CuartoPoder / El Universal - 31/8/2000

DIPENDE DAL GOVERNO L'APERTURA DELL'EZLN:

LO DICE LA VOCE DI CERRO HUECO

DI RUBEN DI lEO

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ritornerà al tavolo delle trattative e riannoderà il dialogo se il governo statale e federale che rappresentano Pablo Salazar e Vincente Fox, realizzeranno le 5 condizioni minime che vengono chieste dal 1996: smilitarizzazione, liberazione dei prigionieri politici, attuazione degli accordi di San Andrés, disarticolazione dei gruppi paramilitari e approvazione dell'iniziativa di legge della COCOPA su cultura e diritti indigeni. È quello che ha affermato in una conferenza stampa ABELARDO MENDEZ ARCOS, portavoce esterno di La Voz de Cerro Hueco, che ha aggiunto: "prima di tutto dovranno dare un segnale se vogliono che l'EZLN riannodi il dialogo".

Il portavoce di La Voz de Cerro Hueco, composta da un centinaio di indigeni zapatisti reclusi in varie carceri dello stato, ha affermato che se il prossimo governo statale capeggiato da Pablo Salazar ha davvero la volontà politica di cercare la pacificazione nella regione deve rispondere alle richieste dell'EZLN e, tra queste, c'è la liberazione dei prigionieri politici, come è stato promesso durante la campagna elettorale: "Se Pablo Salazar e Vincente Fox realizzano le cinque condizioni minime poste dall'EZLN non ci saranno pretesti per non riannodare i negoziati ed i dialoghi con il fine di cercare la pacificazione".

Il simpatizzante dell'EZLN ha detto che anche se l'opposizione ha vinto nelle elezioni statali e federali, questo non significa che ci siano le condizioni affinché la guerriglia chiapaneca si sieda a dialogare, in quanto ancora non si è dato risposta alle richieste, quali la smilitarizzazione delle comunità indigene, l'attuazione degli accordi di San Andrés e la liberazione dei prigionieri politici.

Mendez Arcos, che è recluso a Tuxtla con le imputazioni di sommossa, ribellione, sedizione per aver partecipato a varie azioni dell'EZLN, ha detto che "i prigionieri politici basi di appoggio zapatista sono reclusi nei carceri di Tuxtla, Yajalon, Comitan, Tapachula, San Cristóbal de Las Casas e Ocosingo, in Chiapas e a Tacotalpa in Tabasco, stanno chiedendo al prossimo governo dello stato e del Paese la realizzazione delle 5 condizioni minime affinché la guerriglia zapatista si risieda a dialogare.

Ha detto che i governi di Albores Guillen e di Ernesto Zedillo non hanno mostrato la volontà politica per adempiere alle esigenze contrattate con l'EZLN, ma al contrario si è militarizzato di più lo stato e un numero sempre maggiore di indigeni zapatisti sono stati incarcerati.

Chiedendo il riconoscimento dei municipi autonomi e delle popolazioni indigene, ha segnalato che un governo di transizione nella regione, deve muoversi applicando il principio zapatista del "comandare obbedendo" e se davvero vuole il cambio, il popolo deve essere reso partecipe alle problematiche affrontate dal governo "perché la vittoria dell'opposizione non è tutto".


(a cura di Oscar - edmea29@hotmail.com)



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