CIEPAC - CHIAPAS AL DIA No. 294

Chiapas, Messico, 25 giugno 2002

LE PIANTAGIONI DI EUCALIPTO IN CHIAPAS

Più l'industria della carta e quella farmaceutica sono cresciute a livello mondiale, più le grandi compagnie sono andate espandendosi in diverse parti del mondo con la semina di varie piantagioni per soddisfare le proprie necessità e in questo contesto assumono molta importanza le piantagioni e le produzioni di eucalipto e di conifere. Sono stati vari gli argomenti utilizzati dalle compagnie per inserirsi nella vita delle comunità indigene e rurali. I più comuni sono la promessa della creazione di posti di lavoro che faranno uscire dalla povertà i contadini, il sostegno allo sviluppo della regione, l'implementazione di progetti di riforestazione, ecc. Queste monocolture diventano sempre più importanti con l'aumento della produzione dell'industria della carta.

Per realizzare la prima parte di questo bollettino e comprendere meglio il fenomeno della monocoltura e del suo impatto sulle comunità, mi sono riferito allo studio dal titolo La Carta del Sud, scritto da Ricardo Carrere e Larry Lohhman ed edito dalla Rete Messicana di Azione Contro il Libero Commercio (RMALC), l'Istituto del Terzo Mondo e Servizi Informativi (SIPRO), DF, novembre 1997.

In questo studio si mettono a confronto un bosco tropicale ed una piantagione.

I boschi tropicali sono sistemi complessi che si autorigenerano e comprendono suolo, acqua, microclima, energia ed un'ampia varietà di piante e animali in mutuo rapporto.

Una piantagione commerciale è un'area coltivata le cui particolarità e struttura sono state drammaticamente semplificate per produrre qualche prodotto, legname, resina, olio, frutta, ecc.

A differenza dei boschi, in una piantagione gli alberi tendono ad appartenere ad una ridotta varietà di specie e di età, il che richiede un costante e profondo intervento dell'uomo.

In questo senso la produzione di eucalipto assume grande importanza a livello internazionale.

Esistono diverse specie di eucalipti: la varietà grandis, camaldulensis, globulus, saligna, tereticornis, robusta, citriodora, urophylla, deglupta ed altre. L'eucalipto è di origine australiana e si era cominciato ad utilizzarlo come pianta da riforestazione dei boschi senza alcuna finalità commerciale. Sebbene questo tipo di piantagione si sia utilizzato in Asia, Africa ed America Latina del XIX° secolo, le piantagioni e le produzioni orientate all'industrializzazione e commercializzazione, diventano un fenomeno nel XX° secolo.

Le specie di eucalipto più coltivate sono quelle a crescita rapida, adatte alla lavorazione della polpa e della carta e per prodotti di bassa qualità. Nel mondo esistono altre varietà di alberi destinati all'industrializzazione come pini, cipressi, ecc., ma il 70% delle piantagioni a scopi industriali è di eucalipti. Si coltivano in Argentina, Chile, Uruguay, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda, sudest degli Stati Uniti, Spagna e Portogallo.

Dalle informazioni in possesso di CIEPAC, la coltivazione è iniziata in Messico alla fine degli anni '80 negli stati di Oaxaca, Tabasco e Chiapas.

Riguardo alla superficie coltivata a eucalipti nel mondo non esistono dati certi: per esempio, la Banca Mondiale afferma che esistono 37,5 milioni di ettari di queste piantagioni. Michael D. Bazzet, sostiene che insieme ad altre piantagioni di conifere, ne esistono 99,3 milioni di ettari. Altre fonti dichiarano che solo di piantagioni di eucalipti ne esistono circa 10 milioni di ettari nel mondo.

