del movimento indigeno dopo l'approvazione della legge costituzionale

Quella della sollevazione delle controversie non rappresenta l'unica attività di resistenza del movimento indigeno che sta avviando al livello comunitario un processo si autonomia e di rafforzamento della propria identità. Nel momento in cui si rompe l'identità indigena si aprono le porte per un lavoro semischiavizzato.

Domande

  1. A dieci anni dalla riforma costituzionale che portò all'abrogazione dell'Art.27 della costituzione qual è la situazione degli Ejidos in Messico?
  2. Qual è il ruolo del movimento campesino in questo processo?

R1. Dalla riforma del 1992 molti campesini hanno resistito alla vendita del proprio terreno. Non sono scomparsi gli ejidos ma piuttosto vi sono divisioni interne agli ejidos stessi. Il rischio di perdere la terra e finire nelle maquiladoras è molto presente nella mente degli indigeni e dei campesini.

R2. Il movimento campesino degli anni 60 e 70 è quello che oggi si conosce come movimento indigeno. La maggior parte del movimento campesino negli anni 60 e 70 era composto da indigeni anche se vi era una grossa presenza di meticci. I campesini e gli indigeni condividono una natura di vita e molti gruppi meticci portano avanti forme comunitarie di esistenza. Il problema di nuovo è un problema storico e non etnico. È un problema di identità e non di sangue. Gli indigeni messicani non hanno mai visto il problema come un problema di sangue, a parte alcune espressioni fondamentaliste, ma come un problema di identità e ciò che rivendicano è la propria storia.


(1) Ex assessore dell'E.Z.L.N. durante gli accordi di San Andrés e collaboratore del supplemento mensile della Jornada "Ojarasca".

(2) Per approfondire la questione del ruolo del Congresso nella transizione alla democrazia del Messico attraverso l'approvazione di una legge indigena giusta si veda l'intervento di Miguel Alvarez al Seminario di Marina di Massa del settembre 2001.




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