La Jornada - 12 luglio '02

L'Esercito ha accerchiato il municipio e comunità vicine occupano le strade

Se c'è repressione, "siamo pronti a ciò che può succedere"

Il governo deve capire: non negozieremo le nostre terre

Montiel Rojas attribuisce lo scontro "ad un gruppo estraneo al progetto dell'aeroporto"

ENRIQUE MENDEZ E MARIA RIVERA - INVIATI

La popolazione di San Salvador Atenco si è dichiarato in serata "pronto a tutto ciò che può succedere" mentre l'Esercito l'accerchiava e 16 comunità vicine hanno bloccato strade. Intanto, organizzazioni sociali di Oaxaca, Yucatán, Guerrero e Michoacán, il sindacato di Euzkadi e il Fronte Popolare Francisco Villa (FPFV) hanno dato vita ad una mobilitazione verso Atenco e hanno annunciato che ci saranno blocchi di strade. José Luis Martínez, abitante di Atenco, ha affermato che il governatore dello Stato di Messico, Arturo Montiel Rojas, ha teso "una trappola alla comunità" ed ha informato che più di 5 mila persone si stavano riunendo nella piazza del municipio del paese.

Il governo federale non ha cercato nessun contatto con gli abitanti, per cui ci si aspetta l'inizio della repressione. Il governatore mexiquense ha attribuito lo scontro di ieri "ad un gruppo estraneo al progetto dell'aeroporto, auspicato da interessi contrari allo sviluppo del paese, che hanno agito in modo violento, come è stato dimostrato" questo giovedì.

In un notiziario della televisione, ha detto che il suo governo "è intervenuto secondo la legge per mantenere lo stato di diritto".

- Quali sono questi interessi estranei? - gli abbiamo chiesto.

- Spero di avere presto tutti gli elementi per informare su come si sia violato lo stato di diritto. E non permetteremo che si continui così, perché si tratta di un gruppo estraneo e pagato, che riceve appoggio economico da interessi oscuri.

Senza dubbio, in Atenco si ha la certezza che Montiel Rojas ha fatto scattare una trappola per giustificare una azione di polizia contro il paese.

"Montiel vuole la repressione però, codardamente, ha messo la polizia proprio per chiuderci le vie d'uscita. Noi siamo pronti e non li aspetteremo solo con il machete. Se questo è ciò che vuole il governatore, gli daremo ciò che vuole. Così ci ammazzeranno, ma non siamo disposti a negoziare le nostre terre. Che lo capiscano e lo sappiano molto chiaramente", ha detto Luis Martínez.

Ha informato che gli abitanti di Atenco sapevano che si stava formando un accerchiamento di granaderos. Di fronte a questa mobilitazione di polizia, si sono riuniti con il viceprocuratore di Texcoco, Andrés Mendiola, che è stato trattenuto insieme ad altri due funzionari della Procura di Giustizia ed a quattro agenti giudiziari .

"Gli abbiamo detto che se c'è scontro, per primo ci va lui".

Questa minaccia ha permesso che all'arrivo dell'Esercito Mendiola parlasse per telefono con i suoi superiori. I contadini l'hanno sentito mentre diceva: "Non cominciate, perché se no mi uccidono".

José Luis Martínez ha riferito che il governo dello stato ha arrestato 15 contadini, mentre altri 14 sono stati ricoverati in ospedale e sono considerati agli arresti.

"Ci hanno già fatto arrabbiare troppo, perché adesso ci passi. Di tutto questo sono responsabili Montiel e il presidente Vicente Fox. Chiediamo che destituiscano il sindaco Margarito Yáñez, perché lo arresteremo e lo linceremo", ha detto.

Ha informato che nella comunità non c'è più paura. Sanno che lo scontro di ieri è stato "preparato dal governo statale", e ha insistito che se c'è un movimento di repressione, loro anche risponderanno. "Ci prenderemo la nostra rappresaglia sul viceprocuratore. Lui sa già che prima crepa lui, e dopo noi", ha affermato.

Gli abitanti di Atenco non avevano ancora arrestato Margarito Yáñez, però hanno avvertito che lo avrebbero fatto nelle prossime ore. "Ce lo siamo riservati per negoziare", ha detto Martínez.

In risposta all'aggressione della polizia, i lavoratori dei campi hanno bruciato tre camion della Coca-cola e hanno deciso di dar fuoco ad un autobus ogni due ore, fino a che il governo statale si decida a liberare i loro compagni.

Hanno pure dichiarato che come il saldo dello scontro è di due morti, cinque desaparecidos del movimento, oltre ai feriti ed agli arrestati dal governo statale.

Tra le comunità che hanno espresso la loro solidarietà con Atenco ed hanno iniziato il blocco delle strade intorno del municipio ci sono: San Felipe, Tocuila, San Andrés, La Magdalena, Francisco I. Madero, Acuexcomac, Ixtapan, Mexquitayac, San Pablito, Zapoclán, San Andrés Chautla, Papalotla, Chimalpa, Texcoco e Tepetitlán.

Questa mobilitazione in appoggio agli abitanti di Atenco ha permesso al movimento di affermare che "non siamo ottanta, si vede che abbiamo l'appoggio di molta gente".

E benché la situazione del paese sia considerata "difficile", José Luis Martínez ha segnalato: "Non ci piegheremo. Non negoziamo i nostri terreni. Questo deve capirlo il governo dello stato: non vogliamo più denaro per le nostre terre, ma che ce le lascino come sono. Non vogliamo negoziare le nostre terre e Montiel per noi è il responsabile ed il colpevole di ciò che può succedere ai nostri compagni".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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