da La Jornada del 14 settembre 2002

ARRESTATI 27 MEMBRI DI PAZ Y JUSTICIA

ANGELES MARISCAL e ELIO HENRIQUEZ corrispondenti

Mariano Herrán Salvatti, Procuratore di Giustizia del Chiapas, ha comunicato che all'alba di questo venerdì, la polizia statale ha sorpreso membri dell'organizzazione Paz y Justicia durante una riunione nella comunità Miguel Aleman, municipio di Tila, mentre in un villaggio vicino, Tzaquil, è stato localizzato il suo leader, Sabelino Torres Martinez. Nell'operazione sono stati arrestati 27 presunti membri del gruppo paramilitare e sequestrate 11 armi da fuoco di diverso calibro.

Ha spiegato che l'operazione, eseguita da oltre 100 poliziotti, è avvenuta sulla base di prove secondo le quali il gruppo armato si stava riorganizzando e preparava azioni contro le comunità del nord dello Stato.

Nella comunità vicina di Tzaquil, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Cerro Hueco, il leader del gruppo, Sabelino Torres Martínez, che si trovava nella casa dei fratelli dove sono state trovate quattro armi: un R-15, un fucile da caccia e due pistole calibro 22.

Contro Sabelino Torres, ex reggitore priísta del municipio di Tila, pendeva un ordine di cattura per danni e furto con violenza e un'indagine per la sparizione e la morte di tre indigeni della regione.

Nelle comunità teatro delle operazioni, sono stati distaccati provvisoriamente 10 poliziotti statali per evitare moti violenti.

Il governatore del Chiapas, Pablo Salazar, ha dichiarato che il processo di riconciliazione iniziato nella zona e la firma di patti di non aggressione tra diversi gruppi, "non sono un lasciapassare per l'impunità e quindi non sono un punto a capo", per cui le persone che commettono illeciti nella regione saranno arrestate.

Herrán ha comunicato che devono essere eseguiti ancora 16 mandati di cattura per altri membri dell'organizzazione armata.

D'altro lato, il sindaco di Chenalhó, Armando Vázquez Gómez, è stato citato dall'Unità Speciale per i Crimini Compiuti da Gruppi Civili Armati, che dipende dalla Procura Generale, in relazione a due armi di grosso calibro utilizzate nel massacro di Acteal e ritrovate all'inizio di questo mese. Il funzionario ha confermato in un'intervista che il Pubblico Ministero Federale gli ha consegnato la citazione per gli agenti rurali delle comunità di Yaxgemel e Puebla, in quanto nel tratto di strada tra le due comunità sono stati ritrovati un fucile AK-47 ed un R-15.

Le due armi erano state lasciate sul ciglio della strada dove sono state recuperate dall'unità speciale sulla base di una telefonata anonima.

Vázquez Gómez ha confermato di fronte al Pubblico Ministero il suo impegno a collaborare con le autorità per evitare che a Chenalhó - in cui si trova Acteal - si sviluppi altra violenza.


OSSERVATORI VISITANO I MUNICIPI ZAPATISTI AGGREDITI

Chiederanno il rispetto dei tre segnali chiesti dall'EZLN

ELIO HENRIQUEZ - corrispondente

San Cristóbal de Las Casas, 13 settembre - La carovana nazionale per l'osservazione e l'accompagnamento, ha iniziato oggi un viaggio nelle comunità dei municipi autonomi di Ricardo Flores Magón e Olga Isabel allo scopo di conoscere la situazione reale della zona dove, nelle scorse settimane, presunti paramilitari hanno aggredito basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

I componenti della carovana, oltre 100 persone appartenenti a 20 formazioni sociali, civili ed ecclesiastiche di sei Stati del Paese, hanno dichiarato che uno dei loro obiettivi è manifestare il loro "appoggio incondizionato al processo di ricostruzione e rispetto dei diritti e della cultura dei popoli indigeni del Messico ed in particolare, per riconfermare l'appoggio ai municipi autonomi del Chiapas, che sono oggetto di costanti aggressioni".

Inoltre, vogliono manifestare alle comunità zapatiste "sostegno ed accompagnamento nel loro lungo cammino di lotta durante il quale ci hanno insegnata a lottare con dignità" e nel loro viaggio vogliono "verificare dalla voce delle comunità l'adempimento dei tre segnali chiesti dall'EZLN per la ripresa del dialogo", sospeso dal 2 settembre del 1996.

