26 luglio 2000

Alla stampa Nazionale e Internazionale

All'opinione pubblica

Alle Organizzazioni dei Diritti Umani Nazionali e Internazionali

Alla Società Civile Nazionale e Internazionale

Fratelli e sorelle, nuovamente denunciamo pubblicamente le arbitrarietà delle forze repressive del governo statale e federale.

Noi come ejidatari e abitanti dell'Ejido di PETALCINGO del municipio di Tila, Chiapas.

Di giorno in giorno aumentano le aggressioni e le intimidazioni da parte dell'Esercito federale, della polizia giudiziaria di quella di sicurezza pubblica.

Ora in qualsiasi ora del giorno e della settimana (3 o 4 volte alla settimana), l'Esercito federale, la polizia giudiziaria e quella di sicurezza pubblica fanno posti di blocco per le strade dell'Ejido, perquisendo chiunque, uomo, donna, bambino o bambina, che passa camminando di lì, burlandosi delle cose degli umili indigeni. Nei posti di blocco rimangono fermi i convogli militari e blindati, mentre i soldati si aggirano nei campi fino a 400/500 metri dall'Ejido, fino ad arrivare ai luoghi chiamati "Jhamayil" e "Woy-akil" e poi si sparpagliano nelle piantagioni di caffè, nei campi coltivati e per i sentieri distruggendo le coltivazioni, spaventando le donne e disturbando l'attività dei contadini e delle contadine.

Noi ci siamo resi conto che il governo vuole dialogare con gli indigeni, però è un dialogo con le armi puntate sulla gente quello che sta facendo. Anche il gran discorso di Ernesto Zedillo nel giorno della "libera espressione": noi non riusciamo a capire che cosa è questa "libera espressione", quando la realtà delle comunità non viene mai pubblicata sui mezzi di comunicazione del governo, che ha il loro controllo.

Fratelli e sorelle analizziamo e riflettiamo sulla nostra situazione: dove sta la provocazione? Perché ci siamo trovati così umiliati e discriminati, solo perché siamo poveri o perché siamo indigeni? Dove sono i nostri diritti come indigeni? Chi sta violando le leggi? Siamo noi indigeni o il governo? Perché ci umiliano pagando con il nostro denaro migliaia di soldati, poliziotti giudiziari e di pubblica sicurezza, solo per aggredire persone giuste come noi indigeni?

Di fronte a tutto questo chiediamo al governo Statale e Federale, il ritiro immediato di tutte le corporazioni di polizia dalla nostra zona e il giusto rispetto degli accordi di San Andrès.

ATTENTAMENTE

LA MAGGIORANZA DEGLI EJIDATARI E DEGLI ABITANTI DI PETALCINGO

Firma di Marcos López Pérez, promotore della Rete di Difensori Comunitari per i Diritti Umani

ENLACE CIVIL, A. C. - enlacecivil@laneta.apc.org http://www.enlacecivil.org


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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