La Jornada - Venerdì 25 gennaio 2002

Reperti umani ritrovati di recente avrebbero 11 mila anni

Vaste ricchezze archeologiche nell'area del nuovo aeroporto

"Solo pochi" si oppongono alla costruzione, afferma Montiel

JAVIER SALINAS CESAREO, RENE RAMON ALVARADO E ISRAEL DAVILA - CORRISPONDENTI

Texcoco, Mex., 24 gennaio - Investigatori della Università Autonoma Chapingo hanno parlato del ritrovamento di resti umani di più di 5 mila anni fa, i più vecchi che si siano recuperati nella zona. La scoperta sarebbe avvenuta negli ejidi di San Felipe e Santa Cruz, nella zona espropriata dal governo federale per la costruzione del nuovo aeroporto di Città del Messico.

Luis Morett Alatorre, archeologo e direttore del Museo Nazionale d'Agricoltura, ha messo in risalto che questo è "un appello all'attenzione per l'importanza che ha l'area di Texcoco, che è molto prodiga d'informazioni a livello archeologico, paleontologico e sull'attività umana più antica. Ciò che preoccupa è che c'è qui la minaccia della costruzione del nuovo aeroporto quando c'è molto lavoro di ricerca che si può e si deve sviluppare".

Morett Alatorre e David López Monroy, quest'ultimo antropologo fisico dell'Università Autonoma di Chapingo, hanno dichiarato che hanno inviato due mostre dei resti all'Università di Oxford, in Inghilterra, per gli studi di datazione e corroborare l'antichità di quello che considerano il ritrovamento più straordinario in quest'area, che hanno chiamato l'uomo di Texcoco.

Oggi i ricercatori hanno effettuato uno scavo nella zona dove si è localizzata la sepoltura con tecniche di stratificazione per poter stabilire, a partire dall'analisi dei sedimenti, correlazioni precise con altri depositi trovati in Tocuila, nello stesso municipio, e nelle colline di Huatepec e Tepezingo, in San Salvador Atenco e Tepexpan.

Gli specialisti hanno spiegato che questi resti non hanno relazione con quelli dei 17 individui del villaggio di El Tlatel, scoperti in quegli stessi ejidi della zona di Tequesquináhuac, in aprile e in giugno del 1999.

Quasi due anni fa, hanno detto, quando non erano ancora terminati gli scavi nel villaggio in Tequesquináhuac, sono stati avvisati da ejidatari di San Felipe e Santa Cruz, che stavano scavando un pozzo per l'acqua, del ritrovamento di altri resti umani, a quasi un chilometro di distanza dal villaggio.

Prima credettero che si trattasse di un altro membro del villaggio di El Tlatel. Ma dopo due anni di ricerche ed analisi hanno determinato che i resti dell'uomo di Texcoco sono morfologicamente differenti e più antichi dei primi.

Hanno dichiarato che non c'è alcun dubbio che il corpo abbia più di 5 mila o 6 mila anni e potrebbe addirittura arrivare agli 11 mila, mentre quelli del villaggio datano solo circa 850 anni prima di Cristo.

López Monroy ha spiegato che l'uomo di Texcoco aveva più o meno 40 anni al momento della morte, pare che fosse un cacciatore seminomade, "è stato ritrovato senza resti di materiale culturale associato, si è osservato che la sua sepoltura è stata intenzionale, perché è totalmente flesso in decubito laterale destro, ha caratteristiche robuste nelle sue estremità e camminava molto, perché la parte dei calcagni è davvero sviluppata. A differenza di quelli del villaggio di El Tlatel, in Tequesquináhuac, che hanno crani deformati, questo è allargato dietro, arrotondato".

Hanno detto che il ritrovamento è straordinario per l'area di Texcoco, perché si tratta di un uomo "preceramico, e qui non ci sono notizie che nell'area attorno al municipio si sia trovato un individuo di tali caratteristiche".


La Jornada - Venerdì 25 gennaio 2002

EDITORIALE

ATENCO: BENZINA AL FUOCO

La Procura Generale di Giustizia dello Stato del Messico, con a capo Alfonso Navarrete Prida, ha reso noto ieri che ha sollecitato cinque ordini di cattura contro altrettanti comuneros di San Salvador Atenco per privazione illegale della libertà, lesioni, ostacolo al transito e oltraggi.

I presunti reati sarebbero stati commessi nel corso di alcune mobilitazioni realizzate dagli abitanti di quel municipio mexiquense per protestare contro la decisione unilaterale del governo federale di costruire, nel vicino Texcoco, il nuovo terminal aereo per la valle del Messico; operazione che implicherebbe l'esproprio di una parte considerevole delle terre di Atenco.

Le mobilitazioni sono, però, parte di una resistenza sociale legittima e giustificata che adesso si pretende di penalizzare. Con la richiesta di questi ordini di cattura, il governo mexiquense pretende d'inaugurare la persecuzione e la repressione politica contro i comuneros di San Salvador Atenco.

In questo modo, sembrano prender corpo gli avvertimenti formulati da diversi settori della società nel senso che la determinazione di costruire l'aeroporto in Texcoco, indipendentemente dalla sua bontà o dalle deficienze tecniche, ha vizi all'origine per essere antidemocratica, avviata senza previe consulte e probabilmente anticostituzionale.

Sembrano pure concretizzarsi i timori su un conflitto sociale di grandi dimensioni e dalle conseguenze preoccupanti: se il governo mexiquense è sufficientemente insensibile da trattare poliziescamente e penalmente la mobilitazione di una comunità che tenta di difendere le sue terre ancestrali, lo scontento si moltiplicherà.

Inoltre, se la procura statale riesce ad ottenere gli ordini di cattura e li esegue, si butterà solo più benzina sul fuoco di un conflitto sociale generato dalla stupidità politica e umana con cui si è preteso imporre la realizzazione dell'opera.

Non si può ignorare, infine, che il sindaco di San Salvador Atenco, con quelli di Texcoco e Acolman, così come il governo del Distretto Federale, hanno già illustrato la determinazione della gente del posto a ricorrere alle vie legali - in concreto, ad una controversia costituzionale di fronte alla Suprema Corte di Giustizia della Nazione - per impedire l'esproprio delle terre che pretende di realizzare il governo federale per iniziare la costruzione dell'aeroporto.

Per un minimo di buon senso, le autorità statali e federali dovrebbero aspettare ed accettare il risultato delle querele legali in corso ed astenersi da avviare nuove provocazioni contro gli abitanti dei municipi colpiti dall'edificazione del nuovo terminal aereo.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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