San Cristóbal de Las Casas - Chiapas - Messico

27 luglio 2002

Alla stampa nazionale ed internazionale

Alle organizzazioni per i diritti umani nazionali ed internazionali

Alla società civile nazionale ed internazionale

Ai popoli del Messico e del mondo

In un contesto nazionale e statale caratterizzato dall'ingiustizia, dalla mancanza di democrazia, dalla violazione dei diritti umani e dalle imposizioni dettate dalla cupola di potere, denunciamo che il presunto e annunciato cambiamento NON c'è stato ed è ben lontano dal realizzarsi, mentre persistono le stesse vecchie pratiche del regime priista.

Il modello economico neoliberista introdotto nel 1982, minaccia seriamente la sovranità nazionale ed il benessere del nostro popolo.

Contro questo modello, in Messico si moltiplicano forme di resistenza e rifiuto che, secondo il signor Aguilar Zinser, danno vita ad almeno 3.000 focolai rossi: come a San Salvador Atenco dove si pretende di costruire un nuovo aeroporto, o nella regione sud-sudest del paese, scenario dei megaprogetti del Piano Puebla Panama.

In questo contesto si inseriscono le gravi denunce ricevute dai membri dei Coordinamenti Regionali del Chiapas della Società Civile in Resistenza, insieme ad altre organizzazioni di solidarietà, che stiamo diffondendo all'opinione pubblica nel Presidio che abbiamo realizzato da ieri fino alla mattina del 29 davanti alla cattedrale di questa città.

Ad un anno dal violento operativo in cui la polizia statale ha violato i diritti umani della comunità indigena di San José, nel municipio di Marques de Comillas, ricordiamo l'impunità, l'inadempimento e l'assenza di giustizia del governo capeggiato da Pablo Salazar Mendiguchía.

Non dimentichiamo le 80 case semidistrutte e saccheggiate, spacci cooperativi saccheggiati, donne e vecchi picchiati, 36 compagni del Coordinamento Regionale Marqués de Comillas della Società Civile in Resistenza e 6 basi d'appoggio dell'EZLN, torturati ed arrestati senza accuse.

Assistiamo con indignazione alla copertura offerta dal signor Pablo Salazar mentre i poliziotti aggressori, i loro comandanti e le autorità della Procura di Giustizia dello Stato, continuano ad essere liberi e ad agire impunemente. La gravità di tutto questo è evidente negli ultimi operativi di polizia caratterizzati da estrema violenza. Senza dimenticare il sequestro, la tortura e la detenzione ingiustificati di tre autorità della comunità indigena Arroyo Delicias, appartenente al Coordinamento Regionale, avvenuti nel mese di ottobre dell'anno scorso da parte di poliziotti giudiziari dello Stato.

L'ostilità e la prepotenza dei corpi repressivi, si è manifestata di nuovo lo scorso 17 aprile contro membri dell'Organizzazione 24 de Noviembre del Municipio di Tapachula, a Puerto Madero, quando 800 elementi delle corporazioni statali e federali, hanno travolto violentemente la popolazione, provocando danni materiali, con il ricovero in ospedale di un bambino di 5 anni, l'aborto di una donna incinta e la detenzione arbitraria di 17 compagni, 4 dei quali sono tuttora ingiustamente detenuti.

A tutto questo si aggiunge la negligenza e la mancanza di volontà politica del governo statale per risolvere i numerosi conflitti agrari o dare una definizione di proprietà per le terre presenti in tutto il Chiapas. In questo senso, denunciamo l'atteggiamento negativo delle autorità statali riguardo alla regolarizzazione sollecitata fin dal 1987 dagli abitanti delle comunità indigene di Absalón Castellanos e 13 de Septiembre, appartenenti al Coordinamento Regionale Marqués de Comillas della Società Civile in Resistenza.

Persiste la mancanza di sensibilità da parte della Commissione Federale Elettrica e del governo di Vicente Fox, nel comprendere la rivendicazione del popolo chiapaneco, espressa in forma civile e pacifica, per tariffe che siano adeguate alla realtà economica dello Stato. L'insensibilità di fronte alla grave crisi dei prezzi dei prodotti agricoli. La Commissione Federale Elettrica pretende tariffe bimestrali che superano le entrate di una famiglia, violando così i diritti economici della gente, pur essendo il Chiapas il primo produttore nazionale di energia elettrica. Ogni giorno la Commissione Federale Elettrica taglia la corrente a molte famiglie e in alcuni casi, come nella Zona Nord, arriva accompagnata dai paramilitari.

Ci dichiariamo assolutamente contrari allo sgombero delle comunità indigene residenti nella regione dei Montes Azules nella Selva Lacandona.

Quanto sopra è la dimostrazione della ingovernabilità persistente in Chiapas e della mancanza di volontà e sensibilità politica dei governi federale e statale.

Rileviamo la contraddizione tra i fatti e le parole retoriche di Pablo Salazar che nel suo Piano di Sviluppo 2001-2006 (pag. 144) riporta: "Costruire una cultura di riconciliazione e pace, fondata sulla giustizia ed il rispetto dei diritti umani e delle garanzie individuali". Non solo non vediamo questa "riconciliazione", ma proliferano gravi conflitti indotti proprio dal suo governo. E, una "... pace fondata sulla giustizia...", ci ricorda che i gruppi paramilitari continuano a godere dell'impunità ufficiale emanata da oscuri accordi. In ultimo, "...rispetto dei diritti umani...". Esiste una chiara contraddizione con le testimonianze dirette della gente che si trova in questi giorni al presidio.

ADEMPIMENTO TOTALE DEI TRE SEGNALI MINIMI CHIESTI DALL'EZLN

PER LA RIPRESA DEL DIALOGO DI PACE!

LIBERAZIONE IMMEDIATA DI TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI NEL PAESE!

RISPETTO PER LA LOTTA DI RESISTENZA CIVILE DEL POPOLO CHIAPANECO!

RIFIUTO TOTALE DEL PIANO PUEBLA PANAMA!


Centro deI Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, Parejo S'cotol, Jolom Mayaetik, K'inal Antzetik, Colectivo Las Filmadoras, Comunidad Indígena San Felipe Ecatepec-CNPI, Colonia 5 de Marzo de SCLC, Comité Ciudadano de Defensa Popular de SCLC (COCIDEP), Pueblo en Resistencia de Nicolás Ruiz, Organización 24 de Noviembre de Tapachula, Coalición de Resistencia Civil de la Selva Norte, Coordinadoras Regionales de Chiapas de la Sociedad Civil en Resistencia de: Marqués de Comillas, Los Altos, Norte-Selva, Fronteriza, Costa, Centro y Frontera Tacaná


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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