"I PARAMILITARI, UN OSTACOLO ALLA RIPRESA DEL DIALOGO IN CHIAPAS"

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La Jornada, mercoledì 27 dicembre 2000

STRATEGIA DI CONTROINSURREZIONE IN CHIAPAS

ONG: IL PARAMILITARE COPRE L'AUTORE INTELLETTUALE DELLA GUERRA

- SOSTENGONO CHE LA DESTABILIZZAZIONE E' PROMOSSA DALLE PIÙ ALTE CARICHE DEL GOVERNO E DELL'ESERCITO MESSICANO

Triunfo Elizalde/ I

"Il paramilitarismo in Chiapas copre gli autori intellettuali della guerra", affinché si continui con l'impunità di queste bande e si presenti il conflitto, all'opinione pubblica, come uno scontro religioso, etnico o intercomunitario tra indigeni, si afferma nello studio realizzato sul tema da ricercatori sostenuti da Global Exchange, dal Centro de Investigaciones Económicas y Políticas de Acción Comunitaria (CIEPAC) e dal Centro de Comunicación Social (Cencos).

La sua origine "sta all'interno di uno schema di controinsurrezione camuffato da aggressioni per problemi di terra, confronti di partito, conflitti religiosi, inimicizie personali, stregoneria (sic), vendette famigliari o semplicemente incidenti, occultando così la strategia paramilitare di controllo, destabilizzazione, frazionamento e repressione selettiva, come parte di una guerra sporca, studiata e diretta dalle più alte cariche del governo e dell'Esercito messicani".

Nella presentazione della ricerca collettiva Siempre cerca, siempre lejos: las Fuerzas Armadas en México (Così vicine, così lontane: le Forze Armate in Messico) si rende noto che a seguito dei risultati delle elezioni presidenziali del 2 luglio 2000, il nuovo panorama ha generato un dibattito sul ruolo dei militari in Messico. L'impostazione è circoscritta al rapporto delle forze castrensi con l'Esercito Federale, il Congresso dell'Unione, la società civile, e i loro vincoli "con i governi degli Stati Uniti e di altri paesi".

Affrontando gli "elementi sufficienti per effettuare una radiografia del problema della paramilitarizzazione in Chiapas", si chiarisce la differenza esistente tra il concetto di guardias blancas e quello di paramilitare.

Dei primi si dice che "presero corpo e forma nel periodo di Samuel León Brindis (1958-1964), che le ufficializzò nel 1961 con un decreto che permetteva agli allevatori di portare armi ed ingaggiare poliziotti speciali". Patrocinio González, durante la sua gestione, cambiò questa politica e cercò di "disarticolare questo tipo di 'proprietari terrieri tradizionali' perché rappresentavano un ostacolo all'avvio del Trattato di Libero Commercio con l'America del Nord (TLC)". In cambio si sarebbe rafforzato un gruppo di 'proprietari terrieri modernizzati' della zona costiera, che non usavano uomini armati né guardias blancas ma che contavano sulla protezione dello Stato.

Normalmente, questi gruppi che ancora esistono, dipendono dagli allevatori e dai proprietari terrieri che li formano e finanziano, e sono tollerati dalle autorità governative "perché sono loro utili per certi fini e congiunture. Certi lavori di repressione contro gruppi di oppositori politici o che rivendicano le terre occupate illegalmente; per perseguitare ed assassinare", se così conviene a coloro da qui dipendono le guardias blancas.

Rispetto ai gruppi paramilitari che fecero la loro apparizione dopo la sollevazione armata dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), si è molto discusso e mentre gli enti di difesa dei diritti umani, nazionali ed internazionali, la stampa scritta, le organizzazioni civili e le organizzazioni contadine ed indigene parlavano della loro esistenza, Jorge Madrazo Cuéllar, l'allora Procuratore Generale della Repubblica, disse alla Commissione Civile di Osservazione dei Diritti Umani che: "l'espressione paramilitare o guardia blanca è molto comune nel lessico dei diritti umani; io non la uso come procuratore, perché giuridicamente non significa nulla; dovremmo vedere chi li addestra, chi li arma, perché li arma, come si organizzano. Questa è una delle indagini della PGR di cui non posso parlare pubblicamente e neppure posso stigmatizzare qualcuno".

