LA JORNADA 18 MAGGIO 2002

PARAMILITARIZZAZIONE, STRUMENTO PER COLPIRE GLI INDIGENI

JUAN BALBOA - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, 17 maggio - La paramilitarizzazione delle zone abitate in maggioranza da simpatizzanti dell'Esercito di Liberazione Nazionale (EZLN) continua ad essere "lo strumento chiave per colpire i popoli indigeni", sostiene il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas.

Nel volume intitolato "Hacia el amanecer", l'organizzazione presieduta dall'emerito vescovo di San Cristóbal de Las Casas, Samuel Ruiz Garcia, si segnala che la paramilitarizzazione iniziata nel 1995 ha lasciato un saldo finora di almeno 122 morti e 28 desaparecidos, oltre a case bruciate, raccolti rubati e migliaia di rifugiati in tutto lo stato.

"Le azioni di questi gruppi hanno lo scopo di controllare un determinato territorio, occupano strade, distruggono e bruciano case e piantagioni, introducono denaro per poter restare nelle comunità, mantenere i detenuti o poter percorrere certi sentieri", puntualizza il volume presentato da Ruiz García e dal generale Francisco Gallardo.

Lo studio precisa che tra il 1995 e 2000, i paramilitari, "in azioni congiunte con i gruppi di polizia e militari", sono entrati principalmente nei territori della Selva Nord, della Selva, della Selva della Frontiera e de Los Altos, assumendo il controllo del territorio, disponendosi all'entrata e all'uscita dei villaggi.

Ricorda che il governo di Pablo Salazar, non ammette la sua responsabilità riguardo ai paramilitari, dice che non riguarda l'ambito statale, che esiste una competenza speciale per i gruppi armati.

Il libro rileva che lo sgombero forzato di varie comunità "ha provocato un trauma tra la popolazione, alterando le loro strutture sociali, culturali, perfino i sistemi di mutuo appoggio, causando rotture a livello familiare e comunitario".

Concludendo, il Centro Fray Bartolomé indica lo Stato Messicano quale responsabile dello sgombero forzato "perché fino ad ora non ha rispettato i suoi impegni costituzionali", oltre che i suoi obblighi imposti dal diritto internazionale, comprese le garanzie individuali ed il diritto umanitario.

"Finché continuerà ad essere popolazione rifugiata ed i governi federale e statale non risolveranno le cause e le conseguenze degli sgomberi forzati, è provato che la pace e la riconciliazione di cui parlano sono solo parole che fomentano l'impunità e, quindi, rendono possibile il persistere della guerra".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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