da La Jornada del 1° marzo 2002

L'EZLN ROMPERÀ IL SILENZIO QUANDO LA CORTE SI PRONUNCERÀ SUI RICORSI

ELIO HENRIQUEZ - corrispondente

San Cristóbal de Las Casas, 28 febbraio

Comandanti dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) hanno dichiarato alla Commissione Civile Internazionale di Osservazione dei Diritti Umani (CCIODH) che il dialogo per raggiungere la pace in Chiapas non è stato ripreso perché il governo federale non ha soddisfatto i "tre segnali" chiesti dall'EZLN il 2 dicembre del 2000.

I capi ribelli hanno fatto riferimento al tema delle riforme su diritti e cultura indigeni approvate nell'aprile del 2001 dal Congresso dell'Unione. "I comandanti che abbiamo incontrato hanno dichiarato la loro contrarietà riguardo alle riforme indigene ed al mancato soddisfacimento dei tre segnali", hanno comunicato Gonzalo Franco Aixela e Helena Roux, in qualità di portavoce della CCIODH, che mercoledì ha concluso la visita ad oltre 50 comunità del Chiapas.

Durante l'intervista, i comandanti hanno affermato che di fronte all'impossibilità di avanzare nel processo di pace con il governo del presidente Vicente Fox, l'EZLN lavora nel consolidamento dei 40 municipi autonomi creati, dal dicembre 1994, in diversi punti de Los Altos, della selva e nel nord.

Hanno spiegato che il loro proposito è il rafforzamento dei processi di autonomia delle comunità indigene, autonomia che il Potere Legislativo ha negato loro con le riforme emanate dall'Esecutivo federale il 14 agosto scorso.

Franco Aixela e Roux hanno spiegato che gli incontri con i comandanti dell'EZLN sono avvenuti nei capoluoghi di alcuni municipi autonomi visitati dagli attivisti provenienti da vari paesi dell'Europa e dell'America, dal 21 al 27 febbraio.

L'EZLN "formalmente", non ha ritenuto opportuno rilasciare interviste, ma "abbiamo parlato in diverse zone con comandanti che si sono presentati 'molto formalmente' con i loro nomi e con il volto coperto da passamontagna".

Prima di partire per Città del Messico, gli attivisti hanno commentato che sulla base delle osservazioni fatte dai ribelli, hanno l'impressione che l'EZLN "non vuole rompere il silenzio" che dura da dieci mesi, prima che la Corte Suprema di Giustizia della Nazione emetta le sentenze relative ai ricorsi costituzionali presentati da gruppi e comunità contro le riforme indigene. "Ad una domanda specifica della CCIODH al riguardo, hanno dichiarato che non avrebbero risposto".

Franco Aixela e Roux hanno aggiunto che da parte dell'EZLN c'è stato "molto interesse" per parlare con gli osservatori. "Abbiamo avuto l'impressione che c'erano aspettative riguardo la nostra visita e questo è stato dimostrato, in qualche modo, da come siamo stati ricevuti. A parte l'incontro con rappresentati dell'EZLN, a volte abbiamo incontrato gruppi di più di mille persone, come a San Marcos o Roberto Barrios. Le interviste sono durate anche sette ore, e sono state preparate e completate da consultazioni e domande".

Hanno dichiarato che il numero dei soldati nella zona di conflitto "non è mutato", nonostante il ritiro dei sette accampamenti militari. "È cambiata la discrezione, e questo fa piacere alle comunità perché facilita la quotidianità senza gli impedimenti che imponeva la presenza dell'Esercito, tanto intimidatoria, fin dentro le cucine delle comunità stesse. Altri accampamenti si sono ritirati, ma non è diminuito il numero degli effettivi".

Le informazioni ricevute dalla CCIODH in questa terza visita "sono superiori, in quantità e qualità, a quelle raccolte nelle visite precedenti", e perché questa volta sono state visitate un numero maggiore di comunità ed ora nella zona ci sono 104 osservatori.

Zapatisti di Ocosingo e CNPI firmano un accordo

Membri del Coordinamento nazionale dei Popoli Indios (CNPI) e basi zapatiste del municipio di Ocosingo, hanno firmato un accordo per risolvere un problema agrario: con questo accordo si permetterà il ritorno di 90 famiglie sfollate alle proprie terre.

Alberto Domínguez Guzmán, rappresentante del CNPI, ha comunicato che l'accordo è stato raggiunto senza l'intervento di funzionari del governo "perché gli zapatisti non vogliono la partecipazione delle autorità".

Ha ricordato che il 24 agosto del 2000, 90 famiglie affiliate al CNPI hanno dovuto abbandonare la comunità di El Carmen - situata a circa 12 chilometri dalla capitale Ocosingo - a causa della disputa con le basi di appoggio zapatiste. I 486 ettari sono stati "riconquistati" congiuntamente dalle parti nel 1994.

Nell'accordo firmato la settimana scorsa, si stabilisce che gli affiliati al CNPI potranno ritornare questo venerdì ad occupare 80 ettari e gli altri 120 ettari saranno consegnati quando saranno liberati Miguel Gutiérrez Moreno e Pedro López Méndez, simpatizzanti pro zapatisti arrestati ad Ocosingo nel 1999.


(a cura del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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