Francisco Labastida Ochoa, quando era segretario di Governo e poi candidato del PRI alla presidenza della Repubblica disse nel dicembre del 1997, a seguito del massacro di Acteal: "Vorrei puntualizzare che il termine paramilitare significa che esiste una protezione da parte dello Stato. Questo non è congruente con il fatto che il governo federale abbia lasciato alla giustizia federale la soluzione dei casi di conflitto; che abbia arrestato 60 persone; che abbia arrestato il presidente municipale e due comandanti della polizia". E, come se non bastasse aggiunse: "Nello stato, non esistono i cosiddetti gruppi paramilitari. Si deve parlare di rivalità tra diversi gruppi indigeni. Se esiste qualche gruppo armato di militanti del PRI, questo sarà automaticamente sciolto ed i suoi membri espulsi dal partito".

Invece, la Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) da allora considerò che "è necessario smantellare i gruppi paramilitari che operano in diverse zone del Chiapas e riconoscere loro le proprie responsabilità di fronte alla commissione omicidi". Allora affermò che la definizione del concetto di paramilitare è quella che: "sono coloro che agiscono insieme all'istituzione militare (di base l'Esercito Messicano) ma allo tempo stesso esercitano un'azione deviata, deformata rispetto a quella militare, in un duplice ambito".

Dopo l'analisi dei concetti di guardias blancas e gruppi paramilitari, le tre organizzazioni di difesa dei diritti umani che hanno sostenuto il lavoro di un ampio gruppo di ricercatori ed analisti, hanno aggiunto: "Se concordiamo con la definizione riportata precedentemente, l'Esercito Federale quindi non esiste per difendere la sovranità nazionale, né gli interessi della società messicana, ma piuttosto per difendere un gruppo economico e politico che governa il paese attraverso il PRI cercando di ottenere l'appoggio della società civile al governo".

Si conferma che il progetto dell'Esercito in Chiapas, dal 1994, era di creare bande paramilitari, cacciare la popolazione e distruggere le basi di appoggio dell'EZLN. Serve ricordare che nel capitolo H dello studio in questione si parla di "un piano di consulenza che descrive le attività dell'Esercito nell'addestramento ed appoggio delle forze di 'autodifesa' o altre organizzazioni paramilitari". Comprenderebbe inoltre la consulenza e gli aiuti forniti ad altri enti di governo, a funzionari governativi, locali, municipali, statali e federali.

Si raccomandava: "Nel caso di un'assenza delle forze di autodifesa, è necessario l'addestramento di forze locali affinché partecipino ai programmi di sicurezza e sviluppo".

Per condurre questa guerra sporca contro la popolazione civile, "lo stato del Chiapas fu suddiviso in tre grandi zone o corridoi geografici":

  1. il corridoio compreso tra i municipi di Salto del Agua, Tila, Sabanilla, Tumbalá, Chilón, Oxchuc, San Cristóbal e Venustiano Carranza, che si estende fino alla zona di frontiera. "Questo è quello con maggior instabilità ed impunità controllato principalmente dalla Polizia di Sicurezza Pubblica e dai paramilitari";
  2. la zona che circonda i municipi di Palenque, Ocosingo, Altamirano e Las Margaritas, nella zona della Selva e di parte della frontiera, controllata principalmente dall'Esercito, che si unisce a volte con i corridoi di Los Altos, Sierra e Costa. "La combinazione di queste due prime zone, si può considerare il corridoio della militarizzazione e paramilitarizzazione";
  3. la terza zona comprende le regioni del Centro, delle Valli Centrali e della Frailesca e di una parte dell'istmo sulla costa "controllata economicamente e socialmente dall'organizzazione Solidaridad Campesino Magisterial (Socama) e legata al professore e deputato federale del distretto della Sierra, Manuel Hernández Gómez".


