LA JORNADA 15 giugno 2002

NUOVO ATTACCO DELLA ORCAO AGLI ZAPATISTI

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Municipio Autonomo Primero de Enero, 14 giugno - Le autorità autonome hanno denunciato oggi una nuova aggressione di membri della Organización Regional de Cafeticultores de Ocosingo (ORCAO) contro campesinos zapatisti. 38 membri del gruppo hanno saccheggiato e distrutto a colpi di machete, due ettari di coltivazioni (mais, fagioli e banane) nella tenuta Tulipán, a circa cinque chilometri dal nuovo centro abitato Primero de Enero, sede del municipio autonomo zapatista e domicilio dei campesinos espropriati.

Il gruppo della ORCAO, proveniente da Sibacá, aveva bruciato un trattore nel municipio ribelle il 24 maggio scorso, vicino a Tulipán, ed ora minaccia di sgomberare gli zapatisti dalle terre che per quattro anni hanno coltivato insieme a loro.

Un altro gruppo della ORCAO, a Ucumuljá, il primo giugno ha espulso gli zapatisti dalle sue tenute a Ucumuljá e Ja'ten'chib ed hanno tolto recinzioni a Pomalá, dove minacciano anche di cacciare gli zapatisti che difendono la proprietà collettiva e sono ora in resistenza.

"Abbiamo chiesto loro rispetto e ci hanno risposto con minacce; hanno rovinato le nostre semine", riferisce un membro del consiglio autonomo. "Ad ogni modo, ci stanno cacciando".

Del furto e della distruzione a Tulipán, il consiglio autonomo ritiene responsabile il diacono di Sibacá, Juan Méndez Méndez, ed il catechista Antonio Juárez Rodríguez, e Marcos Sánchez Méndez, che lavorano nell'ufficio del Fondo Regionale dell'Istituto Nazionale Indigenista e partecipa agli sgomberi.

Per il caso di Ucumuljá, ritiene responsabili Nicolás Gómez López, Cristóbal Gómez López e l'agente municipale Nicolás Vázquez Gómez.

Un altro membro del consiglio dichiara nel semplice ufficio (esempio di minimalismo: un tavolo e panche di legno, bianche e immense pareti bianche) installato in una delle pertinenze della vecchia grande casa (questa era una fattoria per l'allevamento): "Ci cacciano per metterci il loro bestiame. Gli danno le mucche e non hanno dove metterle e allora le mettono nelle nostre milpas".

"Usano le mucche per cacciarci", dice un terzo indigeno del consiglio autonomo.

Come in altre occasioni, gli autonomi ricordano che il funzionario della Segreteria di Sviluppo Rurale incaricato del finanziamento dei progetti di allevamento dei campesinos della regione di Ocosingo, compresi quelli che occupano terre, è Juan Vázquez, ex dirigente della ORCAO. Insistono nell'affermare che gli sgomberi sono provocati dalle istituzioni statali. "Quelli del governo istigano quelli della ORCAO affinché si prendano tutto", aggiungono le autorità autonome.

In seguito, uno dei contadini colpiti dall'attacco a Tulipán, ha confidato a La Jornada: "Voglio che vada a chiedere a padre Gonzalo (Gonzalo Ituarte, parroco di Ocosingo) perché permette che quelli che lavorano nella Chiesa ci attacchino", riferendosi al fatto che il diacono di Sibacá organizza aggressioni "contro i suoi fratelli zapatisti".


NUOVI SORVOLI MILITARI SU LA REALIDAD

ANCHE IL MUNICIPIO AUTONOMO TIERRA Y LIBERTAD ASSEDIATO DA AEREI

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Municipio Autonomo San Pedro de Michoacan, 14 giugno - Gli aerei militari sono tornati a sorvolare ogni giorno La Realidad "come ai tempi di Zedillo", dice un portavoce del consiglio autonomo. Al tramonto. A media altezza, Sempre. Sabati, domeniche e giorni festivi. Gli abitati di Amparo Aguatinta, municipio autonomo Tierra y Libertad, alla frontiera con il Guatemala, riferiscono qualcosa di simile: "Quanto meno te lo aspetti, aldilà della collina appare l'aereo e sorvola tutta la comunità".

Inoltre, a pochi chilometri dall'abitato continua ad esserci un posto di blocco dell'Esercito Messicano che non ha smesso di essere attivo neppure quando il presidente Vicente Fox, al momento del suo insediamento, aveva annunciato la sospensione dei pattugliamenti e dei posti di blocco nella zona di conflitto.

I pattugliamenti terrestri militari in diverse comunità di Tierra y Libertad sono costanti, sia sulla strada che sui sentieri che conducono a postazioni militari lontane dalla linea di confine.

Come si ricorderà, questo municipio autonomo è uno di quelli che aveva "smantellato" il governo di Ernesto Zedillo e Roberto Albores (il primo maggio del 1998: non c'è dubbio che chi decise le date dell'attacco ai municipio autonomi, pratica uno smantellamento storico degno delle migliori cause).

Oggi il quotidiano Expreso Chiapas ha riportato che campesinos delle comunità Chajul e Pico de Oro, nella regione stessa, hanno denunciato che "recentemente è aumentato il numero di effettivi dell'Esercito federale, creando un clima di insicurezza e timore tra gli indigeni che vengono perquisiti quando percorrono i sentieri della selva".

Queste denunce di pattugliamenti aerei si sommano a quelle del municipio autonomo Ricardo Flores Magón, all'estremo nord della Selva Lacandona, nelle scorse settimane. Come pure a quelle degli ejidos Lázaro Cárdenas (Huitiupán) e Francisco Villa (Palenque) nella zona nord; questi due ultimi casi sono veri esempi di occupazione militare delle comunità indigene.