Gli osservatori concluderanno il viaggio il 17 settembre e ci sarà una conferenza stampa a San Cristóbal.

Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas ha "salutato" l'arresto dei 27 membri del gruppo paramilitare Paz y Justicia e del suo leader Sabelino Torres.

Osserva che Paz y Justicia, a cui è attribuita l'uccisione di almeno 55 persone nella zona nord e lo sgombero violento di indigeni choles tra il 1995 e 1999, "ha ricevuto l'appoggio di ex funzionari statali e presumibilmente dell'Esercito Messicano per organizzarsi come forza paramilitare nella regione allo scopo di indebolire socialmente l'EZLN, come si rileva dalle denunce" diffuse durante questo lasso di tempo.


ANNUNCIATE MOBILITAZIONI INDIGENE PER IL 12 OTTOBRE

ROSA ROJAS e JESUS SAAVEDRA inviati

Chilpancingo, 13 settembre - L'Incontro Nazionale dei Popoli Indios che ha riunito 200 delegati di organizzazioni di 13 Stati del Paese, ha deciso una giornata di mobilitazione il 12 ottobre prossimo con cortei a Città del Messico, Guerrero, Oaxaca, Morelos e Michoacan e blocchi stradali a Veracruz, Yucatan e Campeche, per chiedere l'adempimento dei tre segnali chiesti dall'EZLN per la ripresa del dialogo e per il riconoscimento costituzionale degli Accordi di San Andrés, così come il rifiuto del Piano Puebla Panama, dell'Accordo di Libero Commercio delle Americhe e della privatizzazione del settore elettrico.

Per rilanciare il movimento indigeno nazionale, una commissione si recherà questo sabato a San Pedro Atlapulco, nello Stato del Messico, per consegnare le conclusioni di questo incontro alla 'commissione di seguimento' del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), invitandola a proseguire insieme le iniziative per il riconoscimento dei diritti indigeni. Altre commissioni s'incaricheranno di contattare altre organizzazioni e popoli indios, compreso l'EZLN.

Nella dichiarazione di Chilpacingo, ratificata da 36 organizzazioni presenti, si osserva che non basta concentrare l'attenzione sulla Corte Suprema di Giustizia che ha respinto i ricorsi contro la riforma indigena. Questa decisione, si afferma, è solo l'ennesima espressione della volontà dello Stato di mantenere gli indios sottomessi ed esclusi. Si aggiunge: "La responsabilità della grave situazione di mancanza di riconoscimento dei diritti dei nostri popoli, è dello Stato e dei suoi Poteri".

Nel documento si afferma che i popoli indios si riservano il diritto di instaurare autonomie "ed esercitare il nostro diritto attraverso l'azione diretta".

"La lotta in ordine sparso - prosegue - deve essere superata. Invitiamo tutti i popoli ad affrontare l'offensiva discriminatoria ed escludente messa in atto dallo Stato messicano. Per questo è necessario costruire un movimento nazionale indigeno che promuova forme di coordinamento di questa lotta".

Sollecita a costruire una grande forza tra i settori democratici e pluralisti "per combattere il progetto della destra che consegna la nostra sovranità al grande capitale economico locale e multinazionale, volta le spalle agli interessi della maggioranza e vuole mantenere l'omogeneità della nazione".

Invita le organizzazioni civili ad unire le forze per: costruire una nuova nazione plurale e democratica, proteggere il patrimonio nazionale, per promuovere lo sviluppo sociale delle campagne e delle città, l'istruzione per tutti, i diritti umani e fondamentali di ogni cittadino, per combattere la povertà e, soprattutto, per promuovere la partecipazione dei cittadini nelle decisioni importanti secondo il principio della democrazia diretta.

Il gruppo di coordinamento è formato da due rappresentanti di ogni organizzazione presente all'incontro. Lo stesso gruppo definirà gli argomenti e organizzerà un congresso nazionale al quale partecipino il maggior numero di organizzazioni, popoli e comunità indios, per parlare insieme delle prospettive del movimento indigeno.

La lotta di questo movimento nazionale deve avvenire su più fronti. Le organizzazioni che possono, devono presentare le loro denunce di violazione dei diritti umani ai popoli indios, all'Organizzazione Internazionale del Lavoro ed alla Corte Interamericana dei Diritti Umani.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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