Chiapas al Dia, N. 301 - 12 agosto 2002

CIEPAC - CHIAPAS - MESSICO

I MEGAPROGETTI IDROELETTRICI DEL PPP

PROGETTI DI DIGHE IN CHIAPAS!

(Prima Parte)

Alcuni mesi fa, nell'aprile del 2002, il Commissario Presidenziale del Messico per il Piano Puebla Panama (PPP), Florencio Salazar, ha dichiarato al parlamento centroamericano: "Sarò chiaro: non esiste nessun progetto, non c'è nessuna intenzione di costruire una diga idroelettrica sul fiume Usumacinta, semplicemente perché le comunità del Petén non la vogliono".

Quello che non ha detto è che neanche le comunità messicane la vogliono. L'ha confermato anche Jorge Sapovich, alto funzionario della Banca Interamericana di Sviluppo (BID) in un recente incontro di quell'organizzazione in Belize, paese in cui gli abitanti stanno conducendo una battaglia contro la costruzione della diga El Chalillo.

Il PPP ha promesso consultazioni pubbliche per la realizzazione dei Megaprogetti e di rispettare le culture indigene. I governi hanno firmato il Trattato 169 della OIT sui diritti dei popoli indigeni e tribali. Da parte sua, il presidente Fox ha promesso che non si sarebbero costruite opere che gli indigeni non volessero.

Un anno fa, Fox ha dichiarato che lo zapatismo "non ha nulla a che vedere con il Piano Puebla Panama, tranne per il fatto che se qualche progetto arrivasse in una comunità di quella determinata zona che non lo vuole, lo faremo da un'altra parte, non litigheremo con nessuno" [La Prensa Gráfica, 15/06/01].

La Commissione Mondiale per le Dighe (CMR), dopo la sua relazione sull'impatto negativo che hanno causato le dighe idroelettriche nel mondo, ha emesso una serie di raccomandazioni per i governi e le imprese che le costruiscono [www.dams.org]. Inoltre, nel marzo del 2002, nel I° Foro Mesoamericano per la Vita, Fronte Regionale contro le Dighe [www.ciepac.org], svoltosi nel Petén guatemalteco, sulle rive del fiume Usumacinta, più di 300 partecipanti di comunità indigene e contadine del Chiapas e di altri paesi del Centroamerica, del Caribe e del Sudamerica, hanno rifiutato categoricamente la costruzione di queste dighe [vedere Bollettino "Chiapas al Dia" N. 283 del marzo 2002]. Molti studi ed esperienze hanno già avvertito dei pericoli derivanti da questi Megaprogetti idroelettrici [vedere in ww.ciepac.org i Bollettini "Chiapas al Dia" 285 - 287].

LA CONCA DELL'USUMACINTA

Nonostante tutto ciò, i governi continuano a mentire. I presidenti Alfonso Portillo del Guatemala e Vicente Fox del Messico, hanno annunciato la costruzione di dighe idroelettriche nell'Alto Usumacinta. Questo è stato uno degli accordi presi il 28 giugno nella "Expo - Investimento 2002" realizzata nella Cumbre di Mérida, in Yucatán, Messico. La firma del memorandum di cooperazione tecnica con il Centroamerica ha dato formalmente inizio alla costruzione delle dighe idroelettriche dell'Alto Usumacinta, che consistono di "cinque piccole dighe" che partono dalla frontiera tra il Petén, in Guatemala, e Marqués de Comillas in Chiapas e terminano nel territorio dello stato di Tabasco con il progetto binazionale idroelettrico "Boca del Cerro". L'opera avrà un costo di 240 milioni di dollari USA versati dalla Banca Interamericana di Sviluppo (BID) "per appoggiare un progetto di interconnessione elettrica in America Centrale, primo passo verso l'integrazione energetica mesoamericana presentata nel PPP".

