Partendo dalla conferma della contaminazione del mais messicano dichiariamo dal 10 al 17 aprile 2002 la "Settimana Continentale di Azione contro il mais transgenico"

Si organizzeranno attività, proteste e seminari in tutto il continente Americano, culminando i 17 aprile con una giornata di mobilitazione in vari paesi del continente.

Il Messico e tutto il centroamerica sono il centro originario del mais, patrimonio dell'umanità, che si sta convertendo in un bene privato, controllato da un gruppo di multinazionali.

La crisi del mais trangenico colpisce non solo produttori contadini e indigeni, ma anche la salute dei consumatori, la biodiversità e la sicurezza alimentare delle comunità.

Il Trattato di Libero Commercio Nordamericano entrato in vigore nel 1994, ha prodotto l'abbandono delle campagne, l'erosione genetica del mais e la facilitazione del "dumping" e la vendita del mais sotto costo di produzione in Messico, per i sussidi del governo nordamericano alle corporazioni.

Sebbene non si conosca la fonte di contaminazione del mais messicano, è probabile che provenga dai 6 milioni di tonnellate di mais importato dagli Stati Uniti.

Il 35-40% del mais seminato negli USA è transgenico.

La contaminazione del mais messicano minaccia la sicurezza alimentare non solo del Messico, ma di tutte le centinaia di milioni di persone che dipendono dal mais come fonte principale di alimentazione.

Proteste e mobilitazioni saranno dirette contro:

• le sedi e gli uffici di Cargill, Archer Daniels Midland, Monsanto, Grupo Pulsar, Syngenta, Pioneer/Dupont e Dow
• i mercati delle sementi a Chicago, Minneapolis e Winnipeg
• le ambasciate/consolati di Messico e Stati Uniti.

Si terranno:

• conferenze stampa
• seminari sull'impatto dei transgenici
• campagne di telefonate e fax a imprese come Maseca e Bimbo per esigere prodotti "liberi dal transgenico"
• lettere, telefonate e fax al Parlamento Messicano, SAGARPA e SEMARNAT

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