IL MIRACOLO DI JUAN DIEGO

di Sara Elter

Questa storia, a lieto fine come ormai se ne leggono poche, ha inizio alla fine di giugno di quest'anno, a Città del Messico. Capitale cresciuta a tal punto da ormai inglobare il grande aeroporto internazionale. Il governo della città, allora, obbligato anche da misure di sicurezza, decide di costruire un nuovo aeroporto. Dove? Beh, per esempio vicino alla discarica, dove non ci dovrebbero essere problemi di urbanizzazione. Peccato che in quell'area vivano 4 mila piccoli proprietari terrieri, leggasi poveri contadini senza arte né parte. Così il progetto va avanti: anzi, è il più grande annunciato dal nuovo governatore del Messico, tal Vicente Fox, cioè Vincenzo La Volpe. Oltre due miliardi di dollari verranno spesi per costruire un bell'aeroporto e i centesimi rimasti per espropriare i poveri, ignoranti ed indifesi "proprietari terrieri".

Ma la storia, a volte, non va così. I "piccoli proprietari terrieri", cioè pezzenti senza neppure la protezione del cielo, non ci stanno: occupano subito le strade, si armano, prendono in ostaggio 19 persone, tutti poliziotti e funzionari pubblici locali. La polizia interviene, arresta qualcuno. I rivoltosi, dopo tre giorni, liberano a poco a poco i loro prigionieri, mentre i compagni arrestati vengono scarcerati.

Il governo, appena installato, non sa che fare: è una questione di immagine! Alla fine viene inviato un funzionario governativo per mediare il prezzo delle terre e stabilire un'offerta che "sia dignitosa per tutti". Le trattative vanno avanti, senza nulla di fatto: testoni e crapuloni questi "piccoli proprietari terrieri"! Sono radunati nell'auditorium Emiliano Zapata della loro cittadina, San Salvador Atenco, in maggioranza abitato da indigeni, e parlano di "terra e libertà". Il messo del presidente La Volpe offre la costruzione di scuole, strade e ospedali, oltre a denaro sonante ma quei testoni continuano a non voler cedere "la terra dei nostri avi".

Così una sera, più precisamente il 1 agosto dell'anno 2002, il ministero dei Trasporti ha annunciato la cancellazione del faraonico progetto. E la mattina seguente a San Salvador Atenco è iniziata una lunga festa che non sappiamo come sia andata a finire: dalle foto di agenzia si vede una tromba sdraiata per terra che se la ride in compagnia di parecchie bottiglie e i piedi dei ballerini che continuano a volare. I vincitori, gli indios, nella loro secolare modestia, asseriscono convinti che è stato tutto merito del nuovo santo indigeno, tal Juan Diego, appena reso santo dalla visita del Papa. Può essere, possiamo anche crederci. È già un miracolo che avvengano vittorie come queste, anche se non son certo le uniche.

[e-mail dell'11/8/02]


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