Gli antecedenti del progetto risalgono a vari decenni fa. Lo studio della Commissione Federale per l'Elettricità (CFE) denominato "Esplorazioni geologiche per progetti idroelettrici sul fiume Usumacinta, Chiapas", realizzato da Gustavo Arvizu Lara e Moisés Dávila Serrano nell'aprile del 1987, afferma che "Il fiume Usumacinta, il più abbondante del paese, funge da frontiera tra il Messico e il Guatemala. Gli studi del sottosuolo sono stati realizzati nella parte medio-bassa del fiume per l'ubicazione di cinque centrali idroelettriche; quattro di loro coprono le aeree di entrambi i paesi, le rocce studiate sono in maggioranza calcaree, dolomitiche e quindi molto frammentate e in dissolvimento. Nella relazione sono riportati i risultati delle esplorazioni fisico-geologiche sostenute da rilevamenti topografici e perforazioni; sono inoltre riportati dati idrografici della corrente principale associati alle fluttuazioni dei livelli dell'acqua sotterranea".

Secondo le dichiarazioni di Marta Prione nell'articolo pubblicato su Prensa Libre de Guatemala e nel Bollettino del Commercio e dello Sviluppo del 13 luglio del 2001, dagli anni '60 è noto l'interesse per la costruzione di una diga idroelettrica sul fiume Usumacinta. "Inizialmente, il progetto era stato proposto dal Messico e per qualche ragione è sempre stato trattato con gran segretezza", ricorda l'articolista ed aggiunge "che si trattava di una rete di grandi dighe da Sayaxché fino alla diga finale in Piedras Negras, punto in cui il livello del fiume raggiunge il suo livello massimo di 25 metri in inverno, e il livello minimo di circa 45 metri in estate".

Per Marta Prione "questo provocherebbe l'inondazione di un area calcolata fra i 10 ed i 12 mila chilometri quadrati (quasi la terza parte della regione del Petén, in Guatemala), dove si trovano 800 punti archeologici, tra i quali Piedras Negras, Yaxchilán e Altar de Sacrificios, e casolari cooperativi abitati da oltre 50.000 persone, la perdita di milioni di alberi di legno pregiato e di vita selvaggia".

Descrive la costruzione come una "opera faraonica, dato che il tipo di suolo carsico del Petén permette infiltrazioni, sono necessarie opere di cementificazione molto profonde ad alto costo, senza però garanzie di sicurezza sulla loro resistenza. Il beneficio del progetto andrebbe in maggior misura al Messico mentre il danno toccherebbe al Guatemala, dato che l'inondazione partirebbe dalla nostra parte, per poi scendere; il Messico utilizzerebbe la sua parte di energia e comprerebbe quella del Guatemala, o la venderebbe a El Salvador".

Nello stesso articolo si spiega che "nel 1995, don Clemente Marroquín Rojas si è opposto perché era un progetto che ledeva la sovranità del Guatemala. Nel 1983, il caso venne discusso nella riunione mondiale della UICN a Madrid, preoccupati per l'impatto sul Petén. Nel 1984, l'Istituto per l'Ecologia Culturale dei Tropici e la Società Tedesca di Etnologia hanno pubblicato questo appello mondiale: Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione sul progetto della diga sull'Usumacinta, perché pensiamo costituisca una grave minaccia per la popolazione, per le località archeologiche Maya di valore mondiale, per i boschi tropicali e per la diversità biologica del Guatemala".

La giornalista ricorda che, "personalmente, come componente dell'allora Commissione Tecnica per l'Ambiente, ho partecipato a questa battaglia che è riuscita ad arrestare il progetto. Però oggi eccolo di nuovo (...) e la questione è molto delicata e pericolosa (...). La gente deve essere informata ed esercitare il suo diritto di poter vigilare sull'ambiente e sulle risorse naturali, come diritto umano alla sua sopravvivenza".

In un altro articolo pubblicato su Prensa Libre e anche nel Bollettino Commercio e Sviluppo N.10 - aprile 2002, Magalí Rey Rosa afferma che: "Benché ad oggi sia impossibile credere a qualsiasi cosa dicano i funzionari di governo, quando si chiede qualcosa al Ministero dell'Energia e delle Miniere sulla diga idroelettrica dell'Usumacinta, questi fingono di non saperne nulla, così è difficile ottenere delle informazioni fondate. Ciò che si sa di sicuro è che l'85% dell'energia elettrica prodotta da quel progetto sarebbe destinata al Messico. E non è un segreto per nessuno la commistione tra Alfonso Portillo e Vicente Fox, la storia delle dighe potrebbe trasformarsi in un altro capitolo di terrore per le donne e gli uomini del Guatemala, soprattutto per quelli che vivono lungo le rive del fiume Usumacinta".