ALTRE AZIONI INTIMIDATORIE

La Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani della zona Salto de Agua-Palenque ha denunciato questa settimana una forte persecuzione militare nell'ejido Francisco Villa. Alla fine di maggio, in due occasioni, l'Esercito ha letteralmente invaso l'abitato.

Il 20 maggio, un convoglio di 50 soldati, un veicolo della Pubblica Sicurezza ed uno della Polizia Giudiziaria, proveniente da Antioquia, si sono fermati di fronte all'abitazione di Miguel Gutiérrez Guzmán. "I militari sono scesi a chiedere tortillas, olio e sale ed hanno chiesto la casa per preparare da mangiare. Hanno occupato la casa per cinque ore", ha denunciato la Rete.

Il 25 l'operativo si è ripetuto. Alle 07:30 del mattino i soldati "sono entrati nella comunità chiedendo alla gente acqua, tortillas, galline ed una casa per cucinare. La gente, timorosa, ha rifiutato di dare quello che chiedevano", riferisce la Rete. Allora, la pattuglia è entrata nelle milpas. "Hanno attraversato il torrente in cui va a lavarsi la gente e sono andati al rancho di proprietà di don Lalo e sono rimasti lì fino alle 13".

I veicoli della Pubblica Sicurezza e della Polizia Giudiziaria hanno riattraversato Francisco Villa intorno alle 11 di notte e sono andati verso la comunità di Antioquia da dove se ne sono andati all'una di notte del giorno dopo.

"Di fronte al rifiuto ed alla paura degli abitanti dell'ejido Francisco Villa", la Rete dichiara che "la presenza militare e di polizia spezza la vita quotidiana della comunità" quando, "con il pretesto del cibo, si introducono nelle case dei campesinos". "Queste azioni dell'Esercito federale e dei corpi di polizia vanno contro lo stato di diritti che si suppone debbano rispettare, e perseguitano la popolazione indigena".

MINACCIA DI SGOMBERO DI COMUNITÀ TOJOLABAL

Le autorità autonome di San Pedro de Michoacán hanno ribadito la denuncia del nuovo abitato Emiliano Zapata relativa ad uno sgombero che potrebbero subire le basi d'appoggio zapatiste.

Intervistato sulla strada che conduce all'ejido Tabasco, un portavoce del municipio ribelle ha detto che la richiesta di sgombero è stata presentata nella capitale dalla vedova del proprietario delle fincas, rivendicate ora dagli zapatisti e da membri della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos (CIOAC). Il proprietario, di origine statunitense, è morto due anni fa ma aveva lasciato le fattorie dal 1994 ed era stato indennizzato dal governo.

Come avviene in altre regioni in cui "scoppiano" conflitti di terra con altre organizzazioni "indipendenti", anche questo caso sembra essere prefabbricato. "Alla signora non interessavano più queste fattorie ma all'improvviso si è ricordata di loro", dice il portavoce degli autonomi. "La cosa strana è che quelli della CIOAC non hanno detto nulla, come se non si sentissero minacciati".

Il municipio autonomo ha autorizzato tanto gli zapatisti quanto i membri della Centrale, ad occupare le terre. "Ma ora loro le vogliono tutte" aggiunge il portavoce. "Sembra che siano appoggiati da El Camarón" (nome con cui si conosce il dirigente perredista Antonio Hernández Cruz, fratello dell'attuale deputato Luis Hernández Cruz. El Camarón possiede una lunga storia di frizioni con gli zapatisti della regione, a causa del suo ricorrente ruolo di "amministratore" di crediti governativi e di conflitti che hanno assottigliato l'accettabile convivenza tra i ppoli della regione tojolabal).

Il portavoce zapatista esprime il sospetto che la "rivendicazione" della signora Reyna obbedisca ad un accordo con la Centrale (alcune volte chiamata "zapatista" o indipendente, per distinguerla da quella "ufficiale", ma che è diventata governativa ed ha rinnegato gli accordi presi con il municipio autonomo dopo il cambio di governo statale). "Quelli della CIOAC vogliono cacciare i compagni e restare solo loro".

Solo Emiliano Zapata è occupata da zapatisti. Negli altri poderi opera gente della centrale campesina. Gli indigeni del nuovo centro abitato, nati lì, sono figli e nipoti dei peones delle antiche fincas. In questa terra sono sepolti i loro antenati ed i loro cordoni ombelicali.

In un comunicato, il consiglio autonomo dichiara testualmente: "Denunciamo Pablo Salazar Mendiguchía che vuole realizzare lo sgombero dei poderi Medellín del Carmen, La Colmena, La Floresta e La Florecita sulla base della denuncia della signora María del Socorro Reyna Camacho al Coordinación de Atención Ciudadana di Tuxtla Gutiérrez in data 30 marzo. Dichiariamo che i campesinos che occupano le tenute sono lavoratori delle basi di appoggio dell'EZLN e che questo territorio appartiene al municipio ribelle San Pedro de Michoacán. Pertanto, la signora María del Socorro Reyna Camacho non ha alcun diritto di ricorrere a voi (il governo) per lo sgombero o il risarcimento di queste tenute. I compagni campesinos che attualmente lavorano queste terre ne hanno tutto il diritto perché i loro nonni ed i loro padri le hanno coltivate e perfino le loro ossa sono sepolte in queste terre. Quindi, questo municipio autonomo autorizza ed autorizzerà loro l'uso e lo sfruttamento di queste terre".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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