DIRITTI IMPUNEMENTE VIOLATI

Barbara Zamorra(1)

Il problema della terra

La situazione giuridica della terra ha subito negli ultimi anni notevoli cambiamenti che hanno stravolto, soprattutto con la riforma dell'art. 27 cost., la situazione giuridica di tutela e diritto alla terra, conquista della rivoluzione messicana.

Mentre un tempo le terre godevano di protezione giuridica, oggi sono oggetto di vendita, c'è l'intenzione precisa di porre fine alla proprietà collettiva per dividere in parcelle di proprietà individuale. Ci sono molte forzature affinché le cose cambino in questo senso, spesso vengono offerti aiuti anche economici con programmi ad hoc (vedi programma Procede nelle relazioni dei viaggi nelle comunità).

Al momento la proprietà della terra è collettiva, solo l'usufrutto è individuale, questo fa sì che il singolo non possa vendere la propria parcella coltivata.

Terra e riforma indigena

La riforma approvata lo scorso anno dal parlamento stabilisce che le comunità indigene abbiano l'uso e l'usufrutto ma non la proprietà terriera. E' un innovazione che retrocede riguardo ai diritti degli indigeni sulle terre. Infatti la proprietà comunale è stata riconosciuta ai popoli indigeni da tempo cosicché ogni comunità ha avuto ed ha diritto ad una sua propria parcella di terra.

Con questa riforma, che ha avuto il consenso completo di tutti i senatori e che fa già parte della costituzione, è stato possibile modificare il riconoscimento collettivo delle terre, stravolgendo la proposta della COCOPA, grazie all'annullamento dell'art. 27 della costituzione in epoca priista (1992). L'obiettivo è quello di dividere, dare all'individuo la possibilità di vendere la propria possessione o di continuare a lavorarla.

Altro problema sono i municipi indigeni avendo annullato l riforma la possibilità, ad esempio, di rappresentanza comunitaria degli ejidatari.

La proprietà comunale è riconosciuta agli indigeni in base alla situazione che c'era prima della conquista spagnola, attraverso dei documenti (accreditaciones) che poteva essere di nomina regia che ebbe origine fin dal 1700. Avendo le comunità questo tipo di riconoscimento possono far valere e approvare ai tribunali la proprietà comunale della terra.

La proprietà ejidale invece è figlia della rivoluzione messicana del 1910che riconobbe a contadini e indigeni dopo molti anni la dotazione di diritto di terre collettive. Le terre comunali sono le uniche non espropriabili mentre gli ejidos, dopo la riforma costituzionale del 1992, sono a rischio proprio per la possibilità di vendita delle singole componenti (chiamate parcelle). La legge in realtà è molto ambigua in questo tema e si possono applicare diverse interpretazioni alla possibilità di vendita individuale delle terre ejidali.

Per illustrare la posizione del governo su questo tema basta fare riferimento al suo rifiuto di accogliere la discussione sul diritto alla terra e agli ejidos nel tavolo tre dei negoziati di San Andrés con l'EZLN favorendo una politica di individualizzazione delle terre che si effettua sukl territorio oggi in maniera chiara. In un municipio dello stato di Puebla alcuni impresari stanno comprando, per installazione di industrie, parti di ejidos che vengono venduti dai possessori delle parcelle a bassi prezzi a causa della paura dell'esproprio.

E in questa ottica sta agendo il governo nei confronti degli ejidatari di San Salvador Atenco (l'area che verrebbe comprata agli indigeni per l'ampliamento dell'areoporto internazionale e Città del Messico) con l'obiettivo di dividere i possessori delle diverse parcelle di terra e avere più facilità all'acquisto individuale dei singoli pezzetti.

Imprigionati per reati politici

Nelle carceri sono reclusi molti prigionieri politici che però il governo non riconosce come tali.

Alcuni assistiti di Barbara Zamora vennero incolpati con il pretesto di aver danneggiato nel Queretaro una vettura di rappresentanti politici, in realtà le motivazioni dell'incarcerazione erano altre e di motivazioni politiche poiché aderenti ad uno dei più forti movimenti sociali in Messico. Il governatore del Queretaro si è rifiutato di liberare questi prigionieri e il caso adesso è in mano al tribunale federale.