Sono molte le conseguenze della produzione di eucalipti sull'ambiente e sulla popolazione. Mentre questa piantagione è diventata simbolo delle grandi monocolture che si sono estese in diverse parti del mondo, è aumentata di pari passo la preoccupazione di molti ambientalisti. Da un lato, perché piantarlo significa distruggere boschi tropicali e piantarlo con il pretesto della riforestazione, con un uso eccessivo di sostanze tossiche, significa la scomparsa della biodiversità, ecc. Relativamente al ciclo idrologico, la piantagione di eucalipto ha un impatto negativo perché erode il terreno a causa del mentolato e della canfora che produce e, dopo 10 anni, la terra diventa sterile ed inservibile giacché una parte dell'acqua piovana viene intercettata dalla vegetazione, poi evapora o filtra nel terreno, ma se il terreno diventa sterile, i boschi spariscono e con loro le piogge, e come conseguenza, si produce un cambiamento climatico.

Qualsiasi piantagione industriale influisce sull'ecosistema, le specie locali e la varietà genetica.

Queste piantagioni sostituiscono coltivazioni tradizionali regionali, praterie, boschi e qualsiasi altro ecosistema esistente perché richiedono grandi estensioni di terra per la loro coltivazione. Le specie locali spariscono a causa dell'uso di sostanze chimiche per l'agricoltura, della pulizia meccanica e del cambiamento climatico. Una volta cresciuti gli alberi, questi impediscono lo sviluppo della maggior parte delle specie vegetali e la vita degli animali tropicali per effetto dell'ombreggiatura, dell'accumulo di fogliame e rami che cadono al suolo, perché si inserisce la competizione per l'acqua e le sostanze nutritive e perché, a causa di questi cambiamenti, compaiono altre specie animali e vegetali, risultato dell'uso di erbicidi e sostanze chimiche.

L'impatto negativo e lo squilibrio nell'ecosistema, molte volte non vengono percepiti dagli abitanti delle zone, perché non sono specialisti delle diverse forme di vita animale e vegetale esistenti.

La popolazione della zona ne viene colpita perché la produzione regionale si perde, diventa dipendente dalle grandi compagnie industriali che affitterà la terra a basso costo e la lavorerà con mano d'opera a basso costo. Nella maggior parte dei casi, la popolazione non conosce l'impatto negativo sull'ambiente, sulla flora, la fauna, l'acqua, la biodiversità, ecc. La popolazione locale non si rende conto di cosa significa la sostituzione delle coltivazioni in base agli interessi delle grandi compagnie della carta e farmaceutiche che fanno parte del grande monopolio internazionale.

Esistono tre modi di raccogliere l'eucalipto: uno è rimuovere l'albero intero, un altro è rimuovere il tronco con la corteccia ed un altro è rimuovere il tronco senza corteccia. Quando si rimuove solo il tronco, si estrae la metà del fosforo contenuto negli alberi e la quarta parte di potassio e, in minore quantità, magnesio, azoto e calcio. Quando si rimuove il tronco con la corteccia, l'estrazione di fosforo è del 58%, di magnesio è del 44%, potassio del 39%, calcio 35% ed azoto 20%. Risulta quindi ovvio che il modo peggiore è rimuovere l'albero intero.

Anche il processo di industrializzazione contamina l'ambiente a causa di residui e liquami, delle sostanze chimiche che vengono utilizzate quali l'ossido di zolfo, solfato, sali di alluminio, ecc., che sono altamente tossici e dannosi per la salute dei lavoratori; inoltre, rilasciano cattivi odori che arrivano fino a diversi chilometri di distanza.

Nella maggior parte dei casi, queste piantagioni sono finanziate dalla Banca Mondiale, dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Interamericana di Sviluppo, da multinazionali.

Tra le multinazionali che si dedicano alla piantagione e industrializzazione dell'eucalipto, vi sono: Internacional Paper Company degli Stati Uniti, Pulsar di Monterrey, Messico, di proprietà di Alfonso Romo, che ha esteso i suoi investimenti in altri paesi del Centro e Sudamerica; Pan African Paper Mills, ed altre.

EUCALIPTO E PIANO PUEBLA PANAMA (PPP)

In Messico la coltivazione industriale di eucalipto è iniziata negli anni '80.

Attualmente si coltiva e produce in Oaxaca, Tabasco e Chiapas.

La International Paper Company investe nella zona dell'Istmo, la Pulsar in Tabasco e Chiapas.