Oltre all'impatto irreversibile a livello ecologico sul poco che resta delle selve mesoamericane, lo spostamento di abitanti indigeni e quindi il loro impoverimento avverrà nel quadro di una maggiore presenza militare nella regione. Non dimentichiamo che il municipio di Ocosingo, in Chiapas, e la regione del Petén, in Guatemala, sono fra le regioni più militarizzate della mesoamerica. Questo assicurerà che il progetto possa essere concesso a stranieri attraverso il Guatemala, in concreto alla multinazionale spagnola Union Fenosa, padrona della società DEORSA che possiede il monopolio del servizio di erogazione dell'energia elettrica nel nord del Guatemala, caratterizzato da un cattivo servizio ai clienti, da frequenti interruzioni della fornitura e alti prezzi al consumo. Sul versante messicano, invece, è presente un ostacolo costituzionale, anche se la Carta Costituzionale viene costantemente violata: "Solo i messicani per nascita o per naturalizzazione e le compagnie messicane hanno il diritto di proprietà su terre, acque e loro annessi e di ottenere concessioni per lo sfruttamento di miniere o acque. Lo stato potrà concedere lo stesso diritto a stranieri, sempre che si convenga di fronte alla Segreteria per le Relazioni di considerare patrimonio nazionale detti beni e di non invocare la protezione dei relativi governi per quanto in riferimento, pena, in caso di non osservanza del trattato, la perdita, a beneficio della Nazione, dei beni che erano stati acquisiti in virtù del trattato stesso. Per un territorio di cento chilometri lungo le frontiere e di cinquanta lungo le spiagge, per nessun motivo gli stranieri potranno prendere possesso diretto di terre ed acque" (Art. 27 della Costituzione Politica del Messico).

L'acqua è la seconda fonte di generazione di energia elettrica in Messico. Per questo è richiesta la costruzione di dighe, di edifici per le turbine, il generatore ed i trasformatori e locali di controllo. Le installazioni devono alla base della diga per approfittare dell'energia potenziale dell'acqua.

Anche se per qualcuno, come riflesso della mancanza di un'informazione trasparente e sincera da parte dei governi, le dighe sull'Usumacinta possono essere solo turbine nelle cascate d'acqua che non implicano l'inondazione di terre, in realtà questo tipo di dighe sfrutta la corrente del fiume affinché ricada nelle turbine. Benché i laghi che si formano per le dighe sono generalmente piccoli, sono lo stesso causa d'impatto ambientale a seconda della loro estensione. Monti Aguirre della Rete Internazionale dei Fiumi (IRN) conferma che ci sono vari esempi di questo tipo in Africa, per esempio in Namibia con la diga Rua Cana Falls e un altro progetto della Banca Mondiale chiamato "Lower Kahensi Project". Per Monti Aguirre anche la diga Belo Monte nell'Amazzonia brasiliana appartiene tecnicamente a questo tipo di diga "che richiede un flusso costante d'acqua in un laghetto 'relativamente' piccolo. Questo progetto senza dubbio porterà danni a circa 28 gruppi indigeni dell'Amazzonia, ad abitati rurali e ad un centro urbano (Altamira)".

Ci sono anche altri progetti che vedremo più avanti dove si sfrutta la caduta dell'acqua forzandola attraverso tunnel e il torrente o la cascata cessa di rilasciare acqua lungo tutto il suo percorso, il che causa impatti ambientali a valle della diga.

Da un altro punto di vista e secondo un'altra fonte, il Progetto Nazionale "Messico Terzo Millennio" propone nel Paese sei Complessi, oltre al PPP, che sono parte integrante dell'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA). In ognuno di questi Complessi si propongono progetti idroelettrici.

