La Jornada 16 novembre 2002

Parlamentari italiani chiedono che venga approvata la legge Cocopa

Jesus Ramirez Cuevas

Con un atto inconsueto, 275 parlamentari italiani di tutte le forze politiche, da quelle di governo fino all'opposizione, compreso il partito del primo ministro, Silvio Berlusconi, hanno diffuso una lettera indirizzata ai parlamentari messicani in cui chiedono "rispettosi dell'autonomia e della sovranità" del Congresso dell'Unione, l'approvazione della legge indigena proposta dal presidente Vicente Fox e dalla Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) "che traduce gli accordi di San Andrés", firmati dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e dal governo federale nel febbraio del 1996.

I deputati e senatori italiani ritengono che questa legge "avrebbe potuto aprire la speranza di una soluzione politica e pacifica del conflitto chiapaneco e contribuire a soddisfare le aspettative di tutti gli indigeni messicani".

Nel documento indirizzato ai loro omologhi messicani, i parlamentari italiani affermano che "senza dare un giudizio alle intenzioni, la legge approvata (dal Congresso dell'Unione) è incongruente con la promessa fatta dal governo (messicano) e con gli accordi di San Andrés, come hanno dimostrato i popoli indigeni e numerosi esperti del mondo della cultura indigena messicana e mondiale".

Resa nota ieri a Roma, la missiva è stata firmata da molti deputati e senatori di partiti di destra come Forza Italia, Democrazia Cristiana, Lega Nord e Alleanza Nazionale. È firmata anche dalle forze di centro-sinistra come Rifondazione Comunista, Democratici di Sinistra, La Margherita, dalla Coalizione dell'Ulivo e dei Verdi.

La Legge approvata - assicurano i parlamentari tra i quali figura il senatore Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica - "è stata fonte di disillusioni per i popoli indigeni e per l'opinione pubblica italiana e mondiale che, come ben noto, ha manifestato sensibilità intorno alla questione indigena che travalica le frontiere stabilite ed i gruppi parlamentari. Inoltre, è motivo per riaccendere le tensioni e la violenza che abbiamo visto nei fatti recenti per mano di gruppi paramilitari nei confronti di indigeni delle comunità zapatiste del Chiapas".

I parlamentari italiani, tra cui spiccano personaggi come Fausto Bertinotti di Rifondazione Comunista, Cesare Rizzi di Forza Italia, Ruggero Ruggeri dell'Ulivo e Paolo Cento dei Verdi, hanno espresso la loro "preoccupazione e di buona parte dell'opinione pubblica italiana riguardo alle condizioni di vita ed al riconoscimento dei diritti degli indigeni messicani".

Dichiarano che "gli Accordi di San Andrés, tradotti dal Presidente della Repubblica e dalla Cocopa in un disegno di legge, avrebbero potuto aprire la speranza per una soluzione politica e pacifica del conflitto chiapaneco e contribuire a soddisfare le aspettative di tutti gli indigeni messicani".

La lettera, datata 13 novembre e promossa dal deputato Ramón Mantovani di Rifondazione Comunista, termina con un'esortazione ai legislatori messicani: "Speriamo veramente che vorrete ascoltare la nostra voce e che saprete trovare la via per applicare gli Accordi di San Andrés e riavviare così il processo di pace e soddisfare le istanze degli indigeni del vostro paese".

Qui di seguito, il testo completo della lettera:

A tutti i membri del parlamento messicano:

Stimati colleghi:

Siamo parlamentari italiani appartenenti a tutti i partiti e gruppi politici, del governo e dell'opposizione.

Ci rivolgiamo a voi perché sappiamo che nel vostro paese si è riaperta la discussione sulla questione indigena e sulla legge che il vostro parlamento ha approvato lo scorso anno.

Siamo e saremo sempre rispettosi della vostra autonomia e sovranità quanto lo siamo della nostra.

Vogliamo esprimere la nostra preoccupazione, e quella di buona parte dell'opinione pubblica italiana, per le condizioni di vita ed il riconoscimento dei diritti della popolazione indigena del vostro paese e di tutto il continente americano.

Siamo convinti che gli Accordi di San Andrés, tradotti dal vostro Presidente della Repubblica e dalla Cocopa in un disegno di legge, avrebbero potuto aprire la speranza per una soluzione politica e pacifica del conflitto chiapaneco e contribuire a soddisfare le aspettative di tutti gli indigeni messicani.

Per questo, e non intendiamo assolutamente emettere un giudizio sulle intenzioni, la legge approvata è stata considerata incongruente con la promessa fatta dal governo e con gli Accordi di San Andrés, da parte dei popoli indigeni e di numerosi esperti del mondo della cultura indigena messicana e mondiale.

È stata fonte di disillusioni per i popoli indigeni e per l'opinione pubblica italiana e mondiale che, come ben noto, ha manifestato sensibilità intorno alla questione indigena che travalica le frontiere stabilite ed i gruppi parlamentari. Inoltre, è motivo per riaccendere le tensioni e la violenza che abbiamo visto nei fatti recenti per mano di gruppi paramilitari nei confronti di indigeni delle comunità zapatiste del Chiapas.

Speriamo veramente che vorrete ascoltare la nostra voce e che saprete trovare la via per applicare gli Accordi di San Andrés e riavviare così il processo di pace e soddisfare le istanze degli indigeni del vostro paese.

Inviamo i nostri più cordiali saluti ed esprimiamo la nostra più alta stima e considerazione.

Seguono le firme di 275 parlamentari italiani


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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