Nell'Agosto del 2001 cinque persone nel Distretto Federale sono state accusate di un delitto. Accusati di aver messo delle bombe (in realtà furono dei petardi) in un ufficio del BANAMEX (la banca messicana nazionale), sono stati incriminati come terroristi e delinquenti organizzati.

Tre di questi sono fratelli e si chiamano Cerezo e sono adesso assistiti dalla Zamora. In realtà questi 5 studenti non avevano niente a che fare con gli attentati e erano militanti di alcuni movimenti studenteschi. Sono stato poi imprigionati in un carcere di massima sicurezza in cui non sono riconosciuti loro i diritti degli incarcerati: non possono scrivere, leggere né parlare in provato con gli avvocati. Tutti gli incontri sono filmati. Il processo è portato avanti dentro il carcere in maniera segreta (nonostante la costituzione lo vieti). In alcuni casi i giudici danno 24 ore alla difesa per reperire le prove ma non mettono a disposizione telefoni, quando l'accusa ne ha disposizione tre.

Si può fare un solo ricorso fino alla fine del processo per evitare di bloccare il processo mettendo troppo materiale in esame.

Forse uno degli ostacoli più grandi per l'efficacia del lavoro degli avvocati è che gli accusati vengono considerati colpevoli prima che il processo sia terminato.

L'accusa di terrorismo nei loro confronti è giustificata dall'accusa per il fatto che l'EPR in un comunicato ha affermato che il padre dei tre fratelli milita nell'esercito rivoluzionario.

(Per maggiori informazioni sul caso vedere specifico capitolo dell'informe della 3° CCIODH).

Per quanto riguarda la congiuntura internazionale del dopo 11 settembre, il governo sta utilizzando la legge con criteri politici per criminalizzare tutti i movimenti sociali volendo dimostrare agli Stati Uniti che sta lottando contro il terrorismo con incarcerazioni arbitrarie e prive di fondamento.

Tortura nelle carceri

Uno dei tre fratelli è stato tenuto cinque giorni sotto violenze, il caso è stato sottoposto alla corte interamericana. Il risultato maggiore che possa ottenere è la punizione dei torturatori ma non l' invalidazione delle dichiarazione estorte sotto violenza.

Ugualmente pende la responsabilità della tortura nelle vittime del massacro de El Charco in Guerrero: coloro che erano sopravvissuti al massacro furono portati ad Acapulco. Ci sono diversi casi documentati di tortura come quello di Erika Zamora che fu torturata e detenuta per 24 ore e poi processata per una sulla base di una confessione fatta da lei sotto minacce e violenze e condannata ad 8 anni di prigione. Esiste un certificato medico che certificava le lesioni subite, ma lei non è stata in grado di fornire il nome dei responsabili e il documento non è stato ritenuto valido.

In Messico esiste una legge che proibisce la tortura ma quando la si applica la si tiene nascosta, complici sia i giudici che i militari. Il problema riguarda soprattutto i giudici che non danno peso alle dichiarazioni estorte sotto tortura, in alcuni casi c'è ignoranza da parte di questi, in altri c'è l'intenzione di nascondere questa vergognosa prassi.

Problema che si aggiunge alla mancanza di giustizia è il fatto che il procuratore generale della repubblica è un militare quindi la cultura della violenza non può far altro che aumentare facendo egli parte di un esercito campione della violazione dei diritti umani in Messico.

Il caso Digna Ochoa

Barbara Zamora e Digna stavano per cominciare a difendere alcuni casi insieme come quello dei fratelli Cerezo. Digna fu uccisa il venerdì quando il sabato sarebbe dovuta andare insieme a Barbara a parlare con gli accusati. Riguardo ai fatti dell'assassinio ci sono pochi elementi su cui indagare. L' inchiesta è lenta e non fa progressi, lo dimostra il fatto che tutte le linee di investigazione stanno andando avanti e a distanza di quattro mesi non ne è stata esclusa ancora nessuna. La Corte Interamericana di Giustizia ha proposto al governo messicano di inviare un perito specialista per aiutare e il governo ha accettato ma fino ad ora non è stato inviato nessuno.

Anche la Zamora e alcuni suoi colleghi hanno ricevuto minacce di morte dopo l'assassinio di Digna. La corte interamericana ha chiesto protezione per loro ma per ora non è stata presa alcuna misura.


1) Barbara Zamora è avvocato ed è stata assessora dell'EZLN negli accordi di S. Andres




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