La Jornada - 28 agosto 2002

ESECUZIONE DI UNO ZAPATISTA NEL MUNICIPIO AUTONOMO OLGA ISABEL

Hermann Bellinghausen - Inviato

San Cristóbal de Las Casas, 27 agosto - Un altro indigeno zapatista, appartenente questa volta al municipio autonomo Olga Isabel, è stato assassinato da un noto gruppo paramilitare. La vittima aveva già ricevuto minacce di morte da parte di priisti armati membri della banda de Los Aguilares, comandata dall'ex militare Sebastián Aguilar.

Le autorità autonome di Olga Isabel hanno denunciato oggi la morte di Antonio Mejía avvenuta nei dintorni della comunità K´an Akil, per mano dei Los Aguilares, che operano impunemente nella regione (all'interno del municipio costituzionale di Chilón) dal 1994.

Sebbene i fatti siano avvenuti domenica 25 agosto, solo oggi gli indigeni hanno potuto rendere pubblica la denuncia. "Non siamo riusciti a recuperare il corpo del compagno perché i paramilitari ci hanno detto che se fossimo andati a prenderlo ci avrebbero sparato. Tentano di provocare una nostra reazione perché hanno detto che è questo che loro vogliono che noi facciamo".

Questa è la quarta uccisione di un membro delle basi d'appoggio dell'EZLN in pochi giorni, in una situazione che ogni giorno si rivela essere come un'azione concertata di diversi gruppi paramilitari che operano nella selva e nella zona nord per perseguitare e provocare le comunità in resistenza.

I recenti movimenti dell'Esercito verso l'interno delle vallate e nel nord, lungi dal bloccare la violenza paramilitare, pare averla stimolata.

L'aggravamento della violenza nel fine settimana, a nord di Ocosingo e di Chilón, coincide con lo straordinario spiegamento di truppe avvenuto tra domenica e lunedì.

Con grande enfasi, sull'ufficialista Diario de Chiapas, l'ex presidente municipale panista di Tuxtla Gutiérrez Francisco Rojas, reclamava oggi l'intervento dell'Esercito contro gli zapatisti.

Sotto il titolo "Stop al disordine dell'EZLN", il delegato statale del PAN, Francisco Rojas Toledo, ha chiesto al governo federale "di porre fine alle azioni dell'EZLN nella sua zona d'influenza" e si è dichiarato per "il ritorno dell'Esercito in alcune zone strategiche di questa regione al fine di mettere ordine" (Ricordiamo che Francisco Rojas è figlio del deputato panista Valdemar Rojas, che il 13 agosto scorso si è fatto scherno in inglese di un deputato indigeno che parlava in lingua tzotzil dalla tribuna del Parlamento chiapaneco).

Mentre la destra razzista sta tessendo un'escalation repressiva, le autorità di Olga Isabel descrivono così gli autori della nuova provocazione: "Los Aguilares sono temuti da molta gente. Sono guidata dal signor Sebastián Aguilar, una volta membro dell'Esercito ed hanno parenti tutti soldati. I paramilitari ricevono armi da loro".

Raccontano che qualche giorno prima dell'omicidio di Antonio Mejía, i priisti hanno sequestrato un membro del municipio autonomo, "lo hanno interrogato ed obbligato a pagare una certa somma di denaro. Lo hanno rilasciato solo a patto che non avesse più fatto parte del nostro municipio autonomo. Gli chiesero di Antonio Mejía e dissero che lo avrebbero fatto sparire".

"Quando Antonio è stato ucciso si trovava con sua moglie. Lei è scappata in mezzo agli spari. Il compagno è caduto a 300 metri dal suo villaggio K´an Akil, vicino al luogo chiamato Reforma K´an Akil, dove vivono i paramilitari".

Il consiglio autonomo aggiunge che nella notte del 26 agosto sono stati uditi colpi di arma da fuoco nelle vicinanze delle comunità in resistenza.

"Dicono che ci uccideranno uno per uno". Ancora una volta è chiara l'intenzione concertata di creare paura, destabilizzazione e incertezza da parte dei paramilitari. Per fare questo possono avvalersi di un terreno fertile di voci minacciose e mobilitazioni militari di grande portata.

"La nostra preoccupazione è grande perché i paramilitari non ci permettono di recuperare il corpo del compagno", dichiarano i rappresentanti autonomi.

"Inoltre, hanno detto che se non abbandoniamo il municipio autonomo, ci sequestreranno e ci obbligheranno a versare molto denaro. Sappiamo che questa gente è pagata per fare tutto questo ed ha cominciato con gli omicidi. Abbiamo già denunciato questo gruppo paramilitare perché ci ha già perseguitato, minacciato ed ora è arrivato a sparare e cerca di provocare la nostra reazione".

Le autorità autonome di Olga Isabel dichiarano: "Riteniamo responsabile dell'omicidio del nostro compagno Antonio Mejía questo gruppo paramilitare ma anche i governi federale e statale. Avevamo già denunciato in passate occasioni le vessazioni dei paramilitari e loro sanno bene dell'esistenza di questo gruppo e delle sue azioni".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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