LA JORNADA 7 GIUGNO 2002

L'ESERCITO AUMENTA I PATTUGLIAMENTI IN CHIAPAS

ABITANTI DI CHE GUEVARA E PRIMERO DE ENERO SENTONO CHE SI PREPARA LA GUERRA

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Ocosingo, Chis., 6 giugno - Il consiglio del municipio autonomo Ernesto Che Guevara ha denunciato che i pattugliamenti dell'Esercito federale sono notevolmente aumentati. La gente della zona commenta che nella situazione attuale "si sentono come prima del cambiamento di governo, quando c'era ancora il PRI".

Le autorità autonome affermano: "abbiamo visto passare nella selva molti soldati verso i quartieri militari di Altamirano ed Ocosingo ed ogni volta che passano sostano per più di mezz'ora di fronte al nostro centro commerciale Nuevo Amanecer del Arco Iris (all'incrocio di Cuxuljá). Ci sono molti movimenti militari e di Pubblica Sicurezza, carri armati e grossi e nuovi veicoli dell'Esercito".

Questa situazione, dicono "non solo ci preoccupa, sentiamo che i governi stanno preparando un'altra volta la guerra contro le nostre comunità, è un segnale che la nostra situazione va di male in peggio. Siamo in presenza di ostilità militare, divisioni e violenza. Per questo sì c'è denaro, ce n'è molto di denaro per distruggerci".

Anche il municipio autonomo Primero de Enero la scorsa settimana ha denunciato che l'Esercito federale ha aumentato i pattugliamenti.

"Stanno arrivando molti soldati con veicoli grandi come autobus accompagnati da carri armati. Arrivano a centinaia verso i quartieri di Ocosingo e Toniná. La cosa più preoccupante è che nel quartiere di Toniná, che si trova vicino al nuovo insediamento di Jerusalén, stanno passando questi giorni a sparare. Dal quartiere militare sono entrati ed usciti in grande numero sia militari che quelli della Pubblica Sicurezza".

Le autorità di Primero de Enero riferiscono che gli abitati di Jerusalén "hanno paura per tutti quegli spari. I nostri villaggi ci hanno chiesto di denunciare i fatti che ci preoccupano molto con tutti questi movimenti militari che passano per la strada minacciosamente". "Tutti questi giorni abbiamo visto passare sempre più militari, carri armati e soldati in divisa mimetica e con gli zaini. Che cosa stanno facendo? Che cosa vengono a fare? Chi li comanda? È questo quello che si chiede la nostra gente".

Il municipio autonomo Primero de Enero, vicino ad Ocosingo, ha denunciato anche nuove azioni di ostilità da parte di membri dell'organizzazione di coltivatori di caffè della regione (Orcao) che abitano nella comunità di Sibacá. Il 24 maggio scorso, 40 uomini della Orcao hanno "aggredito violentemente un gruppo di otto nostri compagni che da anni coltivano in maniera collettiva un pezzo di terra".

Nella loro denuncia, le autorità zapatiste citano una decina di membri della Orcao "che sono arrivati con machete per interrompere il lavoro dei nostri compagni. Hanno tentato di bruciare un trattore di proprietà collettiva ed hanno ferito un nostro compagno".

I rappresentanti autonomi dichiarano: "Quelli che stanno organizzando e provocando problemi sono gli stessi che hanno iniziato il conflitto il 4 aprile scorso" (quando si scatenò un conflitto tra zapatisti e quelli della Orcao, cominciato per qualche recinto rotto e si complicò con il sequestro di ostaggi da parte di entrambe le organizzazioni, tra le comunità di Sibacá e Patria Nueva).

Gli autonomi accusano di "queste provocazioni che non sono cessate" Marcos Méndez Sánchez, i catechisti Antonio Juárez Rodríguez e Tiburcio López Alvarez, il pre-diacono Juan Méndez Méndez, il capo dei catechisti Manuel Rodríguez Juárez e l'ex rappresentante parrocchiale Juan Alvaro González. Dichiarano inoltre che "è stato visto molte volte in zona il dirigente della Orcao, José Pérez Gómez. I militanti della Orcao di Sibacá stanno organizzando la gente per provocare atti violenti contro di noi e quindi sono responsabili di quanto accaduto".

"I nostri compagni non hanno risposto alla violenza fisica e verbale di quelli della Orcao e continueranno a lavorare e a difendere la terra. Per quanto possibile, gli aggressori dovranno pagare i danni provocati con l'accomodamento delle autorità autonome perché dopo le aggressioni si sono rapidamente defilati dal luogo dei fatti".

Le autorità ribelli ritengono che "quelli della Orcao stanno imparando a sottrarci la terra già coltivata e questo non è giusto. Hanno perso il rispetto, rubano e distruggono i nostri raccolti ed ora sono diventati violenti con la complicità dei loro dirigenti e di questi con il governo".

Di fronte a "questa ondata di ostilità governativa" i rappresentanti autonomi annunciano che "resisteremo e continueremo a lottare con dignità per un nostro posto degno".


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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