In Oaxaca, con il megaprogetto dell'Istmo, si rafforzeranno le industrie della carta che sono fra quelle che spingono per il Piano Puebla Panama (PPP) con la realizzazione del Canale Asciutto, strade e ferrovie che collegheranno il Porto di Veracruz al Porto di Salina Cruz in Oaxaca.

In Chiapas e Oaxaca, è il Gruppo Pulsar, di proprietà di Alfonso Romo, presente con i suoi investimenti in piantagioni di eucalipto e che estende i suoi tentacoli con piantagioni industriali in Centro e Sudamerica. È da notare che Romo è uno degli industriali favoriti di Vicente Fox e che sarà il più beneficiato dal Piano Puebla Panama.

In Chiapas, durante il governo di Patrocinio González Garrido, sono state gettate le basi per le piantagioni industriali di eucalipto e nella logica di guerra durante gli anni dal 1995 al 1997, i paramilitari di Paz y Justicia e di Solidaridad Campesina Magisterial (SOCAMA), furono i più beneficiati perché si impegnarono a provocare gli sgomberi delle basi d'appoggio dell'EZLN e a ripulire da resistenza e dignità il territorio, affinché il progetto della Valle del Tulijá non incontrasse problemi sul suo percorso. Questo è molto simile a quello che stanno facendo i paramilitari di Autodefensa Unidas de Colombia (AUC) che, con finanziamenti della Coca Cola e delle industrie bananiere, hanno ripulito dalla presenza indigena e dalla guerriglia la zona in cui si costruisce il Canale Asciutto Interoceanico.

Il progetto della Pulsar è stato quello di seminare 300 mila ettari nel sudest del Messico, solo in Chiapas, con il Progetto della Valle del Tulijá, voleva seminare circa 70 mila ettari a nord del Chiapas all'interno dei municipi costituzionali di Palenque, Playas de Catazajá, Salto de Agua, Chilón, Tila, parte di Ocosingo e Marqués de Comillas. Inoltre, sulla frontiera esistono già piantagioni nelle zone dei municipi di La Trinitaria, Comitán, Las Margaritas e La Independencia.

La Pulsar possiede molti centri operativi: per esempio, nel sudest quando iniziò il conflitto armato nel gennaio del 1994, decise di abbandonare i suoi uffici centrali nel municipio di Emiliano Zapata in Tabasco, installando i suoi principali vivai di sementi e distribuzione a Loma Linda che, con il pretesto della riforestazione, si fanno chiamare di Sviluppo Forestale, e con questi ha invaso il nord del Chiapas e parte del Tabasco. In Chiapas, in comunità come Bajadas Grandes, La Esperanza I e II nel municipio di Palenque, i contadini hanno affittato le loro terre e sono impiegati come lavoratori giornalieri sulle proprie terre. La Pulsar viene favorita nella zona attraverso la costruzione della strada Frontiera del Sud, inserita nel PPP, considerata strategica ed importante perché va da Comitán-Cd. Cuauhtémoc fino a Playas de Catazajá, passando per Ixcán, Marqués de Comillas, Palenque e Playas de Catazajá dove la Pulsar ha il suo centro di potere.

All'eucalipto si aggiunge la produzione di Bambú Gandhúa nella zona di Marqués de Comillas che, insieme alla Selva del Petén Guatemalteco, raggiunge oltre 300 mila ettari. Nella regione dei Laghi di Montebello, la Pulsar possiede i suoi principali vivai, noti come SEMINIS, dove produce sementi di pomodori, avocado, chile, papaya, pimento, tabacco, bambù, eucalipto, ecc. che, ejido per ejido, hanno invaso la zona. I grandi campi che prima erano coltivati a mais e fagioli, oggi sono seminati di eucalipti e si cominciano a vedere grandi vivai.