La Jornada, giovedì 28 dicembre 2000

STUDIO DI GLOBAL EXCHANGE, CIEPAC E CENCOS

I PARAMILITARI, UN OSTACOLO ALLA RIPRESA DEL DIALOGO IN CHIAPAS

- Sono 16 i gruppi identificati che operano nella zona

- Ricevono addestramento e finanziamenti da diverse autorità

Triunfo Elizalde/ II

Le bande paramilitari in Chiapas sono apparse "inaspettatamente" alla metà del 1994 e a metà dell'anno 2000 ne sono stati localizzati ed identificati con certezza 16 gruppi. Attualmente rappresentano uno dei principali ostacoli al raggiungimento della pace e della tranquillità dello stato: sono "il sassolino nella scarpa", nonostante la prospettiva di riapertura del dialogo e del negoziato tra l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e l'amministrazione del presidente Vicente Fox.

Le loro origini, struttura, propositi, relazioni e contatti con diverse entità dei poteri locali, municipali, statali e federali, sono di pubblico dominio; ma ciononostante il governo dell'allora presidente Ernesto Zedillo, tramite la Segreteria di Governo e della Procura Generale della Repubblica, "non poté mai scoprirli e tanto meno agire giuridicamente contro di loro".

Global Exchange, il Centro de Investigaciones Económicas y Políticas de Acción Comunitaria (CIEPAC) ed il Centro de Comunicación Social (Cencos) rivelano dettagliatamente "l'essenza" di queste bande nel loro studio Siempre cerca, siempre lejos: las Fuerzas Armadas de México" (Così vicine, così lontane: le Forze Armate del Messico), che contiene le ricerche eseguite da esperti in materia. In pratica, i gruppi paramilitari, si dice, hanno le seguenti caratteristiche:

  1. Sono composti da tre tipi di persone: primo, ci sono personaggi che si espongono pubblicamente "come i deputati locali o federali del PRI e del PFCRN", che stabiliscono i rapporti tra i vari enti ufficiali. Poi, ci sarebbero individui armati incaricati di eseguire le azioni violente nelle comunità. Terzo, ci sono le comunità di appoggio di questi gruppi, "che appaiono quando c'è bisogno della mobilitazione di massa" e quando si cerca di occultare il fenomeno politico della paramilitarizzazione gestendolo come scontri intercomunitari o tra comunità diverse.
  2. I paramilitari nella loro maggioranza "appartengono" al PRI e le loro azioni sono dirette contro tutto quello che si oppone al governo o a loro stessi.
  3. La maggior parte dei paramilitari appartengono a gruppi di religione non cattolica, anche se alcuni, una minoranza, sono cattolici. Le loro azioni sono anche dirette contro la Chiesa cattolica della diocesi di San Cristóbal de Las Casas "perché questa ha scelto di seguire la 'teologia della liberazione' e di proteggere i più poveri. Cercano di smantellare ciò che è considerato in opposizione al governo o a loro stessi.
  4. I gruppi armati e paramilitari in Chiapas:
    1. operano in regioni indigene
    2. nei municipi con maggior emarginazione e povertà
    3. dove si trovano la maggior parte dei corpi di polizia e militari presenti con posti di blocco od accampamenti
    4. nei municipi governati dal PRI
    5. sono composti ed organizzati da ex militari ed ex poliziotti
    6. si trovano dove c'è presenza dell'EZLN nei municipi autonomi
    7. a loro si uniscono sindaci ed ex presidenti municipali o chi riveste qualche carica ufficiale nel municipio
    8. la maggior parte opera nell'ambito della diocesi di San Cristóbal
    9. ricevono denaro per l'addestramento
    10. sono identificati con certezza dalle comunità per il fatto di possedere armi di grosso calibro
    11. operano in regioni dove sono presenti forti interessi economici relativi alla terra, la produzione o l'investimento estero
    12. dove sono presenti risorse naturali del sottosuolo e che sono strategiche per le multinazionali.