Nel Complesso Pacifico Occidentale risaltano le dighe idroelettriche Ixcam nello stato di Nayarit.

Nel Complesso Pacifico Nord il progetto Montague nel delta del Rio Colorado, Batahui sul torrente Yaqui e Huahura sul Rio Mayo.

Nel Complesso Centro e Nord c'è da sottolineare il sistema idroelettrico Tzen Valle nella huasteca potosina, la diga "Santa Cynthia" e la centrale "Micos" in San Luis Potosí, la diga "Santa María" in Querrétaro e San Luis Potosí, la diga di trasferimento "Extoraz" tra Querétaro e Hidalgo, la diga "Amajaque" in Hidalgo e la costruzione di varie centrali del Sistema Idroelettrico sul Rio Necaxa nello stato di Puebla.

Nel Complesso Pacifico Sud risaltano le dighe Papagayo-La Parota e Omotepec in Guerrero e Verde-Atoyac in Oaxaca, il canale interoceanico di Tehuantepec di 288 km oltre alla ferrovia elettrica trans-istmica ad alta velocità ad otto vie e la costiera del Golfo a doppia via, entrambi elettrificati ed ad alta velocità.

Per il momento, ci soffermiamo sul Complesso Sudest e specificatamente sui progetti idroelettrici in Chiapas che coinvolgono diversi fiumi dello stato e le conche dei torrenti Grijalva e Usumacinta.

Il Sistema UsuTulijá ed i progetti Quetzalli, Huixtán I, Huixtán II, Jattza e Nance, localizzati tutti in Chiapas, raggiungeranno una potenza di 9.520 MW (il 27% del livello nazionale), e genereranno 33.000 milioni di kW/ora all'anno (KW/h-a), cioè il 20% della produzione nazionale attuale. Con tutto questo si vorrebbero appoggiare i futuri progetti di sviluppo degli attuali centri urbani e industriali ed aggiungere un milione e mezzo di ettari per l'agricoltura da esportazione, la qual cosa implicherà l'espulsione dei piccoli produttori. Nello stesso modo si giustificano i progetti per dotare di energia il corridoio del Golfo e per controllare le inondazioni costiere provocate dal disboscamento, così come fornire di energia la Penisola dello Yucatán che nel quadro del PPP sarà invasa da parchi industriali, maquiladoras e centri di agro-esportazione.

Grazie alla notevole portata dell'Usumacinta, 70.100 milioni di metri cubi compreso il contributo preveniente dalla diga Salto de Agua sul torrente Tulijá che attraversa tutto il municipio di Salto de Agua, ogni metro di carica-invaso fornirebbe 150 milioni di kW/h che equivalgono a un risparmio di 250.000 barili di combustibile all'anno: "fatto determinante per scegliere la altezza della diga secondo l'area massima da inondare".

Per il progetto è necessario "Valutare (...) i danni-indennizzi in entrambi i lati della frontiera", anche se si pensa che le rovine archeologiche maya di Yaxchilán in Chiapas, che si trovano a 170 m. s.l.m., e Piedras Negras in Guatemala, situate a 150 m. s.l.m., non verrebbero inondate dai laghi artificiali delle dighe, secondo lo studio topografico elaborato nel 1967 dal CFE.

Quindi, il progetto conclude che "non essendoci danni archeologici rilevanti, sarebbe conveniente aumentare l'altezza della diga", anche se le comunità indigene devono essere sfollate e le selve inondate, e sottolinea che "Questo, permetterebbe di approfittare obiettivamente di risorse tecniche ed economico-finanziarie, affermandosi come opera di infrastruttura che condividerebbero Messico e Guatemala".

Per il Progetto Nazionale "Terzo Millennio" l'obiettivo centrale è l'affare: "è fondamentale pensare, pianificare e costruire progetti ed opere d'infrastruttura di base ad alta partecipazione e produttive" che "offrano garanzie sufficienti agli investitori per sviluppare l'installazione di industrie, attivare il commercio ed incrementare la produzione agricola e pastorizia". Per questo, è necessario che i governi modifichino gli accordi ed i trattati di cooperazione binazionale, in particolare il Patto di San José "affinché si arrivi l'interconnessione dell'alta tensione fra il sud del Messico, il Centroamerica e il nord della Colombia".

