COMMISSIONE CIVILE INTERNAZIONALE DI OSSERVAZIONE DEI DIRITTI UMANI

Dopo due settimane di incontri ufficiali con la società civile e di visite alle comunità indigene, la CCIODH, in una prima valutazione provvisoria, rileva il persistere di elementi di controinsurrezione relativamente al conflitto in Chiapas. Le cause che hanno dato origine alla ribellione indigena persistono, così come le condizioni che favoriscono la violazione dei diritti umani, ad un livello difficilmente accettabile dalla società messicana.

Nelle sue visite precedenti, la CCIODH aveva emesso 10 raccomandazioni per migliorare la situazione del rispetto dei diritti umani, diamo ora una breve relazioni provvisoria sull'adempimento delle raccomandazioni stesse.


1. Adempimento immediato ed integrale degli Accordi di San Andrés e proseguimento del processo di dialogo e negoziazione tra l'EZLN ed il governo federale.

2. Rispetto del progetto di legge di riforma costituzionale della Cocopa.

La modifica del progetto di legge della Cocopa che accoglieva gli Accordi di San Andrés, ha portato in un vicolo cieco il dialogo ed il negoziato tra il governo federale, l'EZLN ed il movimento indigeno. Questa commissione è stata sorpresa dall'unanime sostegno al progetto di legge della Cocopa da parte della società civile messicana e delle comunità indigene incontrate. Questo sostegno arriva anche da sfere ufficiali non solo del governo dello stato del Chiapas, ma anche da settori del governo federale.


3. Consolidamento delle funzioni di intermediazione e verifica (Conai e Cosever)

La situazione attuale è la stessa del 1999, quando si sciolse la Conai. Con la mancata applicazione degli Accordi di San Andrés, la Cosever diventa un'istanza senza spazio d'azione.


4. Porre fine alla militarizzazione e paramilitarizzazione (ritorno dell'esercito ai suoi quartieri e disarmo dei gruppi paramilitari)

Non si è posto fine alla militarizzazione ma sono state smantellate solo 7 posizioni militari che, se è un passo verso la giusta direzione, è però insufficiente in quanto il numero di effettivi resta invariato nello stato del Chiapas. È cambiata la discrezione della loro presenza, a vantaggio delle comunità perché questo facilita loro la quotidianità. D'altro lato, nonostante il cambiamento nella tendenza del governo chiapaneco rispetto al sostegno ai gruppi paramilitari, non si è avviato il processo di disarmo di questi gruppi che costituiscono una minaccia diretta alla sicurezza pubblica per l'impunità in cui operano.


5. Assicurare il libero accesso alla giustizia e promuovere la lotta all'impunità attraverso azioni concrete e non solo simboliche

Non ci sono stati progressi significativi sul terreno della lotta all'impunità, persistendo la situazione generalizzata di mancanza di accesso alla giustizia, in particolare per gli indigeni. Inoltre, persiste in maniera preoccupante la pratica della tortura, inaccettabile in uno Stato di diritto.


6. Amnistia per i prigionieri politici

Nonostante la liberazione di circa 90 prigionieri politici zapatisti, nelle carceri del Chiapas ce ne sono ancora più di cento. Le condizioni in carcere sono precarie, arbitrarie ed a volte vessatorie, a causa dell'assenza di una giurisdizione penitenziaria garantista.


7. Ritorno dei rifugiati alle loro comunità di origine con la restituzione dei beni ed il relativo indennizzo per i danni subiti

Questo problema che si trascina dal 1995, non è stato ancora adeguatamente risolto in quanto dei 50 mila rifugiati esistenti (10 mila a causa della guerra e 40 mila per conflitti agrari), sono ritornati solo un migliaio di persone (il 2% del totale), buona parte dei quali hanno manifestato preoccupazione per l'insicurezza della situazione, l'assenza di indennizzi e l'impunità degli aggressori riconosciuti colpevoli.


8. Rafforzamento degli organismi dei diritti umani messicani e garanzia della presenza di organismi a carattere internazionale, così come il riconoscimento dello status di osservatore internazionale

Il rafforzamento degli organismi per i diritti umani messicani è stato interdetto dopo l'assassinio di alcuni dei suoi membri più importanti, come il caso di Digna Ochoa e le minacce costanti rivolte a membri di organizzazioni a favore dei diritti umani. Al riguardo, la Commissione è molto preoccupata dell'impunità di cui godono gli autori delle minacce e degli omicidi di questi difensori dei diritti umani. È molto difficile comprendere come a sei mesi da quell'omicidio eccellente, e dopo l'intervento della PGR e della PGJ di Città del Messico, non si conoscano ancora gli autori dell'omicidio di Digna Ochoa.

In quanto alla presenza di organismi a carattere internazionale ed al riconoscimento di uno status di osservatore internazionale, si è percepito un cambiamento positivo di volontà da parte delle autorità, sebbene non esistano ancora lo status richiesto di osservatore internazionale. La Commissione auspica che le facilitazioni ottenute per la realizzazione del suo lavoro, siano estese ad altre organizzazioni a favore dei diritti umani tanto messicane che internazionali.


9. Intervento della Croce Rossa Internazionale come mezzo di garanzia ed assistenza umanitaria alla popolazione civile, considerando il rifiuto persistente verso gli aiuti provenienti da organizzazioni istituzionali messicane

Nonostante la reticenza, questa raccomandazione era stata accettata dal governo precedente con grande sollievo per le comunità indigene rifugiate nella zona di Los Altos. L'intervento della Croce Rossa Internazionale si è limitato alla questione alimentare. Secondo le comunità stesse e le ONG che operano nella zona, negli ultimi tempi si è registrata una diminuzione del 50% dell'aiuto alimentare di base, cosa che sta provocando gravi problemi nutrizionali e di salute, visto che l'auto-approvvigionamento è lontano. Questa diminuzione nell'aiuto alimentare viene percepita, in alcuni accampamenti di rifugiati, come una pressione per un loro ritorno forzato.


10. La designazione di un relatore speciale dell'ONU per il Messico

Sebbene non esista ancora questa figura, secondo le informazioni fornite dall'amministrazione federale, si vuole portare avanti questa questione con la creazione di un ufficio permanente dell'ONU sui diritti umani che si installerà a Città del Messico.

....

Queste valutazioni preliminari serviranno all'elaborazione di un rapporto che sarà presentato dalla CCIODH alle diverse istituzioni per la loro valutazione, ai diversi forum internazionali (ONU, UE, Parlamento Centroamericano) dove la sua presentazione è d'obbligo, così come a tutti gli interlocutori che hanno collaborato.

Città del Messico, 1° marzo 2002


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



logo

Indice delle Notizie dal Messico


home