  5. Sopravvivono immersi in un circolo vizioso di appoggi: "A cominciare dal governo, attraverso i deputati federali o statali che funzionano da cinghia di trasmissione tra le risorse politiche ed economiche", proseguendo dalla protezione delle autorità ejidali e comunitarie all'addestramento e protezione dell'Esercito, della Polizia di Sicurezza Pubblica (PSP) e Giudiziale.
  6. In cambio delle loro azioni, i gruppi paramilitari e le loro basi di appoggio, ottengono privilegi per accedere alle presidenze municipali, rafforzare il potere dei caciques ed impossessarsi dei beni della popolazione scacciata: terre, case, animali, beni, ecc. "in cambio di favori politici per il PRI, privilegi economici per le loro basi attraverso consegna di viveri, armi e denaro, tra altre cose". "anche se non è accaduto quello che si aspettavano, vista la recente divisione all'interno di Paz e Justicia nel municipio di Tila, che dimostra la manipolazione di cui può essere oggetto la sua base sociale per orientare il confronto interno e la violenza, e come i suoi dirigenti hanno approfittato delle risorse che non sono state distribuite tra i suoi militanti".
  7. I gruppi paramilitari hanno come alleati le sette protestanti, allevatori e commercianti, trasportatori ed insegnanti di Solidaridad Campesino Magisterial (Socama) "ed anche alcuni giornali e giornalisti".

Si richiama l'attenzione sul fatto che in tutti i municipi e regioni in cui si è denunciata la presenza di gruppi armati o paramilitari "ci sono accampamenti, quartieri, basi operative, posti di blocco fissi o volanti, pattugliamenti costanti e voli radenti" dell'Esercito e dell'Aviazione messicani.

Prima del governo entrante di Vicente Fox, in Chiapas la militarizzazione era così distribuita: Altamirano: cinque postazioni di polizia, Esercito e Immigrazione:

Secondo la ricerca, di cui La Jornada possiede copia, la supposizione di "rapporti tra paramilitari e forze armate costituzionali, si basa sulle dichiarazioni di ex poliziotti ed ex militari attualmente in carcere nella prigione statale di Cerro Hueco e Tuxtla Gutiérrez, a seguito del massacro di Acteal e delle denuncie delle comunità".

Uno degli elementi più importanti che permette di scorgere vincoli tra l'Esercito ed i paramilitari e che dimostrano che l'impiego di questi gruppi è previsto dalla strategia di controinsurrezione applicata in Chiapas, è la testimonianza di Mario Pérez Ruiz, militare in servizio, che per cinque anni ed otto mesi ha prestato servizio nella VII Regione Militare: "Pérez Ruiz sarebbe uno dei primi ad aver partecipato all'addestramento di indigeni del PRI a Chenalhó, risultato poi nel massacro di Acteal. Secondo il rapporto 96/98 della PGR, egli ha dichiarato che nel locale La Poblanita di San Cristóbal, 'soldati e poliziotti si sono accordati verbalmente per l'addestramento militare dietro un pagamento dai cinque ai seimila pesos per sessioni di tre giorni sulle montagne di Chenalhó'".

Ha dichiarato inoltre che "responsabili di prendere contatto con militari e poliziotti per istruire all'uso delle armi da fuoco e sulla strategia paramilitare contro le comunità indigene, erano ex funzionari e leader del PRI"; che "due ex militari e lo stesso numero di poliziotti mantenevano sotto il loro controllo le brigadas de defensa nelle comunità Miguel Utrilla, Los Chorros, Pechiquil ed Aurora Chica, e che i pagamenti erano effettuati da Tomás Pérez Méndez, membro del comitato municipale di Chenalhó".

Altra prova è la fotografia apparsa sul settimanale Proceso n.1113, del primo marzo 1998, dove si vedono due paramilitari armati e custoditi da due poliziotti della Sicurezza Pubblica. Il settimanale informava allora che il giorno del massacro di Acteal, "il 22 dicembre 1997, il generale di brigata in pensione dell'Esercito e capo dei consulenti del Coordinamento di Pubblica Sicurezza e direttore della Polizia Ausiliaria dello stato, Julio César Santiago Díaz, ammette che quel giorno non stava facendo nulla, insieme a 40 poliziotti, per tre ore e mezza fermo all'entrata del gruppo di case, mentre a poco più di 200 metri, a valle, stava avvenendo il massacro".