Inoltre, cinicamente, si propone la necessità di concretizzare un Trattato di Libero Commercio per tutta l'America Latina (ALCA) "per promuovere uno sviluppo sovrano e integrale". Così, "Questo obiettivo darà spazio ad una rinnovata alleanza di prosperità fra tutti i paesi del continente". In altre parole, gli indigeni e i contadini rimangono esclusi dato che non sono grandi investitori sussidiati dai governi del nord né sono "produttivi" per il mercato.

Per il Piano Nazionale "Messico Terzo Millennio", l'area totale che sarà inondata in tutta la conca dell'Usumacinta è di 725 chilometri quadrati che equivalgono a 72.500 ettari di terre indigene e di selva, delle quali 425 km quadrati sono in territorio messicano e 300 km quadrati sono in territorio guatemalteco. Ma, se teniamo conto di tutti i progetti qui descritti, si arriva alla cifra di circa mille chilometri quadrati che equivalgono a 100 mila ettari di terre inondate. Si vorrebbero cioè creare "moderne industrie agropecuarie e manifatturiere, distretti per la produzione del pesce e acquari, un appassionante destino di sviluppo turistico".

Il fiume Usumacinta passa anche per lo stato di Tabasco, dove si realizzerebbe un canale di derivazione a Balancán che travaserà - porterà - l'acqua del torrente verso la Laguna de Términos nello stato di Campeche. Questo canale produrrà 1.250 milioni di kW/h in una centrale idroelettrica addizionale a basso carico.

Se si aggiunge la diga di Salto de Agua che presumibilmente controllerà le inondazioni del fiume Tulihá, la regione nord e oriente di Tabasco, e il sud est di Campeche, beneficiata sarà l'industria che "combinando efficienti opere di drenaggio e canali di navigazione, recupererà più di un milione e mezzo di ettari di terre fertili per le attività agropecuarie e acquatiche".

Inoltre, a partire dalla riva destra del suo invaso "una monumentale conduttura" unirà gli invasi dei progetti "Boca del Cerro", "San Pedro" e "Candelaria" e sarà possibile disporre di un torrente-canale con diverse ramificazioni ed ottenere "abbondante acqua fresca e irrigare estese superfici nella penisola dello Yucatán che si tradurrà in un futuro migliore per i suoi abitanti e sarà l'asse vitale per ristabilire l'assetto ecologico di un così importante territorio peninsulare". Sicuramente non parlerebbero così i giornalieri agricoli del nord del Messico, visto che vivono nella miseria e con giornate mal pagate.

Per ottimizzare il potenziale idroenergetico di tutta la conca, il Progetto Nazionale spinge affinché il Guatemala sviluppi un piano simile a quello proposto per il sudest del Messico sui fiumi Ixcán, Xattbal, Chixoy e La Pasión, il che aumenterebbe la produzione di elettricità per la vendita e farebbe risparmiare il consumo di idrocarburi.

Il fiume Usumacinta ha come principali affluenti i fiumi Lacantún, Ixcán, Xattbal, Chixoy o Salinas e de La Pasión. La conca possiede il 20% dei corsi d'acqua del paese e può travasare grandi volumi di acqua e di energia alla penisola dello Yucatán.

Quindi, il Sistema "Usumacinta-Tulhá" (UsuTulhá) si prefigge di controllare i fiumi Tulijá e Usumacinta che inondano molta parte della pianura costiera degli stati di Tabasco e di Campeche in parte a causa dei grandi disboscamenti operati dalle imprese del legname. Si propone quindi che le dighe siano collegate tra loro per mezzo di tunnel e canali. Si intende il Sistema "Usu Tulhá" come "il più importante progetto multifunzionale in Messico - produzione idroelettrica, alimentazione e sviluppo integrale".

