Ciò che si nasconde dietro la distruzione della

FORESTA LACANDONA

di ANTONIO CASTILLO

In maggio, il Consiglio Nazionale di Aree Naturali Protette e alcune organizzazioni ecologiche e accademiche, tra cui quella di Conservazione Internazionale, emisero due rapporti nei quali menzionavano l'urgenza di agire contro gli indigeni che incendiavano, invadevano e distruggevano la Foresta Lacandona e la Riserva Integrale della Biosfera di Montes Azules (RIBMA), e informavano che questa riserva contiene il 40% delle farfalle diurne e il 48% degli uccelli sul totale delle specie registrate in Messico.

Questi rapporti denunciarono che nel nostro paese non si rispettano le leggi.

Alejandro Nadal e Andreas Barreira dimostrarono nei loro articoli (La Jornada 10,15 e 25 maggio), che le denunce sugli incendi nella foresta sono ingannevoli.

Nel supplemento Hojarasca dello stesso periodico (lunedì 12 giugno), si affrontò la situazione agraria e la falsità delle accuse contro gli indigeni a proposito delle supposte invasioni e distruzione della foresta. Si segnalano anche i veri colpevoli.

Che interessi si nascondono dietro queste false accuse?

Dal 1979 al 1984 i fratelli Javier e Roberto de la Maza Elvira realizzarono studi di censimento delle farfalle esistenti in Marqués de Comillas, Montes Azules y Chajul. In questa regione in quel periodo, ci fu contrabbando di farfalle. Nel 1990 si stabilì la Stazione Biologica della UNAM (Universidad Nacional Autónoma de Mexico) in Boca de Chajul, sopra il margine del fiume Lancantún che corrisponde a Montes Azules. Partecipano alla sua amministrazione la UNAM, la Sedesol e Conservazione Internazionale in Messico, essendo Javier de la Maza Elvira uno dei dirigenti di questo ultimo organismo.

Il 9 ottobre 1984, Roberto de la Maza Elvira gestì il registro e l'autorizzazione del "Allevamento Estensivo di Farfalle Boca de Chajul". L'11 novembre questo allevamento ricevete l'autorizzazione dall'Istituto Nazionale di Ecologia (Presidenta Julia Carabias) e il 14 novembre dello stesso anno venne anche autorizzato dall'allora Direttore Generale della Protezione Forestale e Fauna Silvestre della SARH, Victor Sosa Cadillo ( attuale Direttore Generale Forestale della Semarnap).

Entrambe le dipendenze autorizzarono anche la cattura e la commercializzazione di 12.000 esemplari mensili di 544 specie di farfalle diurne che presuntamente si starebbero riproducendo in 70 ettari nel campo di Boca de Chajul. Non si riproducevano in Montes Azules?

Lo sfruttamento e la commercializzazione delle farfalle è uno dei progetti del Centro di Tecnologia Electronica Informatica (CETEI) e di Conservazione Internazionale (uno dei firmatari del rapporto della CONANP nel quale si chiede lo sfratto degli indigeni).

Dal 1994, ogni settimana, si portano farfalle in aereo da Chajul a Comitán, San Cristóbal e Palenque, da lì a Tuxtla Gutiérrez e al Distretto Federale per inviarle negli Stati Uniti, Europa e Giappone. Il 15 marzo 1996, il direttore generale del CETEI, dottor José Warman Gryj, anch'egli firmatario dei rapporti contro gli indigeni -- il quale, allo stesso tempo, rappresenta altri due commercializzatori di farfalle, come Presidente del Consiglio Direttivo degli Spazi Naturali e dello Sviluppo Sostenibile AC e la Impresa Montes Azules -- sollecitò a Javier de la Maza Elvira, Direttore Generale del Sfruttamento Ecologico delle Risorse Naturali del INE - Semarnap, l'ampliamento dell'autorizzazione, per il trasferimento di farfalle vive da Chajul al "farfallario" del Parco Zoologico di X'caret in Quintana Roo, i cui lotti frequentemente hanno raggiunto il numero di 20.000 per ogni rimessa. Con questa attività, i due fratelli de la Maza Elvira e José Warman si integrano alla lista dei 502 commercianti internazionali di farfalle mediante una infrastruttura che costruirono dal 1985 al 1993, assumendo come base le organizzazioni Biocenosis e Conservazione Internazionale.

