MAQUILAS E MAQUILERAS

IL PERICOLO ALCA

È lunedì. Fin dall'alba decine di donne si accalcano presso la rete di cinta dell'impresa Elamex a Ciudad Juarez, Messico.

L'infermiera le controlla una ad una: "Vediamo, tirati giù i pantaloni... Guarda queste vene varicose!...Mi spiace, non c'è lavoro per te".

Le donne camminano in direzione dei bagni. L'esame delle urine deve dar risultato negativo.

Il caporeparto grida: "Qui non c'è posto per le gravide. E non potete restare incinte mentre lavorate per l'impresa. È chiaro?".

Elamex è una delle 320 maquilas che operano in questa città di frontiera.

I padroni sono statunitensi, giapponesi, coreani, tedeschi, canadesi.

Il caporeparto mette le cose in chiaro: "primo ed ultimo avviso. Niente riunioni né sindacati. Al minimo sospetto, ve ne tornate da dove siete venute".

Elamex fabbrica sensori per il fumo. Mani giovanili e infantili, protette appena da ditali di gomma, lavorano con materiali radioattivi in un capannone chiuso e torrido. I pollici sono viola per la costante pressione sui componenti. È proibito parlare. Sono indicati tempi precisi per andare al bagno. Le pause durano dieci minuti, una alla mattina e un'altra al pomeriggio. I piedi gonfi, le schiene sembrano rompersi dal dolore. Il ritmo di produzione non può calare.

In Messico, più di un milione di operai, in immensa maggioranza donne, lavorano in 4000 maquilas situate nella frontiera e in tutto il paese. Maquilas tessili, plastiche, chimiche, di componenti elettroniche, alimentari, di giocattoli, di scarpe, di tutto.

Maquilas in Costa Rica, in El Salvador, Honduras, Guatemala, Panama, Repubblica Dominicana... in tutta l'America Latina.

Qualcuno potrebbe dire: "Perlomeno queste imprese aiutano lo sviluppo dei nostri paesi".

No, queste imprese aiutano solo se stesse. Pagano dieci volte di meno i salari che nei loro paesi.

E cosa ci comprano? Niente. Le maquilas non usano le materie prime del paese. Portano tutto da fuori, dal filo fino ai bottoni.

Le maquilas vogliono solo abbassare al massimo i loro costi di produzione contrattando mano d'opera a basso costo.

Qualcuno potrebbe dire: "Beh, almeno ci danno lavoro". Vogliamo lavoro, si, ma con dignità. Nelle maquilas non c'è legislazione del lavoro né ambientale né niente. È frequente il maltrattamento e la molestia sessuale. I licenziamenti sono ingiustificati. L'87 per cento delle maquileras sono donne. La maggior parte tra i 16 e i 30 anni. Gli imprenditori le preferiscono così, per poterle pagare molto meno degli uomini per svolgere le stesse mansioni.

Questo è il mondo dell'ALCA, che sta trasformando l'America Latina in una grande maquila.

Un paradiso fiscale dove le imprese straniere non pagano tasse e possono prelevare facilmente il denaro dai nostri paesi.

Questa è la vergogna dell'ALCA, che colloca i diritti del mercato al di sopra dei diritti umani.

[Red Centroameriana en Solidaridad con las Trabajadores de las Maquilas: www.grupoese.com.ni/2002/bm/ed63/red63.htm]


(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico-Brescia)



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