22 marzo 2000

Conclusioni e raccomandazioni nella relazione della relatrice speciale dell'Onu sulle sparizioni e le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie nello stato del Messico

IV. Conclusioni

94. Il Messico attraversa un periodo difficile, in cui la polarizzazione politica e la violenza appannano il progresso. E' necessario prendere urgentemente delle misure preventive che diminuiscano le tensioni e riducano la violenza al fine di proteggere la vita e la sicurezza dei civili innocenti che sono vittime della polizia, delle forze armate, dei gruppi paramilitari e dei gruppi armati dell'opposizione.

95. Il Governo del Messico è in grado di superare gli ostacoli contro la protezione delle vite dei suoi cittadini e delle altre persone che abitano il paese. Il Governo dispone dei meccanismi amministrativi necessari per dominare la situazione. Conosce inoltre le radici del problema ed ha tentato di abbordare i tre temi capitali dell'accesso alla giustizia, dell'aumento della democrazia e del rafforzamento delle comunità locali attraverso, rispettivamente, la modifica dell'ordinamento e del sistema giuridico, l'adozione di riforme elettorali e di altra indole e l'inizio del dialogo e dell'aumento dell'autonomia economica e politica. Il problema consiste nell'applicare queste misure con volontà e determinazione.

96. Il popolo è fermo partitario della giustizia e della fine della cultura dell'impunità. Il maggior capitale del Messico è la sua società civile. La determinazione delle sue componenti di difendere i diritti umani è chiara e incoraggiante. La Relatrice Speciale osserva che la società civile, comprese le organizzazioni non governative, i mezzi di diffusione e i singoli, sono stati spesso decisivi nel compito di fare pressione sulle autorità competenti affinché investigassero su esecuzioni extragiudiziali o riaprissero casi chiusi.

97. Il Governo ha preso alcune misure iniziali per garantire il diritto alla vita di tutte le persone, seguendo quanto disposto nell'art. 6 del Patto Internazionale di Diritti Civili e Politici. Purtroppo, però, queste misure positive non sono state sufficienti per correggere la situazione, poiché persistono le esecuzioni extragiudiziali e l'impunità di chi le commette.

Anche se nell'ultimo anno sono diminuite in modo apprezzabile, si continuano a commettere molti assassinii e atti di violenza. Il Governo federale non può nascondersi dietro lo schermo del "federalismo", come fece per la questione di Aguas Blancas, per lasciare impunite persone influenti. Il Governo ha l'obbligo giuridico di far rispettare i trattati e i principi internazionali, anche quando secondo il diritto interno questa o quella violazione dei diritti umani ricada nella giurisdizione regionale o statale.

98. L'inefficacia della giustizia ha permesso la violazione dei diritti umani. La sua mancanza di competenza nel giudicare i militari per aver violato i diritti umani dei civili limita l'indipendenza dei tribunali ordinari. Converrebbe chiedere al Relatore Speciale dell'indipendenza dei magistrati e degli avvocati di fare un'analisi del sistema giuridico del Messico.

99. Nel paragrafo 4 dei Principi relativi ad un'efficace prevenzione e investigazione delle esecuzioni extralegali, arbitrarie o sommarie, si dice quanto segue: "Si garantirà una protezione efficace, giuridica o di altro tipo, ai soggetti e ai gruppi che siano in pericolo di esecuzione extralegale, arbitraria o sommaria, in particolare a quelli che ricevessero minacce di morte". È evidente che il comportamento delle autorità statali di alto rango, prima, durante e dopo il massacro di Acteal non si accorda a questo principio fondamentale e che i colpevoli di omissione o negligenza grave non dovettero dar conto delle loro azioni.

100. Nell'art. 3 del Codice di condotta per i funzionari incaricati di far compiere la legge si dice che questi "potranno usare la forza solo quando fosse strettamente necessario e nella misura in cui lo richieda lo svolgimento dei loro compiti". Questa norma viene a proposito in relazione con quanto successo a El Bosque, Aguas Blancas ed El Charco, in cui ci sono chiari indizi per cui il Governo usò deliberatamente e premeditatamente una forza eccessiva e sproporzionata che sfociò in diverse esecuzioni extragiudiziali.

101. I procuratori federali e statali non rispettano i paragrafi 12) e 13b) delle Direttrici sulla Funzione dei Pubblici Ministeri approvate dall'Ottavo Congresso delle Nazioni Unite sulla Prevenzione del Delitto e Trattamento del Delinquente. Secondo il paragrafo 12) "[i] Pubblici Ministeri, in conformità con la legge, dovranno compiere le loro funzioni con imparzialità, fermezza e rapidità, rispettare e proteggere la dignità umana e difendere i diritti umani, contribuendo in questo modo ad assicurare il processo dovuto e il buon funzionamento del sistema giuridico penale". Nel paragrafo 13 si aggiunge che: "Nel compimento dei loro obblighi, i Pubblici Ministeri [...] b) proteggeranno l'interesse pubblico, attueranno con obiettività, terranno debitamente in conto la situazione del sospettato e della vittima, e presteranno attenzione a tutte le circostanze pertinenti, prescindendo da che siano vantaggiose o svantaggiose per il sospettato".

Riguardo ai fatti di Aguas Blancas, non si è riaperta l'indagine nonostante le conclusioni della Suprema Corte di Giustizia del Messico. Per quanto la Relatrice Speciale rileva nella presente relazione, l'indagine si è scontrata, tra gli altri ostacoli, con mancanza di trasparenza, occultamento, detenzione selettiva di sospettati e pressioni di altri giudici. La facoltà discrezionale dei procuratori sull'apertura di un'indagine criminale ha dato luogo a gravi ingiustizie e all'impunità di persone colpevoli di violazioni dei diritti umani.