Nel campo di Chajul, tra 60 e 100 persone si dedicano alla cattura delle farfalle e la maggior percentuale di farfalle catturate (370 specie considerate correnti o comuni), vengono pagate a 1,2 e 3,50 pesos per esemplare. Le farfalle di prezzo medio come le sottofamiglie morpho e papilioninae, rendono 12 pesos per esemplare, le specie rare come la Agria amydon philatelica, se sono di seconda classe, possono rendere 450 pesos per esemplare di maschio o femmina, quelle di prima classe fino a 800 pesos. Le specie di Agria aedon rodriguezi maschio, vengono pagate 1200 pesos per la prima classe, 1000 per la seconda e 700 per la terza, la femmina di prima classe viene pagata 1500 pesos.

Nel 1994, Roberto de la Maza diceva che i margini di guadagno per esemplare di farfalle comuni era da 2 a 10 dollari minimo, mentre la commercializzazione internazionale dell'Agria potevano rendere da 800 a 2900 dollari per esemplare.

Perché gli ecologisti e investigatori che firmarono i rapporti contro gli indigeni non reclamano che si rispettino le leggi in questo affare di farfalle, che sta distruggendo la biodiversità, le catene trofiche e gli ecosistemi della foresta? Nella normativa ambientale è proibita la commercializzazione di esemplari di allevamenti estensivi e delle specie rare ed endemiche come le farfalle Agria. Si usano trappole proibite per la sua cattura, non si presentano studi di dinamica di popolazione per cadauna delle specie e neanche si presentò un programma guida (unicamente in piano di cattura). Inoltre si falsificò l'informazione nel senso che solo si riproduce in 70 ettari le farfalle catturate, non esiste un controllo sulla veridicità delle informazioni, ne sul volume reale delle catture. Ai distruttori della biodiversità, dato che non sono indigeni, gli si permette il traffico delle influenze, l'irresponsabilità amministrativa e la violazione delle leggi. Inoltre, gli è permesso nei loro rapporti di gridare "sfrattate gli indigeni distruttori della foresta!". Gli altri firmatari diventano complici.

Nel giugno e luglio 1996 in una riunione di lavoro realizzata in Messico tra Conservazione Internazionale Messico (CI), Propeten di Guatemala e INE - Semarnarp, decisero la creazione del Corridoio Biologico della Selva Maya del Chiapas, Campeche, Quintana Roo, Guatemala e Belize. Fra le proposte di lavoro c'è il programma dello sfruttamento potenziale del petrolio e dell'industria idroelettrica, il controllo delle risorse naturali, biologiche, culturali e archeologiche.

La finalità principale del CI consiste nel realizzare studi di bio-prospettiva in tutta la foresta maya cominciando da tre paesi.

Per questa ragione da molti anni CI è geograficamente posizionata in due punti con la maggior biodiversità di Montes Azules: la Stazione Biologica di Chajul e le lagune di Ocotal. (In queste lagune dove si trovano capanne e accampamenti arrivò la Polizia Federale Preventiva, PFP, sollecitata da Semarnarp e Profepa, per scacciare gli indigeni "invasori"). Ufficialmente CI non ha riportato le ricerche di bio-bioprospezione e nemmeno informa se alcune delle farfalle esportate negli USA hanno potenziale di uso chimico e farmaco-chimico.

Nei centri del CI del Messico e Guatemala si sono rafforzati i sistemi di calcolo e informazione geografica, per compiere con più efficacia le ricerche di rilevamento.

La Ci negli USA ha firmato un accordo con la UNESCO per capacitare, consigliare e realizzare donazioni di sistemi informatici e di calcolo con servizio Internet, a 25 Aree Naturali Protette di Asia, Africa e America Latina, di interesse per CI, come Montes Azules.