La Jornada, venerdì 29 dicembre 2000

I GRUPPI PARAMILITARI SONO IN ATTESA DELLE MOSSE DEL GOVERNO

Triunfo Elizalde /III ed ultima

Secondo l'analisi svolta da ricercatori indipendenti, i gruppi paramilitari che agiscono in Chiapas sono reali, ben identificati, localizzati, debitamente organizzati ed in attesa di conoscere le mosse della nuova amministrazione federale.

Nel documento pubblicato da Global Exchange, Centro de Investigaciones Económicas y Políticas de Acción Comunitaria (CIEPAC) e Centro Nacional de Comunicación Social (Cencos), sono riportate le strutture, i centri di comando, le zone di operazione, i membri e le attività di queste organizzazioni.

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) fu il primo a denunciare, nel 1994, la formazione e l'addestramento di gruppi paramilitari affermando: "gli allevatori di Altamirano, Ocosingo e Las Margaritas hanno prezzolato circa 200 indigeni del PRI che dall'inizio del conflitto armato si trovano alloggiati in ostelli del capoluogo di questi municipi ed hanno installato un presidio di fronte al palazzo del governo di Tuxtla Gutiérrez per esigere lo sgombero dei poderi occupati dagli zapatisti".

"Di fronte al fallimento dell'Esercito nell'intento di catturare la comandancia generale dell'EZLN il 9 febbraio 1995 - continua il documento - il governo scelse la strategia di creare attriti tra le basi sociali dell'insurrezione ed iniziò un'altra tappa dello sfollamento interno, acuitosi nel 1996. Autori dello sfollamento sono i gruppi paramilitari, probabilmente organizzati e preparati dall'Esercito agli inizi del 1995".

Così, nel marzo 1995 - secondo il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas - nacque, nell'ejido Emiliano Zapata, il gruppo paramilitare Desarollo, Paz y Justicia; questa banda, a poco a poco, ha acquisito forza e presenza fino ad estendere la sua influenza ai municipi di Sabanilla, Tila, Salto de Agua, Yajalón e Palenque. Secondo quanto dichiarato dal deputato priista Samuel Sánchez Sánchez: "la sua creazione obbedì al processo di radicalizzazione tra i simpatizzanti dell'EZLN e perredisti negli ejidios e nelle comunità" evidenziando con questo che "la nascita dei gruppi paramilitari obbedisce ad un meccanismo di controinsurrezione".

L'esistenza de Los Chinchulines è nota dal 1988. Con la copertura della CROC, l'ex governatore Elmar Setzer Marselle appoggiò questo gruppo; si stabilirono così alleanze tra i dirigenti municipali del Partido del Frente Cardenista de Reconstrucción Nacional (PFCRN), il Partido Democrático Chiapaneco (PDCH ed il Partido Acción Nacional (PAN). "Dalla stampa" si sa che il suo centro di addestramento paramilitare si trova nel podere di Joibé, a Chilón. L'azione del gruppo è diretta contro militanti del PRD, la Missione dei Gesuiti a Bachajón e l'Organización Campesina Arriera Nocturna (OCAN). Il gruppo Los Chinchulines ha mantenuto il monopolio dei trasporti a Chilón e nella Sociedad Cooperativa de Productores de Café di Temó; esercita la sua influenza nei municipi di Chilón, Yajalón ed Ocosingo. Con le sue azioni ha provocato lo sgombero degli abitanti delle comunità di Guaquitepec, Pathutz e Pinavetal. Come suo possibile fondatore, è indicato l'ex deputato federale del PRI, Rafael Caballos Cancino. A seguito dell'iniziativa del governatore ad interim Roberto Albores Guillén a favore del disarmo dei gruppi civili armati, questa banda si è ricomposta ed ora si autodefinisce Unión de Ejidatarios de Bachajón.

