La Jornada - 17 febbraio 2002

I programmi ufficiali "per combattere la povertà" generano divisioni

Centro Fray Bartolomé: a 6 anni dalla ratifica gli accordi di San Andrés sono caduti nell'oblio

Elio Henriquez - corrispondente

San Cristóbal de Las Casas, 16 febbraio - Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, ha denunciato che a 6 anni dalla ratifica degli Accordi di San Andrés Larráinzar, il governo federale "ha gettato nell'oblio la questione e ha intrapreso lo sviluppo di programmi sociali di investimento per combattere la povertà in Chiapas che provocano divisioni all'interno delle comunità e delle organizzazioni".

Numerosi gruppi indios di tutto il paese - ha aggiunto - hanno respinto le riforme approvate l'aprile scorso dal Parlamento dell'Unione, e "disprezzare lo scontento indigeno, significa commettere un nuovo errore storico che potrebbe portare a scenari inquietanti in cui si ripeterebbero violazioni dei diritti umani".

In un comunicato stampa reso noto sabato sera, l'organizzazione presieduta dal vescovo Samuel Ruiz Garcia, chiarisce che l'inadempimento degli Accordi di San Andrés da parte del governo federale precedente ed attuale, "ha fatto impantanare il processo di negoziato e quindi la possibile fine del conflitto".

"Mentre nelle comunità indigene del Chiapas continuano gli effetti della guerra di bassa intensità, che è perdurata per tutti questi sei anni con i suoi effetti di decomposizione sociale, i rifugiati continuano ad aspettare azioni dei governi federali e statale per ritornare ai loro luoghi di origine".

Inoltre, "continuano le minacce, la persecuzione militare, i pattugliamenti intimidatori e la forte presenza militare in diversi punti dello stato".

L'organizzazione non governativa ha chiesto al Potere Giudiziario della Federazione che "dia parere favorevole ai vari ricorsi costituzionali presentati contro le riforma indigene, favorendo così i diritti collettivi dei popoli indios e contribuendo alla soluzione delle cause che hanno dato origine alla sollevazione armata" il 1° gennaio 1994.

Alla Commissione di Concordia e Pacificazione ed all'incaricato per la pace in Chiapas, Luis H. Alvarez, chiede che si rechino nella zona di conflitto per "valutare gli effetti che la mancanza di una soluzione continua a produrre".

Si è rivolto alle organizzazioni ed ai popoli che hanno manifestato il proprio rifiuto alle riforme indigene, affinché continuino ad essere a favore dei diritti collettivi delle comunità indios del Messico.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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