Conservazione Internazionale degli USA sviluppa anche 4 linee di lavoro e operazione in relazione alle risorse naturali e alle Aree Naturali Protette (ANP),: preparazione e costituzione di associazioni imprenditoriali; conservazione imprenditoriale privata delle ANP; ecoturismo imprenditoriale, e usi farmacologici di specie della Selva Tropicale Umida. A tal fine lavorano coordinatamente con le grandi multinazionali come NIH, Bristol - Myers, Squibb.

Probabilmente questa ragione spiega il successo dei CI in Montes Azules, nell'associazione con CETEI, Spazi Naturali e Montes Azules SA.

Sarà questo l'esempio che vogliono seguire gli altri ricercatori ed ecologisti che firmarono i rapporti contro gli indigeni? Sarà per questa stessa ragione che gli danno fastidio gli indigeni che vivono nelle zone con alta biodiversità come la Foresta Lacandona e Montes Azules?

Sarà questo l'inizio del processo di privatizzazione e transnazionalizzazione delle ANP del Messico con un alto potenziale e patrimonio genetico in biodiversità che attualmente appartiene ai popoli indigeni della foresta?

Forse è per questa ragione che la Semanarp - INE (Julia Carabias e Javier de la Maza Elvira) ha preteso, in forma autoritaria, dichiarare una riserva ufficiale in Chimalapas (in opposizione alla proposta delle comunità locali di creare una Riserva Contadina) per farla gestire ai burocrati e magari più avanti privatizzarla?

Il governo messicano sta attuando una politica irresponsabile sulla questione delle risorse genetiche, che porterà a consegnare la propria sovranità nelle mani di imprese private e multinazionali. Il processo si può spiegare in quattro esempi:

La precedente autorizzazione ha come antecedente la firma, il 3 di novembre 1998, dell'Accordo di Concertazione tra la Semarnarp - INE - Conabio e la UNAM, attraverso il Coordinamento di Ricerca Scientifica e l'Istituto di Biotecnologia, "con l'obiettivo di facilitare all'UNAM le possibilità di eseguire efficacemente il suo rapporto di collaborazione con l'impresa Diversa Corporation Inc.". Alcuni degli aspetti stabiliti nelle clausole di collaborazione sono:

"4.1. L'UNAM sarà responsabile di assicurare che i benefici monetari siano del Fideicomiso Fondo per la Biodiversità".

"4.4. L'UNAM considera con favore qualsiasi sollecitudine dell'INE e la Conabio, per partecipare ai benefici, sempre che Diversa lo permetta".

Nelle clausole 5.6. e 5.7. l'INE e la Conabio " offriranno appoggio all'UNAM e promuoveranno la collaborazione federale, statale e municipale, perché l'accordo tra l'UNAM e l'impresa Diversa riesca al meglio".

Firmano l'accordo i titolari: per Semarnarp, Julia Carabias, per l'INE, Enrique Provencio, per Conabio, José Sarukhan, per la controparte, il rettore Francisco Barnés, il coordinatore Francisco Bolívar Zapata ed il direttore Xavier Soverón.

Con l'ultimo esempio, si nota una chiara politica neoliberale ambientale da parte del governo messicano. Non decide, non regola, neanche ha il controllo sopra le risorse genetiche.

Ha semplicemente consegnato la propria sovranità nelle mani delle imprese multinazionali biopirate, oltre a consolidare la tendenza alla privatizzazione dello sfruttamento delle risorse naturali, delle ANP e delle risorse genetiche.

Si è perso l'interesse pubblico e nazionalista all'acceso delle risorse genetiche e si violano i diritti, gli interessi e il patrimonio naturale dei popoli indigeni del Messico necessarie per il loro sviluppo.

Nelle analisi si riscontra che alcuni personaggi che hanno firmato l'accordo con Diversa sono inoltre membri del Consiglio Nazionale delle Aree Naturali Protette (promotore e firmatario di uno dei rapporti), oltre ad essere gli stessi che appoggiano a Barnés ed a De la Fuente nella privatizzazione dell'educazione, oltre a contrastare gli studenti in sciopero. Ila politica di consegna delle risorse in mani straniere unita al cinismo sono sotto gli occhi di tutti in Chiapas, alla UNAM e in tutto il Messico.

Non possiamo essere complici.

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