Da La Jornada, 24 agosto 2000

La SG minimizza lo scontro in Ocosingo

Alonso Urrutia

In due interviste sia il segretario di Governo, Diódoro Carrasco, che il sottosegretario di Governo della dipendenza, Dionisio Pérez Jácome, hanno minimizzato l'episodio di violenza avvenuto martedì fra priisti e zapatisti, dicendo che i media hanno sopravvalutato la portata dell'accaduto.

Carrasco ha detto che c'è stato uno scontro con quattro feriti d'arma bianca. Il responsabile della politica interna del paese ha affermato che sono ancora poco chiare le cause del scontro, per dargli una giusta dimensione".

­ Ancora una volta ci sono priisti immischiati in fatti violenti nel Chiapas?

­ Mi pare che i reati non possono essere codificati, anche se avvengono da parte di gente iscritta ad un partito. I reati sono quello che sono, bisogna perseguirli e castigarli. Non credo che sia un problema di tessere e mi pare che sia molto improprio pretendere di dare sempre un carattere di partito.

Da parte sua, Pérez Jácome ha insistito che bisogna investigare sullo scontro "nei termini di legge, però non vedo nessuna vincolazione con le recenti elezioni, che sono già terminate in modo pacifico e democratico la scorsa domenica.

Il sottosegretario ha ribadito che il Chiapas richiede una attenzione permanente, dato che indipendentemente dal conflitto persistono problemi di sicurezza pubblica.


Negano che ci siano stati morti e spari con armi di fuoco

Solo 3 i feriti nello scontro di martedì, secondo le autorità

Angeles Mariscal e Elio Henríquez, corrispondenti, Tuxtla Gutiérrez, Chis., 23 agosto

Il saldo dello scontro nella notte del martedì nella comunità Peña Limonar, municipio di Ocosingo, è unicamente di tre persone ferite da colpi, e non di quattro morti e 37 feriti come si era detto originalmente, ha assicurato il procuratore di Giustizia statale, Eduardo Montoya Liévano.

Ha segnalato che l'accaduto è dovuto alla disputa di un terreno tra due gruppi antagonistici, uno dei quali è simpatizzante dell'EZLN.

La tensione prevale in Peña Limonar, villaggio a cinque ore di cammino dal capoluogo municipale di Ocosingo. Secondo gli abitanti che oggi hanno fatto un'assemblea nel luogo dei fatti ­ durante la quale hanno ratificato la versione ufficiale ­, la violenza è cominciata quando un gruppo civile armato, identificato dagli abitanti come Los Maleantes, formato da zapatisti disertori, ha incendiato la casa di un dirigente priista.

Fino ad oggi non si sa se nel confronto ci siano stati spari con arma da fuoco, però almeno 100 poliziotti sono stati inviati alle immediate vicinanze di Peña Limonar per evitare un nuovo scontro.

La versione su un presunto combattimento armato tra "priisti e zapatisti", per motivi politici, in cui quattro persone avrebbero perso la vita e perlomeno 37 altre persone siano rimaste ferite, è venuta del sindaco di Ocosingo, Adolfo Gutiérrez Cruz, che ha detto di aver ricevuto un rapporto "da qualcuno che per radio ha inviato la denuncia".

Il procuratore Montoya ha affermato che tutto è avvenuto per un confronto fra priisti componenti dell'Organizzazione Popolare per la Difesa dei Diritti Contadini (Oddic), abitanti di Peña Limonar, che sarebbero stati aggrediti da presunti simpatizzanti dell'EZLN.

Ha spiegato che secondo le prime indagini, i presunti zapatisti ­ dei quali in un primo momento si era detto che avevano utilizzato armi di alto calibro ­ abitano nel villaggio Cuauhtémoc, vicino a Peña Limonar.

Queste persone, circa 20, sono arrivati a Limonar e hanno bruciato la casa di Flavio Díaz Soto, e perciò il resto della popolazione si è scontrata con gli aggressori. Il procuratore ha precisato che tre persone sono rimaste "lievemente" ferite, Mariano Ruiz García, Manuel Ruiz Hernández e Abraham López Gómez, dei quali solo uno presenta una ferita da machete.

Gli abitanti di Peña Limonar ratificano la versione ufficiale

Abitanti di Peña Limonar hanno fatto stamattina un'assemblea, alla presenza di autorità statali, nella quale hanno ribadito che lo scontro di ieri ha fatto solo tre feriti, che sono stati accompagnati agli ospedali di Palenque e di San Jerónimo Tulijá, dove sembra che siano fuori pericolo.

"Peña Limonar non è in guerra", ha affermato Flavio Díaz Soto, dirigente dell'organizzazione priista Oddic ­ alla quale appartengono i tre feriti ­, mentre da due case abbandonate e incendiate saliva ancora il fumo.

Per la tensione esistente, e di fronte al rischio di nuovi scontri, il viceprocuratore di Giustizia statale, Sabino Aguilar Ramírez, ha annunciato che alcuni centinaia di poliziotti rimarranno nella zona per realizzare "azioni preventive", mentre un agente del Ministero Pubblico rimarrà sul posto tutto "il tempo che sarà necessario" per ricevere lamentele e denunce dei danneggiati.

Secondo Sabino Aguilar, la rissa è avvenuta quando circa 300 persone si sono riunite per trattare la situazione del dirigente Flavio Díaz Soto, la cui casa era stata incendiata lunedì da Los Maleantes, che volevano togliergli il suo terreno di 20 ettari.

Stavano cercando di rispettare l'accordo della comunità di arrestare gli aggressori, ma questi hanno fatto resistenza e così è nata "una rissa, motivo per cui tre persone sono state ferite", però "non ci sono stati morti, né feriti come la stampa ha pubblicato oggi, né spari".


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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