La Jornada 8-10-2002

Di prese in giro: la Cocopa

di Ricardo Robles

Se accettiamo la realtà avremmo memoria e ci ricorderemmo che l'unica osservazione dell'EZLN alla riforma costituzionale approvata e promossa l'anno scorso fu che si trattava di un tradimento. Da molteplici voci del movimento indigeno e dalla società civile fu qualificata come una presa in giro. La reazione dal mondo indigeno fu il totale rifiuto e l'esigere l'attuazione di quanto firmato a San Andrés.

Nessuno fece 'osservazioni' al tradimento o alla presa in giro, né si potrebbero fare perché supporrebbero che si accetta in generale la proposta, anche se con certe modifiche. E questo non è mai accaduto.

Che cosa fa l'attuale Cocopa quando dice di tener conto delle 'osservazioni' di tutti questi cittadini? Sta fingendo di non sapere, di non ricordare e di prendere in giro di nuovo (così sembra) i messicani.

Annuncia però ancor più di questo: una postura inflessibile d'appoggio totale alle decisioni dell'Esecutivo e alle sue presunte vie di soluzione. Dice di nuovo, in altri termini: gli indigeni debbono riconoscere di essere dei minorenni e devono integrarsi alle politiche economiche già decise oppure sono irrazionali.

La prova sarebbe chiara: se non la pensate come il Potere Esecutivo, non vi rendete conto d'essere solo merce a buon prezzo.

Il recente annuncio di una 'nuova proposta di riforma costituzionale' si riduce, insomma, a cinque leggi secondarie per applicare la riforma del 2001. Ed ognuna di queste rinnega quanto firmato a San Andrés ed offende i popoli indios, li prende in giro, li minimizza, li segrega.

La legge d'amnistia, prima annunciata, ci fa ricordare quella magistrale risposta dell'EZLN alla prima offerta d'amnistia: Per cosa dobbiamo chiedere perdono? Di cosa ci perdonerete?

Possiamo domandarci che senso ha tale proposta quando basterebbe attuare le leggi già in vigore.

La direzione che prendono le seguenti proposte di legge fa temere che più che altro si tenterà di limitare la portata dell'attuale Legge per il Dialogo e la Pace Giusta in Chiapas.

La legge per lo sviluppo sociale non sarebbe altro che un rafforzamento legale del piano che l'Esecutivo impone e con il quale pretende di risolvere i problemi che hanno dato origine al conflitto, scegliendo a proprio gusto le carenze come motivo unico e vedendole dal suo molto particolare modo di vedere, cioè secondo la propria convenienza. C'è da temere che questa nuova legge rafforzi la linea selettiva di benefici che tanto ha già smembrato le comunità con reali cattive intenzioni.

La legge per la protezione e lo sviluppo delle culture indigene è già fin dal titolo indignante. C'è da prevedere come sarà accolta dai popoli indigeni e con quanto entusiasmo! Potrebbe forse, da come si annuncia, propiziare almeno una campagna contro il razzismo tra la società meticcia. Ma non vedo come possa attribuirsi al Congresso le capacità e la legittimità per regolare o dare il via alla trasmissione dell'identità dei popoli. Sarà che li vuole proteggere dal Potere Esecutivo... ma quale sviluppo annuncia se non quello già proposto dagli economisti e rifiutato dai popoli?

La legge per proteggere l'ambiente e la biodiversità, regolando il diritto delle comunità, sembra voler solo rafforzare l'espulsione delle comunità che abitano zone dalla più ricca biodiversità e sgombrare dalla gente il terreno per gli investimenti. Promette, così sembra, le primizie delle risorse naturali. Cosa vorrà dire? Forse tollerare che gli indigeni si presentino in concorrenza alle multinazionali e facciano migliori proposte e maggiori investimenti?

La legge organica municipale sembra: rievocare quel progetto coloniale ed etnocentrico delle cosiddette 'carte municipali'; ridurre l'autonomia delle comunità a quella dei municipi e negare le radici della firma di San Andrés, così come negare che il pensiero sia cresciuto ed avanzato durante questi dialoghi. Vuol dire riprendere il tradimento e schiaffarlo in faccia al vinto. I popoli indios non sono vinti, però. Nonostante quanto hanno commentato e ancora commentano in pubblico i tecnocrati: il movimento indigeno nazionale cresce, non si scoraggia, non si ferma, non si rassegna davanti al tradimento.

L'attuale Cocopa però avrà capacità di memoria? È molto difficile addirittura pensare che ignori così tanto su culture e differenze, insomma sa di cosa parla? Il beneficio del dubbio è difficile, chi oserebbe ancora concederglielo?

Resto attonito davanti a tanta ignoranza o tanta finzione. Non saprò mai - perché è coscienza altrui e non mia - se è buona o mala fede quella che alimenta questo tipo di disprezzo, di razzismo, di cinismo, d'infamia, di presa in giro e di tradimento.


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia)



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