Venerdì - 10 Maggio 2002

Cereo N. 1 Cerro Hueco - Tuxtla Gutierrez - Chiapas

Ai mezzi di comunicazione locali, nazionali e internazionali

Ai popoli del mondo

Noi, detenuti politici, basi d'appoggio zapatiste, raggruppati nella Voce del Cerro Hueco continuiamo la lotta per la LIBERTÀ CON GIUSTIZIA E DIGNITÀ, non riposeremo fino a che non l'avremo ottenuta, sebbene il mal governo pretenda di sottometterci nell'oblio, la nostra lotta è più forte perché la ragione è dalla nostra parte.

Non ci fermeremo, per quanto continuino a incarcerare più compagni che sono ad oggi già 17 nuovi detenuti.

Per quelli che continuano ad affermare che non ci sono più basi d'appoggio zapatiste tra i detenuti, ora rendiamo noto che si uniscono alla Voce del Cerro Hueco: Efraín Hernández Sánchez, Victorio Gómez Núñez, Andrés Díaz Ruiz e Antonio Díaz Ruiz.

In San Cristóbal L.C.: Jorge López Díaz, Juan Velasco Gómez, Martín Díaz Núñez, Diego Méndez Hernández, Javier López Méndez, Juan Vázquez Gutiérrez, Domingo Hernández Entiznó, Alonso Santís Hernández e Alonso Meza Domínguez.

In Yajalón: Honorio Gómez López, Juan Bernabé Cruz Aguilar e Manuel Guzmán Gómez.

In Playas de Catazajá: Manuel Hernández López.

Oggi alle 10.00 del mattino si aggiungono questi nuovi detenuti basi d'appoggio zapatiste a uno sciopero della fame al quale si aggiungono i nostri compagni dello stato di Tabasco, come parte di una resistenza pacifica per esigere la nostra liberazione, però mai il perdono: se siamo in carcere è perché lottiamo per il riconoscimento dei nostri diritti come popolazione indigena e la detenzione non ci fermerà.

Non tocca a noi parlare per l'EZLN che con il consenso delle comunità deciderà il momento in cui le condizioni saranno adeguate, ma appoggiamo le tre condizioni minime che le popolazioni indigene aspettano di vedere compiute.

Il riconoscimento degli accordi di San Andrés espressi nella legge COCOPA, la smilitarizzazione delle comunità indigene e la liberazione dei detenuti zapatisti.

Continuiamo e continueremo a ricordare che sono tre condizioni minime per aprire il cammino della pace.

Non è ostinazione come dicono i potenti, è giustizia storica.

Facciamo solo sapere una realtà: l'esistenza di nostri detenuti basi d'appoggio zapatiste che resistono ad una incarcerazione ingiusta.

Essendo chiare le cose, vogliamo solo aggiungere che ancora non capiamo perché alcune persone cercano solo un ruolo da protagonisti e affermano che stanno ottenendo per noi il perdono del governo.

Di fronte a questa burla torniamo a domandare ancora una volta: di cosa ci dovrebbero perdonare?

Se siamo in carcere è perché siamo indigeni e non vogliamo smettere di esserlo.

Questa è la nostra lotta e non chiederemo mai perdono a chi ci mette in carcere, ci minaccia e ci emargina.

PER UNA LIBERTÀ CON GIUSTIZIA E DIGNITÀ

"LA VOZ DEL CERRO HUECO"

ALEJANDRO MENDEZ DIAZ e GUSTAVO ESTRADA

NOTA: oggi 10 maggio alle 13 siamo stati spogliati, noi detenuti in sciopero della fame della locale Voce del Cerro Hueco su ordine del direttore del carcere, siamo stati trattati senza rispetto e violentemente, ma continuiamo il nostro sciopero vicino alla cabina telefonica del carcere. Non abbiamo paura, al contrario le loro intimidazioni e minacce ci rendono più forti.- Cereo N.1

[fonte: ENLACE CIVILE, A. C. - 20 de Novembre n. 36 - Barrio de Mexicanos - C.P. 29240

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas - tel: (967) 82104 - tel/fax: (967) 88465

enlacecivil@laneta.apc.org - http://www.enlacecivil.org.mx]


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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