IL MESSICO UN ANNO DOPO LA MARCIA

Luis Hernadez Navarro

Panoramica sulla situazione dei diritti e cultura indigena in Chiapas

Vi è l'idea diffusa che il trionfo di Fox e di Salazar siano bastati per far acquisire al governo messicano una immagine democratica che non rende più necessaria la presenza dell'E.Z.L.N. e quindi le ragioni del conflitto in Chiapas.

Invece il silenzio dell'E.Z. "parla forte" di una situazione ancora aperta.

Il 24 febbraio dell'anno passato iniziò la marcia zapatista che portò 24 comandanti dell'E.Z. dalla selva a Città del Messico. Gli obiettivi di questa marcia erano due:

  1. Dialogare con il congresso dell'Unione per cercare di fare approvare la legge della CO.CO.PA.
  2. Dialogare con la società civile messicana.

Il risultato finale fu molto negativo: una riforma costituzionale che è lontana dal riconoscere le domande principali degli indigeni messicani. Il risultato immediato di questa legge fu il silenzio dell'E.Z. (l'ultimo comunicato pubblicato è del 1 maggio del 2001). Subito dopo si avviò un dibattito nazionale sulla validità e legittimità di questa riforma.

I popoli indigeni risposero in due maniere:

1. Sul terreno legale vennero presentate alla Corte Suprema moltissime domande di controversia costituzionale. È la prima volta nella storia del Messico che una legge viene impugnata di fronte alla Corte Suprema. Le domande di controversia possono essere presentate soltanto dal Congresso o dai municipi dei vari stati. Al momento la Corte Suprema non è intervenuta su questa domanda. Sono state sollevate due tipi di controversie:

Alla fine di marzo sembra che la Corte Suprema interverrà sul tema. La prima linea di azione del Congresso era quella di sviluppare le leggi applicative dopo la risposta della Corte ma invece l'altra settimana (inizio febbraio n.b.) ha cominciato a legiferare.

2. Si è avuta una intensa mobilitazione di resistenza nelle varie regioni del paese che non è apparsa nella maggioranza della stampa nazionale. Sembra che il movimento indigeno in Messico sia come un formicaio confuso ma che comunque mantiene un'attività molto intensa. Questo sviluppo dei movimenti indigeni appare non chiaro alla società civile messicana.

Questo lunedì (18 febbraio n.b.) una parte di parlamentari della camera dei deputati rappresentanti di un vasto schieramento politico che comprende il PRI, il PRD, il PVEM, il PT, presenterà la legge di riforma costituzionale elaborata dalla CO.CO.PA. dopo il rifiuto del governo di mantenere fede agli accordi di S.Andrés firmati nel febbraio del 1996. E' un atto meramente politico e propagandistico ma che dimostra la divisione interna al Congresso rispetto a questa legge approvata.

Delle tre condizioni poste dall'E.Z.L.N. al governo per poter riavviare il dialogo di pace ( approvazione della Ley CO.CO.PA, ritiro di sette postazioni militari e liberazione di tutti i prigionieri politici zapatisti) nessuna di fatto è stata accettata. La legge approvata è sotto gli occhi di tutti. Le postazioni militari dopo una grossa pressione sono state smantellate ma in quei terreni sono state avviate attività agricole dipendenti dal governo. Solo a Guadalupe Tepeyac gli indigeni sono potuti rientrare. Rimangono252 postazioni militari. L'esercito non si comporta in tutte le regioni alla stessa maniera in quanto in alcune zone la violenza è aumentata mentre in altre è diminuita. La situazione , quindi, risulta differenziata per quanto riguarda la presenza dell'esercito.

I prigionieri politici sono stati liberati quasi tutti ma alcuni rimangono in carcere e altri sono stati sequestrati, torturati e incarcerati dai gruppi paramilitari.

Che cosa succede in Chiapas?

Nel 2000 in Messico cambia, dopo oltre settant'anni , il partito al Governo e appena un mese e mezzo più tardi lo stesso avviene per lo stato del Chiapas. Il nuovo governatore eletto Pablo Salazar fu senatore del PRI all'interno della CO.CO.PA Però nelle elezioni dei legislatori del Congresso statale e nelle elezioni municipali il PRI ha ottenuto maggiori risultati. La conseguenza è che il nuovo governatore incontro grosse difficoltà all'interno del Congresso ( il PRI mantiene la maggioranza) e del potere giudiziario dello stato.

