El Universal - Mercoledì 6 febbraio 2002

Negano abusi di soldati in Chiapas

Dopo gli atti terroristi dell'11 settembre, l'Esercito rafforza le sue operazioni e vigila le dighe, le installazioni della Pemex, della CFE, della CNA ed altri punti considerati strategici

Óscar Gutiérrez/Corrispondente

TUXTLA GUTIÉRREZ, Chis. - Il comando della settima regione militare in Chiapas ha negato che truppe dell'Esercito messicano promuovano la violenza e calpestino i diritti umani delle comunità indigene e zapatiste della zona di conflitto, mentre il processo del dialogo è fermo.

Il comandante della settima regione militare, Mario Pedro Juárez Narvarte ha assicurato che i militari non promuovono la violenza tra le comunità indigene del Chiapas: "al contrario, la nostra missione è la ricerca della pace e della tranquillità nella regione".

Ha affermato che l'Esercito messicano continua il suo lavoro di vigilanza e di servizio sociale normale nella regione, dove non si sono verificati incidenti per la presenza dell'EZLN, perché "loro, gli zapatisti, sono ripiegati", quindi c'è tranquillità nella zona di conflitto.

Intervistato durante gli atti commemorativi del 5 febbraio, Juárez Narvarte ha detto che dopo gli atti terroristi dell'11 settembre, l'Esercito ha rafforzato le sue operazioni di vigilanza alle dighe idroelettriche, alle installazioni della Pemex, della Commissione Federale per l'Elettricità e alla Commissione Nazionale dell'Acqua, considerate punti strategici.

Ha detto inoltre che, con l'appoggio della PGR, gli operativi militari si estendono alle attività di controllo della frontiera sud per contrastare l'azione del narcotraffico nella regione, considerata uno dei passaggi naturali della droga che proviene dai paesi dell'area.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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