RETE DI DIFENSORI COMUNITARI PER I DIRITTI UMANI, A.C.

Viale Tapachula, n°25, El Cerrillo. San Cristóbal de Las Casas, Chiapas

Telefono e fax.: (01-9) 67.88440 - e-mail : mdelossantos@laneta.apc.org

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas - 30 luglio 2000

COMUNICATO DI STAMPA

La Rete di Difensori Comunitari per i Diritti Umani, A.C., oggi 30 luglio 2000, ha realizzato una visita al carcere penale numero 10 della Città di Comitán, Chiapas, con la scopo di incontrarsi con i 19 detenuti della Voz de Cerro Hueco, che dal 3 di luglio hanno iniziato uno sciopero della fame.

Gli scioperanti si trovano attualmente in uno stato di salute molto grave e affermano che sono stati maltrattati, picchiati e torturati, perciò urge una visita medica. Secondo le loro testimonianze, lunedì 24 luglio i 19 detenuti sono stati isolati dal resto della popolazione carceraria e presi a calci e pugni che hanno lasciato impronte visibili per lo meno in uno dei detenuti. 15 di loro sono stati isolati per cinque giorni senza permesso di ricevere alcuna visita di parenti. Lo stesso 4 luglio, quando la moglie di C. Margarito Velázquez Hernández ha cercato di vedere suo marito, è stata aggredita dalle guardie; questa aggressione ha lasciato alla signora Velázquez segni visibili sul braccio destro che i suoi difensori hanno denunciato.

Altri quattro detenuti in sciopero, Rosendo Álvarez López, Oscar Abarca Aguilar, Eduardo López Hernández e Roberto Hernández Aguilar, sono stati messi sotto stretta sorveglianza al CERESO dove si trovano segregati e isolati totalmente da quattro giorni. Noi, della rete dei difensori, abbiamo chiesto di entrare a parlare con loro, però ci è stato detto di aspettare mezz'ora, dopo di che la guardia ci ha restituito i nostri documenti dicendoci che la direzione del carcere non aveva autorizzato la nostra visita a quei quattro detenuti. Di fronte alla nostra insistenza per renderci conto della loro situazione, la guardia di servizio ha risposto aggressivamente "quelli che comandano qui siamo noi".

Un rappresentante dei quindici detenuti con il quale ci siamo incontrati ci ha informato che tutti i detenuti in sciopero sono obbligati a fare i loro bisogni in un secchio e ha affermato che isolare i detenuti è una pratica corrente per occultare le impronte causate dai maltrattamenti delle guardie. Per questa ragione, la Rete di Difensori Comunitari per i Diritti Umani si unisce alla voce dei 15 detenuti in sciopero per chiedere l'intervento delle autorità e della società civile nazionale e internazionale per mettere fine all'isolamento e al maltrattamento dei 4 compagni e per denunciare le condizioni penitenziarie ingiuste a causa delle quali è iniziata la protesta.

Per la Rete di Difensori Comunitari per i Diritti Umani, A.C.

Clemente Guzmán Vázquez e Ramón Peñate Díaz

ENLACE CIVIL, A. C. enlacecivil@laneta.apc.org http://www.enlacecivil.org


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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