LA JORNADA - 19 giugno 2002

TENSIONE IN CHIAPAS

MONTEMAYOR LANCIA L'ALLARME SUL RAFFORZAMENTO DEI PARAMILITARI

ANGEL VARGAS - Inviato

Palenque, 18 giugno - Lo studioso di popoli indios Carlos Montemayor si è detto allarmato perché la società civile non sembra avvertire quanto si sia rafforzata la presenza dei gruppi paramilitari in Chiapas e la pressione che questi esercitano, al pari dell'Esercito Messicano, sulle comunità zapatiste, mentre si aspetta la sentenza della Corte Suprema di Giustizia della Nazione sui ricorsi costituzionali presentati contro le riforme che riguardano diritti e cultura indigeni.

Dopo aver partecipato al penultimo giorno di lavori della quarta tavola rotonda di Palenque, in cui ha parlato della presenza della morte nella narrativa maya attuale, lo scrittore ha lanciato l'allarme sul fatto che al margine di quanto deciderà il Potere Giuridico, la realtà chiapaneca attraversa un momento delicato e pericoloso.

"La tensione sociale e paramilitare nello stato è in aumento ed il silenzio dei mezzi di comunicazione su quanto sta accadendo non significa che non esista un conflitto che si aggrava ogni giorno di più. Credo che siamo in una situazione di equilibrio sociale molto precario e da un momento all'altro può scatenarsi un grave conflitto" ha aggiunto.

Montemayor ha evidenziato che sebbene non abbia preso parte alla presentazione dei ricorsi costituzionali presentati contro la citata legislazione, si aspetta una sentenza favorevole per la causa indigena sulla base del fatto che le riforme introdotte dall'attuale governo contravvengono al Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, sottoscritto dal Messico nel 1989.

"Quelle leggi fanno parte della costituzione del Messico. La riforma alla legge indigena approvata dal Congresso dell'Unione, viola quanto stabilito nel Trattato, è un arretramento", ha precisato.

"Il quadro legale e costituzionale di cui si sarebbe dovuto tenere conto durante i dibattiti in parlamento, era il Trattato 169, invece lo hanno ignorato e sono partiti da zero. Questo non solo è un errore, ma è incostituzionale. Speriamo che la sentenza della Corte Suprema tenga conto di questi aspetti e dichiari la riforma incostituzionale".

Lo studioso ha evidenziato che i conflitti per le terre, come accaduto nella sierra sud di Oaxaca, derivano dalla impossibilità dei popoli indios di esercitare un dominio legale, costituzionale, quali soggetti di diritto pubblico sulla terra.

Di questa impossibilità di dominio territoriale, ha affermato, hanno approfittato le autorità dall'epoca della Colonia fino ad ora per realizzare sottrazioni ed espandere il potere dei caciques.

"Ci troviamo di fronte ad attacchi e massacri risultato di una pratica di persecuzione e razzismo esercitata da lungo tempo dai gruppi di potere politico ed economico in Messico".

"Una riforma costituzionale che riconosca le autonomie indigene e la personalità di soggetto di diritto pubblico di questi popoli, significherebbe la fine di condizioni pericolose, razziste e lesive di quelle culture", ha concluso l'autore del libro La guerra in paradiso.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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