da LA JORNADA del 31 gennaio 2002

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI PREOCCUPATE PER I CASI DI ARRESTI ARBITRARI E DI TORTURA IN CHIAPAS

HERMANN BELLINGHAUSEN - inviato

San Cristóbal de Las Casas, 30 gennaio - Il segretario internazionale dell'Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT) ha espresso la sua preoccupazione per i casi di arresti arbitrari di Manuel Cruz Méndez, Mariano Cruz Hernández e dei fratelli Antonio, Andrés e Miguel Angel Gómez Luna nella selva nord del Chiapas. Sono stati torturati dai loro carcerieri (civili priisti di diverse comunità) e sembra dalla polizia di Palenque.

Il Pubblico Ministero di Palenque ha ostacolato il lavoro dei difensori e si è mostrato complice delle persone che hanno maltrattato gli arrestati che sono poi stati trasferiti a Tuxtla Gutierrez in violazione dei loro diritti umani e processuali.

A sua volta, Amnesty International ha richiesto "un'azione urgente" per difendere i diritti degli indigeni detenuti e per proteggere Francisco Cruz Pérez, membro della Rete degli Avvocati Comunitari per i Diritti Umani, il quale è stato minacciato dai paramilitari di San Jeronimo Tulija per essersi occupato della difesa degli arrestati.

Le azioni fuorilegge realizzate sia dai paramilitari che dalle autorità giudiziali del municipio di Palenque, governato dal PRI, sembrano aver l'intenzione di generare un clima di destabilizzazione nella zona nord dello stato. Oltre alle minacce ed all'ostentazione delle armi a Roberto Barrios (ma anche a Palenque) da parte di membri di Paz y Justicia, presunti paramilitari priisti hanno perpetrato violenze a nord di Ocosingo, catturato e torturato diversi indigeni accusati (senza alcuna prova) di aver assaltato una vettura che trasportava denaro del programma Progresa, a Salto de Agua il 15 gennaio scorso.

Tutto indica che l'opposizione priista sta mettendo trappole, con successo, sul cammino del governo di Pablo Salazar Mendiguchía per adombrare i modesti progressi della riconciliazione raggiunti a Tila ed in altri municipi del Chiapas.

Nel caso MEX250102, il segretario internazionale della OMCT "condivide le preoccupazioni delle organizzazioni dei diritti umani per la sicurezza e l'integrità fisica e psicologica delle persone arrestate, in particolare per le denunce di presunti maltrattamenti e torture inflitte a Miguel Angel Gómez, e per le persecuzioni di cui è stato vittima l'avvocato che ha assunto la difesa degli arrestati".

La OMCT, che ha un ruolo consultivo presso l'ONU, la OIT e la Commissione Africana per i Diritti Umani dei Popoli, coordina la rete SOS-Tortura, composta da oltre 240 organizzazioni in tutto il mondo che si oppongono ai maltrattamenti ed alle sparizioni forzate.

La OMCT si appella per garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in conformità con le leggi nazionali e con le norme internazionali sui diritti umani, in particolare la Convenzione contro la Tortura, ratificata dal Messico.

Nello stesso senso si è espressa Amnesty International, precisando che "i detenuti arrestati siano condotti davanti ad un giudice per essere riconosciuti colpevoli di un crimine, altrimenti che vengano subito rimessi in libertà".

Amnesty Internationa aggiunge che nel caso i detenuti fossero riconosciuti colpevoli, "vengano condotti in un centro di detenzione riconosciuto e con accesso ad un'assistenza medica adeguata". Inoltre, Amnesty International invita a proteggere l'integrità fisica dell'avvocato comunitario Francisco Pérez Cruz.

L'organizzazione denuncia che l'uso della tortura in Messico è molto diffuso. Normalmente questa avviene prima dell'arresto formale dei fermati, quando questi sono sotto la giurisdizione della Polizia Giudiziaria o del pubblico ministero. Nell'ultimo anno sono stati riconosciuti vari casi di tortura in Chiapas da parte delle autorità.

Secondo l'organizzazione, "i difensori dei diritti umani contribuiscono in maniera fondamentale al rafforzamento dello stato di diritto e della società civile e delle istituzioni incaricate di proteggere le garanzie fondamentali. Eppure, in Messico, coloro che lottano per difendere i diritti di altre persone, sono i primi ad essere attaccati e a veder violati i propri diritti e a veder messa in pericolo la propria vita".

L'impunità di cui godono i gruppi civili armati ed altre persone responsabili della violazione dei diritti umani in Chiapas, "dà loro il via libera a continuare le loro azioni ed aumentare il terrore e la tensione all'interno delle comunità locali".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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