Tra i piani che compongono il Progetto Nazionale "Messico Terzo Millennio", si trovano le seguenti dighe [vedere mappe sul sito www.ciepac.org]:

1) Diga "Salto de Agua". Ubicata nel municipio di Salto de Agua, nella regione nord del Chiapas, sul fiume Tulijá e a 39 km a sudest di Macuspana nel vicino stato di Tabasco, e 35 km ad occidente di Palenque, sempre in Chiapas. Servirà al controllo delle inondazioni e a deviare il corso del fiume Tulijá (6.600 milioni di metri cubi) con un tunnel di 23 km di lunghezza e 9 m di diametro verso l'invaso del progetto binazionale idroelettrico "Boca del Cerro" (per la sua parte corrispondente sul fiume Chancalhá). Il travaso consiste in questo: nel portare le acque di un torrente ad un altro, o nel trasferire le acque di un torrente ad un altra diga. La diga avrà un muro di 150 m di altezza ed una lunghezza di 2 km. L'invaso creerà un lago artificiale che inonderà 396 km quadrati di selve e di terre indigene con una capacità di 24.540 milioni di metri cubi e funzionerà con oscillazioni minime di livello e regolerà totalmente la portata del fiume Tulijá. Lungo le rive della diga si potranno costruire "moderni centri abitati, industriali, agropecuari e acquatici, ed incrementare la capacità del Sistema "UsuTulhá" con 700 MW e la produzione di 1.900 milioni di kW/h-a" (kW/ora all'anno).

2) Diga Binazionale "Boca del Cerro", Chiapas-Tabasco e Guatemala. È considerata l'opera idroenergetica più significativa e chiave del Sistema "UsuTuljá" e del sudest del Messico. Si ubicherà a 9,5 km al sud est di Tenosique, Tabasco, e consisterà di una diga di 135 m di altezza, che darà forza a sei potenti turbo-generatori da 700 MW, con una capacità di contenimento di 19.550 milioni di metri cubi. Con le sue ramificazioni, porterà acqua alla penisola dello Yucatán con un tunnel di 350 km per favorire la produzione agropecuaria di un milione e mezzo di ettari nella pianura costiera. Avrà un invaso, o lago artificiale, di 300 km quadrati che equivalgono a 30.000 ettari e il 42% della sua superficie si troverà in territorio guatemalteco. Boca del Cerro avrà una capacità di 4.200 MW e una produzione di 17.400 milioni di kW/h-a, il 67% della energia idroelettrica del Messico, si risparmierebbero così 29 milioni di barili di combustibile. Questa diga sarebbe la più importante del paese anche se sotto altri aspetti è più importante quella di El Cajón nello stato di Nayarit.

"Boca del Cerro" "è prioritaria" e richiede quindi "la partecipazione dei governi del Messico e del Guatemala nello sviluppo della proposta di fronte alle organizzazioni finanziarie e ai privati, (quota massima dell'acqua 125 m. s.l.m.)". D'altro canto, "tutti gli investimenti per la costruzione delle opere civili e delle installazioni elettromeccaniche associate al progetto e i danni maggiori, rimarranno in Messico; circa il 65% dei contributi al futuro invaso, proverranno invece dagli affluenti guatemaltechi. In questo modo, i benefici ottenuti dalla produzione di elettricità saranno sostenuti dalle norme stabilite dal Trattato Internazionale dei Limiti e delle Acque e dalle nuove regole dell'ampliato Patto di San José, così come dai trattati ed accordi che ne derivino".

Il Progetto Boca del Cerro è contemplato anche all'interno del Piano Idraulico 2001-2005. Per "Messico Terzo Millennio" l'esecuzione del progetto "presenta un preventivo stimato intorno ai 50.000 milioni di pesos (cinque mila milioni di dollari), di cui il 70% sarà in moneta nazionale - opere civili, materiali di costruzione, equipaggiamenti vari... - da destinare in un periodo di cinque anni, ed assicurerà agli organizzatori finanziari e all'iniziativa privata investimenti altamente competitivi e produttivi".

Da parte sua, l'Associazione Civile Ecologista Santo Tomás di Tabasco, con un comunicato, ha reso noto che il progetto Bocca del Monte era stato cancellato già nel 1991 dall'allora Presidente Carlos Salinas dato che avrebbe danneggiato le zone archeologiche e provocato danni ecologici. Di fatto, i terremoti avvertiti a Tenosique sono dovuti alle esplosioni in corso a Alto Grijalva [Tabasco Oggi, 30 giugno 2002].