Un altro importante centro della Pulsar è situato tra i municipi di Ciudad Hidalgo e Metapa de Domínguez, sulla costa del Chiapas. Qui si coltivano semi di arachide da foraggio, agrumi (la Pulsar considera gli agrumi una questione di sicurezza nazionale nel futuro), mango di tutti i tipi, eucalipti, bambù, mais, tabacco, guanabana, ecc. In questa zona, per conquistare la fiducia delle comunità, ha installato un piccolo presidio sanitario, insieme ai vivai, in cui si offre assistenza medica agli abitanti della comunità ed ai lavoratori, ha installato campi sportivi ed un piccolo servizio di trasporto per i lavoratori. I lavoratori, che in maggioranza sono immigrati centroamericani, sono in possesso di permessi di soggiorno di 3 mesi ottenuti tramite l'impresa stessa e possono contare su una dieta alimentare conforme allo stato nutrizionale in cui versavano al momento del loro ingresso.

Pulsar ha uffici internazionali a San Francisco California, Stati Uniti, e investimenti in più di 300 paesi nel mondo. Il suo proprietario è titolare di diverse Società di assicurazione, come la Seguros América, di produzione di alluminio, sigarette, sostanze chimiche per l'agricoltura e agroforestali.

In Messico, per accedere alle diverse regioni, mantiene un rappresentante politico incaricato di stabilire le relazioni con il governo, le organizzazioni sociali e le Chiese. Sulla Costa del Chiapas, contava sull'appoggio degli ex governatori Patrocinio González Garrido, Roberto Albores Guillen e sulla benedizione della Chiesa Cattolica, di Monsignor Felipe Arizmendi Esquivel, della Diocesi di Tapachula. L'incaricato di questi rapporti è un vecchio panista, Federico Navarrete, che si fregia di essere il primo Deputato Federale di "opposizione". Nel quadro del PPP, qui c'è Puerto Madero, principale centro di esportazione della regione, l'unica strada a doppia carreggiata in Chiapas, anche se costruita male, è inclusa nel PPP.

Tra il 1997 e 1998, la Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), convocò diversi incontri con industriali e Vescovi della Regione del Pacifico Sud a Tuxtla Gutiérrez, Chiapas, con l'intenzione di ricevere la benedizione dei Vescovi all'ingresso delle multinazionali, compresa la Pulsar. Ovviamente i Vescovi Samuel Ruiz e Raúl Vera, della Diocesi di San Cristóbal, parteciparono alle riunioni con una certa riserva. Gli "Autentici Coletos" di San Cristóbal non mancarono di approfittare di questi incontri per accusare Monsignor Samuel Ruiz della sollevazione zapatista. Altri industriali si mostrarono rispettosi delle diverse correnti teologiche dei Vescovi mentre altri mostrarono la loro doppia faccia.

Ci furono anche industriali che si dichiararono contrari all'ingresso della società giapponese Axa Yashaki, per la concorrenza sleale che questa rappresentava. Altri industriali, in particolare quelli della Pulsar, si mostrarono particolarmente interessati a condividere il loro lavoro con i loro soci comunitari e ad illustrare i loro impianti, ed alcune commissioni inviate dai Vescovi delle Diocesi di Tapachula, Tuxtla e San Cristóbal, si recarono a visitare alcune determinate località nelle comunità di Los Altos, Sierra, Centro, Costa e Frontiera. Così, alcuni incaricati della Pulsar, come il signor Francisco Navarrete, vollero visitare comunità zapatiste per conoscere la loro opinione riguardo agli investimenti di queste società. In quell'occasione, la Commissione visitò il Municipio Autonomo di Polhó, e lì ascoltarono, dalla voce di un rappresentante del Consiglio Autonomo di Polhó, e videro quello che non avrebbero voluto ammettere della realtà chiapaneca: "benvenuti, voi ora vi trovate nel territorio degno dello Stato del Chiapas, territorio zapatista; siamo qui perché siamo profughi, ci hanno cacciato i paramilitari armati ed addestrati dall'esercito messicano per uccidere noi zapatisti, perché contestiamo il governo, perché non siamo nel PRI e gli investimenti di cui voi ci parlate non è che non li vogliamo, potremmo anche accettarli ma non sappiamo se domani o tra qualche tempo saremo in grado di pagare il nostro debito, perché non sappiamo se saremo vivi, perché qui siamo vicinissimi all'esercito e ai paramilitari che ci vogliono uccidere, perché anche se io semino qualche cosa con quello che mi date, se non lo fanno i paramilitari o l'esercito, viene distrutto da altri come noi solo perché non siamo priisti, o forse il vostro lavoro lo chiede il governo messicano, se lo piglia il dannato soldato che sta qui solo a rovinare la terra che non è sua, e se non lo credete, venite qui vicino a vedere l'accampamento militare di Majomut e vi facciamo vedere quello che ci distruggono e come i paramilitari hanno distrutto a colpi di proiettile la casa di un compagno....". Effettivamente, all'ingresso della comunità Miguel Utrilla Los Chorros, c'è Majomut dove si trova l'accampamento militare e, a qualche metro, la casa abbandonata di un membro delle basi d'appoggio dell'EZLN, piena di fori di proiettili nel tetto di lamiera, che i paramilitari di Los Chorros hanno attaccato il 23 settembre 1997, mentre gli zapatisti erano in riunione dopo la marcia dei 1.111 a Città del Messico. Il risultato di quell'attacco fu di 4 morti, 3 zapatisti ed 1 paramilitare.