102. Le autorità messicane competenti sono riluttanti a rendere responsabili dei loro atti i militari per esecuzioni extragiudiziarie e per altre trasgressioni dei diritti umani. Questo è stato osservato specialmente in relazione ai fatti di El Charco. I tribunali ordinari non possono giudicare i militari per violazioni di diritti umani anche nel caso in cui le vittime siano civili. Il processo dei militari si trova nelle mani del Procuratore Generale Militare, subordinato al Ministero della Difesa Nazionale. Preoccupa la Relatrice Speciale che questa situazione, unita al problema delle pressioni sui colleghi e alla lealtà professionale mal intesa, vada a pregiudicare le vittime civili ed i loro familiari e limiti enormemente le possibilità che le cause che li riguardano si basino su un tribunale competente, indipendente e imparziale, sulla base dei Principi base relativi all'indipendenza della magistratura.

103. La persistenza di minacce contro la vita dei difensori dei diritti umani indica che il Governo non ha adottato, nonostante le sue promesse, le misure necessarie per proteggere queste persone ed eliminare le minacce contro la loro sicurezza. La Relatrice Speciale elogia il lavoro delle organizzazioni non governative, sviluppato spesso in circostanze difficili, ma avverte che molte di esse agiscono in situazioni di violenza e di polarizzazione politica in cui a volte è difficile per loro mantenere un'immagine di neutralità, situazione che può sottrarre efficacia alla loro azione.

V. Raccomandazioni

104. La Relatrice Speciale insiste con il Governo del Messico perché continui le riforme iniziate. Per risolvere le cause strutturali della violenze è indispensabile fare cambiamenti fondamentali. Allo stesso tempo bisogna riorientare e rafforzare le istituzioni e la macchina amministrativa affinché si ripettino le norme dei diritti umani.

105. Bisogna chiedere al Governo di approfittare dell'appoggio della comunità internazionale alle sue iniziative volte a far sì che nell'amministrazione e nella politica si tengano in considerazione i diritti umani. L'aumento delle tensioni da qui alle elezioni generali del 2000 può sfociare in atti violenti. A volte questi possono evitarsi accettando qualche forma legittima di presenza internazionale, ragione per cui il Governo dovrebbe esaminare la possibilità di invitare osservatori internazionali per le elezioni regionali del 2000.

106. La Relatrice Speciale loda che il Governo sia disposto a riprendere il dialogo con i gruppi politici armati come l'EZLN e ad esaminare la possibilità di concedere maggiore autonomia alle regioni abitate da comunità indigene per eliminare tensioni. Il Governo deve utilizzare tutta la sua capacità per superare il ristagno del dialogo con l'EZLN, per eliminare le minacce che pesano sulla vita dei suoi cittadini.

107. La Relatrice speciale raccomanda al Governo del Messico di:

  1. Adottare misure effettive per proteggere la vita dei difensori dei diritti umani, compresi i giornalisti, in conformità con la Dichiarazione su Diritti e Doveri di individui, gruppi e istituzioni per promuovere e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente riconosciute, approvata dall'Assemblea Generale nella sua risoluzione 53/144 del 9 dicembre 1998. Come parte di queste misure il Governo deve sforzarsi per creare una situazione propizia per lo sviluppo della società civile e della protezione dei diritti umani.
  2. Raggiungere la smilitarizzazione della società ed evitare di delegare alle forze armate il mantenimento dell'ordine pubblico o della lotta contro il crimine.
  3. Prendere misure per rafforzare l'indipendenza delle procure, da quelle federali a quelle locali.
  4. Concedere alle persone i cui diritti umani sono stati violati, o ai loro familiari, la possibilità di dar vita ad azioni penali indipendentemente dalla Procura Generale.
  5. Porre fine all'impunità di cui godono certe classi e categorie privilegiate.
  6. Iniziare le riforme necessarie affinché i tribunali ordinari possano giudicare tutte le persone accusate di violazione dei diritti umani, qualunque sia la loro professione.
  7. Proseguire i lavori di formazione e coscientizzazione della polizia e delle forze armate in materia di diritti umani.
  8. Rafforzare la CNDH e le commissioni statali dei diritti umani, compresa quella del Distretto Federale. Bisognerebbe incoraggiare la commissione a tenere contatti periodici con le forze di sicurezza.
  9. Derogare alla legge in cui si stabilisce la pena di morte, in modo che l'attuale situazione di fatto si converta in legge. La Relatrice Speciale chiede inoltre al Governo del Messico di ratificare il Secondo Protocollo Facoltativo del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, destinato ad abolire la pena di morte.

108. La Relatrice Speciale riconosce che queste raccomandazioni non sono per niente esaustive, né nuove. Il Governo, la società civile e la stampa in Messico le dibattono continuamente. La Relatrice Speciale vuole semplicemente sottolineare la necessità di adottarle prima che si perdano vite preziose.

Fonte: Equipo Nizkor - Derechos Human Rigjts - Serpaj Europa

[Nota dell'Equipo Nizkor: Il testo distribuito corrisponde al documento E/CN.4/2000/3/Add.3 del 25nov99 da presentare alla Commissione dei Diritti Umani durante il 56° periodo di sessioni sul Tema 11 b) del programma provvisorio Diritti Civili e Politici, in particolare sulla questione delle sparizioni e delle esecuzioni sommarie e corrisponde alla relazione della Relatrice, S.ra Asma Jahangir, relativo alle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie. La relazione completa si può incontrare nelle nostre pagine Web o nel sito dell'Alto Commissariato dell'ONU]


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - Lombardia)



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