La Jornada - 11 agosto 2002

NUOVE ESERCITAZIONI DI SOLDATI E PARAMILITARI NEI MUNICIPI AUTONOMI

LO ZAPATISTA ASSASSINATO ERA MINACCIATO DI MORTE

DENUNCIA DELLE ONG: IL GOVERNO NON VUOLE INTERROMPERE L'IMPUNITÀ

HERMANN BELLINGHAUSEN

San Cristóbal de Las Casas, 10 agosto - La morte di José López Santiz, che apparteneva all'autorità autonoma del Municipio 17 de Noviembre, si aggiunge ai recenti atti di violenza diretta contro le basi d'appoggio zapatiste nelle regioni di Altamirano ed Ocosingo, le vallate a nord della Selva Lacandona e dei Montes Azules. 10 giorni fa un attacco dei paramilitari nella comunità La Culebra, aveva provocato sette feriti.

Il rappresentante zapatista assassinato aveva ricevuto minacce di morte da parte dei priisti di Altamirano: questo è quanto hanno rivelato oggi gli abitanti della sua comunità 6 de Agosto.

Un clima di incertezza si diffonde nella zona a nord dello stato in cui sono state registrate incursioni militari straordinarie all'interno di comunità in resistenza, come nell'accampamento di desplazados San Marcos (Sabanilla) e nelle comunità San Antonio El Brillante (Municipio Autonomo San Juan de la Libertad) e Lázaro Cárdenas (Huitiupán).

Il Municipio Autonomo San Manuel ha denunciato nuove esercitazioni di guerra dell'Esercito federale nella vallata di Las Tazas ed il Municipio di Ricardo Flores Magón ha denunciato, nelle scorse settimane, numerosi movimenti e sorvoli militari e la crescente attività di gruppi che gli autonomi definiscono di paramilitari priisti.

Il comandante della Settima Regione Militare, Mario Pedro Juárez Navarrete, ieri a Tuxtla Gutiérrez, ha negato che l'Esercito federale stia partecipando "ad attività antiguerriglia per attaccare l'Esercito di Liberazione Nazionale, ma sta solo effettuando l'addestramento adeguato dei soldati per combattere crimini specifici, come il narcotraffico".

Il comandante Juárez Navarrete ha assicurato che nella preparazione delle truppe che occupano postazioni nella selva Lacandona "non c'è niente di anormale". Inoltre, ha negato "la versione" secondo la quale la presenza di truppe stia aumentando "nella cosiddetta zona zapatista. Ci sono stati semplicemente alcuni cambiamenti", ha dichiarato senza precisare altro.

Al contrario, l'avvocato Miguel Angel de Los Santos, conferma la crescente militarizzazione della regione ed ha affermato che questa militarizzazione "inibisce la vita culturale, cerimoniale e sociale delle comunità indigene", e questo "è un'espressione non sempre evidente della violazione dei diritti umani collettivi".

Durante la presentazione del rapporto della Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani in Chiapas (CCIODH) avvenuta ieri a San Cristóbal de Las Casas, l'avvocato De Los Santos ha aggiunto che l'attuale aumento della paramilitarizzazione "dimostra che il governo non vuole rompere il circolo vizioso dell'impunità". Nonostante i crimini commessi "siano stati documentati con precisione e prove", i colpevoli non vengono arrestati "e questo viola i diritti umani". Ha inoltre lanciato un allarme sulla grave situazione delle migliaia di desplazados ne Los Altos e nella zona nord del Chiapas.

Durante l'evento (al quale hanno anche partecipato il giornalista Amado Avendaño Figueroa e lo storico Andrés Aubry), la ricercatrice Gabriela Soriano, del CIEPAC, ha rilevato l'importanza che dal 1995 hanno avuto le commissioni internazionali di osservazione "per mitigare le aggressioni e la repressione degli indigeni" nonostante la persecuzione dei governi precedenti nei confronti degli osservatori stranieri in Chiapas.

Elena Roux, membro della CCIODH, che ha già partecipato a precedenti missioni internazionali, ha dichiarato che gli osservatori hanno trovato "una decomposizione e ricomposizione politica nella regione".

In quest'ultima settimana, la CCIDH ha ripercorso molte delle decine di comunità indigene dello Stato già visitate nel febbraio scorso. Fedeli al loro impegno, gli osservatori hanno raccolto denunce fresche. "Il numero di effettivi dell'Esercito federale non è diminuito assolutamente", ha dichiarato la canadese Genoveva Saumier. Inoltre, i luoghi precedentemente occupati dall'Esercito federale "non sono stati restituiti ai loro proprietari".

Ha quindi trasmesso la denuncia della comunità tzotzil di San Antonio El Brillante nella quale, 15 giorni fa, per la prima volta da quando esiste il villaggio, è entrato un blindato militare da combattimento. Con a bordo 5 soldati ha sostato nel centro della comunità. "Le donne hanno suonato le campane del villaggio per radunare la gente e chiedere ai soldati di andarsene".

Si è saputo che, da allora, sono aumentati i trasferimenti militari tra i quartieri militari di San Cayetano e Puerto Caté (nel municipio autonomo San Juan de La Libertad), precisamente sulla strada in cui si trova San Antonio El Brillante.

Tutto questo avviene in un'atmosfera di nervosismo da parte del governo, infarcita di false versioni, chiacchiere fantasiose o minacciose e visite dell'incaricato presidenziale per la pace Luis H. Alvarez (o dei suoi inviati) ad autorità tradizionali e municipali (ufficiali) e senza mai stabilire nessun contatto con i municipi autonomi o con la dirigenza zapatista anche durante il passaggio per Oventic, La Realidad, Polhó ed altri villaggi ribelli.

In un'affollata cerimonia alla quale hanno partecipato centinaia di campesinos tzeltal e tojolabal del Municipio 17 de Noviembre, José López Santiz è stato sepolto ad Altamirano. C'è un grande spiegamento di polizia nella zona (dove sicuramente non ci sono più gli assassini, anche se gli indigeni ritengono non si trovino molto lontani dalla capitale dello Stato).

Nonostante il clima di paura per una possibile "vendetta" da parte della "turba" zapatista, prevista da diversi mezzi di comunicazione locali, il Segretario di Governo, Emilio Zebadúa, nella notte ha annunciato la liberazione delle persone "temporaneamente fermate" (del Municipio Autonomo 17 de Noviembre) e che la situazione è di "relativa tranquillità". Concordando con il procuratore chiapaneco, Mariano Herrán Salvatti, Zebadua ha affermato che si cercano gli autori dell'omicidio assicurando "il pieno rispetto delle diverse posizioni politiche e delle manifestazioni di autonomia nel caso degli zapatisti. Abbiamo cercato di far valere lo stato di diritto per assicurare la tranquillità del municipio".

Il rapporto legale (indagine preliminare AL89/AJI/42/2002) della Procura Statale dichiara che il cadavere presentava "11 pallini dovuti ad uno sparo di fucile da caccia", mentre la Rete dei Difensori Comunitari per i Diritti Umani, ha affermato ieri, dopo aver visitato la comunità 6 de Agosto, che José López Santiz è stato colpito da 8 spari.

Ciononostante, tutte le versioni concordano sull'identità dei responsabili.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home