Questo incontro colpì molto i rappresentanti della Pulsar che riconobbero che non esistevano le condizioni per poter investire in una zona di guerra, ma, per sentirsi meglio ed alleviare un poco il senso di colpa, Navarrete non si stancava di ripetere che aveva una figlia che amava gli indigeni zapatisti e che era stata campamentista nella zona.

Dopo questo, i Vescovi di San Cristóbal non si presentarono all'incontro con gli industriali e quando Raúl Vera fu trasferito a Saltillo, Coahuila, e nominato Felipe Arizmendi Esquivel Vescovo di questa Diocesi, la reazione del Gruppo Pulsar non si fece attendere, immediatamente chiese un appuntamento con il nuovo Vescovo affinché aprisse le porte agli investimenti stranieri nella zona, ignorando che questo non dipende dal Vescovo, ma da condizioni favorevoli per tutti nel rispetto della dignità, democrazia, autonomia e giustizia.

Oggi, con la messa in marcia del Piano Puebla Panama, le società come Pulsar, International Paper Company, General Motors, Dupont, Monsanto, Herdez, ecc., beneficeranno delle infrastrutture di comunicazione, delle piantagioni di eucalipto, palma africana, ecc., mentre chi ne soffrirà i danni saranno le comunità indigene e contadine.

Sotto questo Piano Puebla Panama (PPP) di grandi investimenti, si ridefiniscono posizioni politiche, interessi economici di diversi settori e le domande che sorgono sono:

Che cosa fanno i dirigenti delle organizzazioni contadine e delle ONG, oggi funzionari di governo, per impedire il PPP?

Che cosa fanno le organizzazioni contadine per ridefinire la loro politica di fronte al neoliberismo?

Come riprendere il cammino verso una pace giusta con dignità?

È il momento di stabilire se questi stanno dalla parte del governo di Vicente Fox e di Pablo Salazar, che rappresentano e sono esecutori del Piano Puebla Panama (PPP), il Piano Per i Potenti, o se stanno dalla parte del popolo che lotta e resiste per costruire una società più giusta e democratica, con l'altro PPP, il Piano per i Popoli Poveri, della resistenza, della dignità e dell'autonomia.

Onésimo Hidalgo Domínguez

CIEPAC, A.C.

(La seconda parte del bollettino è stata redatta sulla base di informazioni, e ricerche di CIEPAC)


CIEPAC es miembro del Movimiento por la Democracia y la Vida (MDV) de Chiapas; de la Red Mexicana de Acción Frente al Libre Comercio (RMALC; ) www.rmalc.org.mx; de la Convergencia de Movimientos de los Pueblos de las Américas (COMPA; ) www.sitiocompa.org; de la Red por la Paz en Chiapas; de la Semana por la Diversidad Biológica y Cultural www.laneta.apc.org/biodiversidad; y del Foro Internacional "Ante la Globalización, el Pueblo es Primero", Alternativas contra el PPP http://usuarios.tripod.es/xelaju/xela.htm.

Centro de Investigaciones Económicas y Políticas de Acción Comunitaria - CIEPAC, A.C.

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(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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