3) Diga "Chumpán". Situata nello stato di Campeche, vicino al Chiapas, confina a sud con Balancán, Tabasco. Consiste di una diga-canale sul fiume Chumpán di 12 m di altezza e 7,5 km di lunghezza "per formare un attraente lago di 265 km quadrati con un'altezza massima di 10 m s.l.m.". Questo comporta l'inondazione di 26,500 ettari. La diga trasporterà l'acqua con un tunnel di 21 km per canalizzare le estrazioni della diga Bocca del Cerro (somma dei fiumi Tulijá e Usumacinta) verso il torrente Salsipuedes che sbocca nella Laguna de Términos, Campeche. Avrà sponde percorribili sugli argini e si vuole anche installare una centrale di bassa portata - 250 MW e 1.200 milioni di kW/h-a. Sarà possibile la navigazione, dal progetto Bocca del Cerro fino il Golfo del Messico (236 km), e "sviluppare nuovi centri abitati, zone agricole e installare fabbriche lungo le rive".

4) Diga "Bajatzén". Situata sul fiume Shumulhá a 16 km a nordest di Yajalón e che fa parte della conca del fiume Tulijá. Confina con i municipi di Tumbalá e Tila nella zona Nord del Chiapas. Si vogliono sfruttare le rapide del fiume e il suo sfociare nella futura diga di "Salto de Agua", per disporre un condotta di 400 metri, che mediante un tunnel di 3,5 km produrrà 690 MW per generare 2.530 milioni di kW/h-a. Questo s'integra con una diga di 250 m di altezza che formerà un lago artificiale di 635 milioni di metri cubi. Questo progetto potrebbe essere "un'eccellente alternativa al progetto idroelettrico 'Itzantún' sul fiume Tacotalpa, di fronte ai problemi sociali che limitano questo vantaggioso progetto".

In questo modo, il Complesso di Sviluppo del Sudest si trasforma in una questione di "sicurezza nazionale" per il Progetto Nazionale "Messico Terzo Millennio". Per questo, "il conflitto con i ribelli deve essere risolto perché le richieste dei ribelli (autonomia - separazione territoriale, regionalizzazione etnica, culturale, sociale), insieme ai piani ufficiali (Piano Puebla Panama), impediscono di approfittare al meglio delle risorse naturali e del pieno sviluppo della regione". In altre parole, gli indios ostacolano le ambizioni del capitale e gli Accordi di San Andrés firmati tra l'EZLN ed il governo federale, sono un muro di contenzione a questa rapina. Quindi, riprenderanno le precedenti lotte sociali, indigene e contadine in Chiapas contro le dighe. La quantità di progetti idroelettrici nella regione promettono processi di resistenza per evitare non solo che gli abitanti coinvolti siano destinati a morire di fame grazie ai trattati di libero commercio che li vogliono seppellire nella miseria, ma anche contro questi progetti che vogliono seppellire la loro terra, la loro storia e cultura sotto le acque dello "sviluppo".

Gustavo Castro Soto

CIEPAC, A.C.

CIEPAC è membro di: Movimiento por la Democracia y la Vida (MDV) de Chiapas, Red Mexicana de Accion Frente al Libre Comercio (RMALC: <www.rmalc.org.mx>), Convergencia de Movimientos de los Pueblos de las Americas (COMPA: <www.sitiocompa.org>), Red por la Paz en Chiapas, Semana por la Diversidad Biologica y Cultural <www.laneta.apc.org/biodiversidad>, Foro Internacional "Ante la Globalizacion, el Pueblo es Primero", Alternativas contra el PPP.

CIEPAC, A.C. - Centro de Investigaciones Economicas y Politicas de Accion Comunitaria

Eje Vial Uno Numero 11 - Col. Jardines de Vista Hermosa - 29297 San Cristóbal - Chiapas- MEXICO

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(traduzione a cura del Comitato Chiapas di Torino e del Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)



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