Nel Chiapas permane una situazione di crisi che continua a cambiare nel tempo. Vi sono alcuni fattori preoccupanti:

Vi sono anche alcuni cambiamenti positivi come ad esempio la partecipazione a questa ampia coalizione che vinse le elezioni in Chiapas di forze democratiche ma permangono ancora molti problemi. Il processo di riconciliazione segue essendo unilaterale e viene utilizzato dal governo per dimostrare che la situazione in Chiapas sta migliorando. Un caso sintomatico di questa conduzione unilaterale fu il fatto che i desplazados di Las Abejas, dopo la strage, furono fatti rientrare senza garanzie per la loro incolumità.

Alcune organizzazioni campesine legate al PRD, come ad esempio l'ORCAO, che avevano partecipato al vasto fronte di opposizione che nel 1994 occupò insieme agli zapatisti le terre stanno premendo per regolarizzare le loro terre, dietro l'offerta del governo, per permetterne una parcellizzazione individuale. Questo ha portato a un forte conflitto con le comunità zapatiste nel municipio di Ocosingo.

I paramilitari rimangono attivi e in alcune zone hanno abbandonato le file del PRI per entrare nei vari gruppi locali del PRD. Questo non significa che tutto il PRD ha scelto questo tipo di politica in quanto queste adesioni avvengo in espressioni locali o la massimo regionali del PRD. Aumentano le proposte appoggio del governo con l'obiettivo di dividere le comunità e di attirare consenso dalla sua parte.

Il governo ha affermato che gli zapatisti rifiutano gli aiuti che vorrebbero concederli. La caratteristica di questi tipi di aiuti, nella logica della controinsurgencia, è quella di avere l'obiettivo di minare l'appoggio delle comunità all'E.Z.L.N. e non risolvono i problemi di fondo del conflitto in Chiapas.

All'interno del Governo hanno cominciato ad affermarsi posizioni come quella capeggiata dal consigliere Jorge Castañera (Ministro degli Esteri). Non c'è peggior nemico dello zapatismo all'interno del governo messicano di Jorge Castañera. Sembra ironia, perché Jorge Castañera proviene dalla sinistra, è autore di un libro molto famoso sulle guerriglie in America Latina che si chiama "L'utopia disarmata". Con questo libro voleva diventare una sorta di ayatollah della sinistra Latinoamericana rinnovata e il sollevamento zapatista fece crollare il libro, le sue vendite e la pretesa di essere ayatollah. Gli zapatisti hanno anche osato non chiedergli di fare un lavoro internazionale a loro favore e lo hanno trattato con disprezzo, in modo tale che dal 1995, quando ancora non era nel governo, egli ha cominciato a costruire un discorso deliberatamente antizapatista. La sua tesi centrale è che lo zapatismo è una forza militarmente insignificante e che non si può negoziare con loro quello che non hanno ottenuto attraverso l'uso delle armi. Per portare avanti questa politica, si appoggia sul suo segretario Gustavo Ruegas, un bieco negoziatore governativo a San Andrés, sul responsabile della politica di sicurezza interna del Messico, anche lui uomo che viene dalla sinistra e sull'ambasciatore del Messico presso l'Unione Europea, Porfirio Muños Ledo, anche lui proveniente dalla sinistra. Una parte del suo lavoro è stato un lavoro diplomatico per cercare di limitare l'influenza dello zapatismo nei circuiti del Parlamento Europeo.

Questa visione non è monolitica all'interno del governo, al contrario vi sono forti divisioni e conflitti.

Il lavoro di questa commissione sarà più difficile di quello delle due precedenti. La commissione del 1998 e quella del 1999 avevano una carta in più da giocare che era quella dell'impresentabilità del governo di allora. Adesso invece vi è un governo che ha parole spinge per dimostrare un forte impegno nel campo dei diritti umani e l'obiettivo di questa commissione dovrà essere quello di dimostrare quante di queste dichiarazioni sono solo parole e quanto invece si traduce in fatti concreti.


1) Ex assessore dell'E.Z. durante i dialoghi di San Andrés e giornalista del quotidiano "La Jornada".

2) Navarro indica una serie di iniziative di popoli indigeni del Messico che hanno avviato un processo di autonomia di fatto ma illegale naturalmente. Per informazioni più dettagliate rimandiamo alla relazione dell'incontro con Barcenas in questa relazione.




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