La Jornada - 3 marzo 2002

Profughi: senza garanzie il loro ritorno

Continuano i pattugliamenti militari in Ocosingo

La Commissione Civile Internazionale di Osservazione per i Diritti Umani ha concluso il suo lavoro nella zona di conflitto, dove ha riscontrato che i pattugliamenti militari proseguono in Ocosingo, nonostante che la presenza delle forze federali sia minore in alcune zone, e che persiste ancora il fenomeno dei profughi di guerra.

L'organizzazione ha ringraziato il governo del Chiapas per le agevolazioni e la disponibilità per la realizzazione dei lavori dei suoi delegati.

Otto sono le osservazioni finali a conclusione della visita sul territorio chiapaneco. Una di queste osservazioni dice: "abbiamo potuto constatare una presenza minore dell'Esercito federale in alcune zone. Abbiamo ricevuto informazioni che in altre proseguono i pattugliamenti, specialmente nel municipio di Ocosingo e nella zona di frontiera con Guatemala. I sorvoli a bassa quota di elicotteri continuano a seminare timore nelle comunità. I posti di blocco intermittenti impediscono il libero transito degli abitanti nei luoghi dove ci sono ancora gli acquartieramenti militari. La popolazione si lamenta della contaminazione nei fiumi e nelle zone vicine".

Il problema dei profughi

Un'altra denuncia del gruppo degli osservatori si riferisce al fatto che le comunità della regione de Los Altos del Chiapas credono che non esistano garanzie sufficienti per il ritorno ai loro luoghi d'origine ed i tagli degli aiuti umanitari verso i profughi sono percepiti come un fattore di pressione per un ritorno in condizioni di rischio.

Anche, nella zona nord de Los Altos, numerose famiglie rimangono sfollate, e non solo hanno carenze nell'accesso alla giustizia ed agli indennizzi, ma si vedono pure danneggiate dalla situazione di impunità imperante nella zona.

Un'altra scoperta che il gruppo di osservatori ha testimoniato è che esistono ancora detenuti politici in diverse carceri del Chiapas: "Alcuni dei reclusi ci hanno raccontato come la confessione dei loro presunti reati sia stata strappata sotto tortura".

Le comunità hanno raccontato con enfasi il deterioramento delle loro condizioni di vita, sia economicamente che socialmente, ed hanno ribadito che i programmi di sviluppo ufficiali, focalizzati sulla lotta contro la povertà, "sono valutati - da loro - come discriminatori".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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