Allarme rosso nella Selva Lacandona in Chiapas

Previsti imminenti sgomberi violenti di nove comunità indigene

Come annunciato da una feroce campagna stampa contro gli indigeni istallatisi all'interno della Reserva Integral de la Biosfera de Montes Azules (RIBMA), sembra che l'operativo di sgombero di numerosi asientamentos di indigeni sia ormai imminente. L'operativo dovrebbe interessare nove comunità nel sudovest della RIBMA considerati invasori, in pratica indesiderati dalle autoritá governative.

La denuncia fatta da Maderas del Pueblo del Sureste ha trovato conferma nelle parole del governatore dello Stato del Chiapas, Pablo Salazar Mendiguchía, che in una intervista non ha negato la prossima azione contro le popolazioni indigene considerate "invasori" della Riserva.

Pablo Salazar Mendiguchía ha voluto sottolineare che non si tratta di un operativo contro l'EZLN, ma i dati noti al momento sembrano indicare il contrario.

L'area interessata risulta a forte presenza zapatista e rientra tra quelle zone del Chiapas dove si concentrano grandi risorse strategiche come giacimenti di petrolio, biodiversità, oltre ad essere interessata da uno dei progetti per la costruzione di grandi centrali di energia idroelettrica.

In merito a quest'ultimo progetto, che rientra nel Plan Puebla Panama, la denuncia arriva dagli abitanti Lacandoni da anni in conflitto, a fianco del governo, con le comunità in resistenza: la grande diga determinerebbe l'inondazione di una vasta area della RIBMA totalmente compresa nel territorio che nel 1972 per decreto presidenziale venne donato alla Comunità Lacandona. La zona é da anni meta di popolazioni in fuga da aree di grande pressione demografica e scarsezza di terra, come Comitan e Los Altos in Chiapas, aggravata dalla continua crescita della presenza di contingenti militari. Nello stesso 1972 il governo messicano si impegnò a donare parte della terra agli indigeni non lacandoni pur di non toccare le ampie proprietà di cachiques e ganaderi (latifondisti allevatori).

La soluzione del problema é stata continuamente rimandata fino alla creazione, negli ultimi anni di un Tavolo di trattativa (Mesa Agraria Ambiental) al quale però non sono state invitate le realtà indigene attive sul territorio. Vi sono rappresentate viceversa organizzazioni e imprese che hanno interessi concreti sulla Selva Lacandona, tra le quali la ONG Conservacion Internacional (CI), finanziata da una cordata di multinazionali, dalla Banca Mondiale e da Savia, già Pulsar Internazional, azienda attiva da anni nella bioprospezione, nella biopirateria e nell'ingegneria genetica.

Proprio da CI e dal Consejo Estatal por los Incendios Forestales e da SEMARNAT (Secretaria de Medio Ambiente y Recursos Naturales) sono state realizzate le indagini sul campo e i voli aerei che hanno portato alla denuncia di comunità "irregolari" all'interno della selva (Informe Semarnat del gennaio-giugno 2001). Per alcuni di queste pare che i giorni siano contati. CI denuncia gli indigeni come colpevoli dell'apertura di radure per la coltivazione nella selva.

Pur mancando studi puntuali, la crescente militarizzazione della regione e le sue infrastrutture, lo sfruttamento dei suoi giacimenti petroliferi, la costruzione di infrastrutture turistiche hanno senz'altro avuto un impatto altrettanto rilevante sull'ambiente.

Giova ricordare, inoltre, che in un secolo tra il 1860 e il 1960, la selva mesoamericana messicana é stata dimezzata dalle aziende statunitensi e messicane di legname. Negli anni successivi la situazione si é addirittura aggravata per lo sviluppo dell'allevamento di bestiame.

La questione della terra ha visto da sempre emarginati gli indigeni, suoi originari abitanti.

Adesso con l'importanza assunta dalle risorse biologiche, la necessità di disporre liberamente dei giacimenti petroliferi presenti, l'interesse internazionale per l'ecoturismo, le richieste di terra da parte degli indigeni vengono addirittura criminalizzate a vantaggio esclusivo delle aziende coinvolte nella privatizzazione già avviata di risorse e territorio.

[Indymedia by RF & MFN - 15 dicembre]


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