Rispetto al Movimiento Indigena Revolucionario Antizapatista (MIRA), noto dal 1997 e che agisce generalmente nel municipio di Oxchuc, si denuncia che questo gruppo fu organizzato dal deputato federale Norberto Sántiz López. E' presente nei municipi di Las Margaritas, Oxchuc, San Juan Cancuc, Sitalá, Ocosingo e Huixtán. "Dopo lo sgombero del municipio autonomo Ricardo Flores Magón, l'11 aprile 1998, le comunità di questa vallata hanno aumentato le loro denunce contro priisti e membri del Coordinamento Nazionale dei Popoli Indios (Coordinadora Nacional de Pueblos Indios), intendendo che questi appartengono al MIRA. Come suoi principali dirigenti sono indicati Nicolás García Flores e Abelardo González Jiménez (quest'ultimo ex zapatista). Si seppe del MIRA e dei suoi principali centri di operazione nel 1997, nelle comunità di San Fernando, 20 de Noviembre e Santa Rosa e nei municipi di Oxchuc, Huixtán e Chanal. Il suo centro di addestramento si trova nel campo sportivo della Escuela Tecnológica Agropecuaria (ETA). Secondo le comunità dell'ARIC Indipendente e di Tzamán, il lavoro di reclutamento si è svolto nei municipi di Altamirano, Ocosingo e "nel municipio ribelle di Tierra y Libertad, alla frontiera con il Guatemala".

Per quanto riguarda il gruppo paramilitare Máscara Roja, noto dal 1994 e riuniformatosi nel settembre 1996, dopo il fallimento dei negoziati di San Andrés Larráinzar, i suoi membri si trovano nelle comunità di Tivó, Santiago del Pinar, nel municipio di San Juán Chamula. Le sue azioni sono dirette principalmente contro le basi di appoggio dell'EZLN ed il municipio ribelle di San Andrés Sakamchén. Secondo il Centro dei Diritti Umani Miguel Agustín Pro Juárez, Mascara Roja è il responsabile del genocidio di Acteal del dicembre 1997.

Di Alianza San Bartolomé de los Llanos, presente nel municipio di Venustiano Carranza e formatosi agli inizi del 1995, si segnala che ha agito principalmente contro membri della Organización Campesina Emiliano Zapata (OCEZ) e del FAC-MLN. Il 26 maggio 1998 sgomberò dalle loro terre circa 500 persone e si addebitano a questo gruppo circa 30 omicidi e di aver collaborato al rapimento di oltre cento abitanti che sono stati "torturati ed arrestati come prigionieri politici dalla polizia, dai caciques e dal gruppo stesso".

Il gruppo Los Quintos si presenta il 13 maggio 1998 nel municipio di Venustiano Carranza, quando avvenne un'aggressione contro il Comité de Campesinos Pobres. E' formato da circa 70 individui debitamente armati ed equipaggiati, capeggiati da Luis Aguilar Espinoza e dai suoi fratelli. Indossano uniformi e stivali neri, zaini ed apparecchi di radiocomunicazione portatili, a volte si presentano incappucciati.

Del gruppo Los Puñales noto dal luglio 1997, si afferma che si organizzò nella comunità La Floresta, municipio di Ocosingo, capeggiato da Fausto Gómez Díaz, commerciante, proprietario di auto e di una segheria. La sua organizzazione "ha trovato l'appoggio dell'esercito federale e della PSP". Indossano uniformi nere con camicie a maniche lunghe; possiedono fucili "dodici forniti dall'Esercito".

Il gruppo Los Aguilera si conosce dal 1994, nel municipio di Chilón. "Si presume sia un gruppo familiare di delinquenti che agisce contro il potere locale ed i suoi interessi particolari. Sembra avere rapporti con Paz y Justicia e Los Chinchulines".

Il gruppo Los Tomates è noto dal 1998 nel municipio di Bochil a forte presenza PRD.

Il gruppo Los Plátanos appare "tre giorni dopo che l'Esercito aveva assassinato nove indigeni zapatisti nelle comunità di Unión Progreso e Chavajeval" nel giugno 1998. E' composto da circa 80 individui "addestrati dalla PSP e dall'Esercito".

Il gruppo Chentes agisce in un insediamento irregolare denominato La Libertad "localizzato all'interno della base militare di Los Sabinos". Lo si conosce dal 1996.

Il gruppo Los Carrancistas è un gruppo armato localizzato nel municipio di Suchiate, il suo leader è Julio Avendaño Santiago. E' certo che era parte dell'EZLN dal quale si è poi separato.


(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)



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