MUNICIPIO AUTONOMO IN RIBELLIONE RICARDO FLORES MAGÓN

11 gennaio 2002 - Chiapas - Messico

Al Popolo del Messico

Ai Popoli del Mondo

Sorelle e fratelli:

La minaccia degli operativi militari, i sorvoli radenti, gli sgomberi e le minacce alle comunità in resistenza e alle terre recuperate continua, specialmente nella zona della laguna di questo Municipio autonomo.

Oggi come ieri non si tratta di semplici operativi di ricognizione, di operazioni di intimidazione e di antiguerriglia, ma pure di una strategia che va più in là e si combina con i piani del mal governo e con gli interessi dei potenti per sgomberare le comunità indigene che abitano nelle zone che il mal governo vuole riservarsi senza sgomberare i popoli ai quali quei territori appartengono realmente, storicamente, culturalmente e legalmente.

I sorvoli radenti di elicotteri continuano lungo la vallata del Rio Perla e si sono intensificati dall'8 di gennaio, e di nuovo il giorno 9 gennaio più di cento effettivi dell'Esercito federale hanno circondato il villaggio Laguna Suspiro (ubicato a lato della laguna Yanqui o Semental). Questa volta non solo hanno fatto atto di presenza ma hanno voluto mostrare la violenza delle loro armi, inoltre hanno minacciato la gente affinché ricevesse denaro dal mal governo per andarsene dalle sue terre.

I fatti sono i seguenti:

  1. Il giorno nove gennaio varie pattuglie dell'Esercito federale che contavano quasi 100 effettivi sono usciti dal loro accampamento (che è ubicato tra le lagune e il villaggio di Chamizal) in direzione della comunità Laguna Suspiro.
  2. Alle cinque del pomeriggio hanno dispiegato un operativo di sicurezza intorno alla laguna e hanno cominciato ad attraversarla in pattuglie. Alle 5 e 30 del pomeriggio hanno circondato la comunità di Laguna Suspiro.
  3. Un gruppo di soldati federali è entrato fino al centro del villaggio scortando due persone in civile che si sono identificati come agenti del Pubblico Ministero di Ocosingo.
  4. I soldati ed i presunti agenti del Ministero sono stati ricevuti da un gruppo di donne della comunità alle quali hanno cominciato immediatamente a chiedere dove erano gli uomini.
  5. Le donne, che solo a fatica capiscono e parlano il castilla per la mancanza d'istruzione da sempre, hanno domandato che cos'era che cercavano ed hanno detto che gli uomini stavano per tornare dal lavoro dei campi ed hanno chiesto che se ne andassero perché alla gente facevano paura tanti soldati e tante armi.
  6. Uno degli agenti ha iniziato a reclamare ed a dire che venivano ad investigare perché avessero così tante lamentele contro i soldati. Dopo ha detto che venivano a pagar loro il mais, le banane e le arance che i soldati avevano rubato nei campi, però anche contemporaneamente venivano a pagare i loro frutteti e la terra perché la comunità se ne andasse dalle sue terre.
  7. Le donne hanno risposto in tzeltal: andatevene, non vogliamo il vostro denaro, non vogliamo lasciare la nostra terra, non vogliamo che ci paghiate quello che il soldato ci ha rubato, vogliamo che ci lasciate lavorare tranquille, vogliamo che i soldati se ne vadano dalle nostre terre per sempre.
  8. I soldati e gli agenti, non capendo niente, hanno avvertito che sarebbero tornati presto, però sarebbero venuti in elicottero perché era molto difficile attraversare la laguna e volevano tutti gli uomini della comunità presenti al loro ritorno. Le donne hanno risposto che non volevano vedere i loro elicotteri e le loro armi un'altra volta perché dopo i bambini non possono più dormire tranquilli e la gente è già molto spaventata e stanca che ogni momento ci siano dei soldati che entrino nelle sue terre a rubare e a disturbare.
  9. I soldati e gli agenti si sono ritirati circa 40 minuti dopo.

Sorelle e fratelli, denunciamo questi fatti perché è nostro diritto e dovere, perché, contro ciò che stanno dichiarando i cattivi governi, gli operativi e le minacce militari continuano nello stato del Chiapas, e perché stiamo già vedendo gli interessi economici per le zone di riserva per fare i loro progetti biologici, ecologici e turistici, per far questo stanno facendo pressione ogni giorno di più, per sgomberare le comunità indigene che invece stanno impedendo il saccheggio e la pirateria della ricchezza biologica. Ricchezza che noi vediamo e che non è perché solo pochi ne abbiano beneficio e dopo la vendano al mondo, noi vediamo questa ricchezza che deve essere per i nostri popoli indigeni, per il popolo di Messico e per tutto il mondo.

Quindi chiariamo al mal governo che non permetteremo lo sgombero delle nostre comunità indigene delle zone di riserva, dalle terre recuperate, né da nessuna parte dei territori indigeni autonomi.

Continueremo a difendere ed a curare la nostra terra: viva la resistenza, la dignità, la lotta ed i principi di Zapata. La terra è di quelli che la lavorano, di quelli che con onore vivono di lei, di quelli per cui la terra non è mercanzia ma la madre, la cultura e la storia, di quelli come noi che siamo dello stesso colore della terra, che siamo della cultura del mais.

Libertà, Giustizia e Democrazia

CONSIGLIO AUTONOMO RICARDO FLORES MAGÓN

(bollo)

ENLACE CIVIL, A. C.

20 de Noviembre n. 36 - Barrio de Mexicanos - C.P. 29240 - San Cristóbal de Las Casas - Chiapas

tel. (967) 82104 - tel/fax (967) 88465 - enlacecivil@laneta.apc.org - http://www.enlacecivil.org.mx


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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