Il manifesto, 20 Agosto 2000

Aspettando la qualità totale

Il Messico scopre il Fox pensiero: il paese va gestito come un'azienda

La destra cattolica inizia l'offensiva: contro l'aborto, sempre e comunque

Il Pri, perduta la presidenza, si sfalda in balia delle lotte di fazione

G. PR. - S. CRISTOBAL DE LAS CASAS

Mentre in Chiapas si vota, in un clima di estrema tensione, per eleggere il nuovo governatore - ma anche per decidere il destino del Partido revolucionario institucional (Pri), dopo l'inedita sconfitta del 2 luglio - i messicani stanno scoprendo poco a poco virtù e difetti del nuovo presidente, che entrerà in carica all'inizio di dicembre.

Trasformatosi in pochi anni da presidente della Coca Cola messicana in presidente della repubblica, Vicente Fox Quesada, stimolato dall'euforia della vittoria e dall'insistenza quotidiana dei giornalisti, ha cominciato ad esternare la sua filosofia di governo, straordinariamente simile al Berlusconi-pensiero.

Lo stato è, né più né meno, come un'azienda e va gestito con gli stessi criteri.

Il valore supremo che deve guidare l'amministrazione della cosa pubblica è la ricerca della "qualità totale" (ma non l'avevamo già sentito questo slogan?).

Il manuale del buon governante, secondo Fox, è praticamente uguale a quei libretti, made in Usa, per diventare un manager di successo. Tanto che il neoeletto presidente non solo non rinnega il suo passato di venditore di bibite ma lo rivendica orgogliosamente come l'esperienza formativa della sua carriera politica, la sua vera scuola quadri.

I risultati di questa pragmatica weltanschauung non si sono fatti aspettare. In uno dei primi messaggi di ringraziamento agli elettori, Vicente Fox ha aperto un democraticissimo concorso, invitando tutti gli aspiranti a posti di governo a inviare il loro curriculum perché venga preso in esame da un'apposita commissione. Requisiti indispensabili: amore alla patria e competenza provata nel proprio campo. Vedremo quanti cittadini di strada, scoperti da questo straordinario cacciatore di talenti, diventeranno ministri nei prossimi mesi.

Le prime proposte di politica economica invece, da quella di tassare medicine e alimenti a quella di trasformare Pemex, l'ente petrolifero di stato, in una multinazionale, hanno sollevato meno entusiasmi. E la posizione ferocemente antiabortista del Partido de Acciòn Nacional (Pan), il partito della destra cattolica che l'ha portato al potere, sta scatenando un putiferio ed è in questi giorni motivo di un dibattito nazionale.

E' stato il caso di Paulina, un'adolescente violentata a cui le autorità dello stato di Baja California hanno impedito l'interruzione della gravidanza, a portare la questione dell'aborto al centro dell'attenzione. In sintonia con i settori più oltranzisti della Chiesa cattolica, il governo panista di Guanajuato, lo stato di cui Fox era governatore, ha votato una nuova legge che criminalizza l'aborto anche in caso di violenza carnale. Come era prevedibile, la nuova legislazione, seppure limitata all'ambito di un solo stato, ha provocato manifestazioni di protesta in tutto il paese per il suo carattere retrogrado e oscurantista.

Uno dei funzionari di governo della Baja California responsabile del mancato aborto di Paulina è stato chiamato da Fox nel pool di esperti che elaborano a tutto vapore il suo nuovo programma di governo. Sarà il prossimo ministro della sanità, senza bisogno di presentare il curriculum?

La risposta del Partido de la Revolución Democrática (Prd), il partito di centro-sinistra pesantemente ridimensionato dalle ultime elezioni, è arrivata chiara e forte. Rosario Robles, sindaco uscente della capitale, ha fatto immediatamente approvare una legge che depenalizza l'aborto per giusta causa, includendo la violenza carnale e la malformazione del feto. Mentre la discussione della nuova legge ha provocato una rissa fra gli attivisti di ProVida e i rappresentanti di varie organizzazioni non governative, Fox ha disertato il campo di battaglia, rinunciando perfino ad opinare. Per sapere se il Messico ha un presidente abortista o antiabortista bisognerà aspettare fino a dicembre.

Sulla questione del Chiapas, luogo geometrico delle contraddizioni nazionali, la posizione di Vicente Fox è ugualmente mutevole. Quello che in campagna elettorale era presentato come una problema prioritario - risolvibile con il ritiro dell'esercito, l'applicazione degli accordi di San Andrés e la ripresa delle trattative con l'Ezln - si è trasformato ora in un "conflitto regionale", con un'ottica riduttiva che lo stesso governo Zedillo aveva abbandonato cinque anni fa.

Se la sfida del Pan è quella di trovare una "sana relazione" con il prossimo presidente e quella del Prd è la riorganizzazione del partito e la ricerca di una rotta di opposizione popolare, i problemi del Pri sembrano ridursi alla mera sopravvivenza. Paralizzato da una lotta al coltello fra due bande ugualmente mafiose, infangato dalla latitanza di due esponenti di prima grandezza - Oscar Espinosa, un ministro del turismo accusato di peculato, e Mario Villanueva, un governatore legato al narcotraffico - il Partido Revolucionario Institucional deve aspettare l'esito delle elezioni di oggi in Chiapas per sapere se ha ancora un futuro da amministrare. E non lo fa a braccia conserte, ma cercando in tutti i modi di mettere le mani nelle urne.

Mentre i vertici discutono sull'opportunità di espellere il presidente Zedillo dal partito, addossandogli tutte le responsabilità della sconfitta elettorale del 2 luglio, la base comincia a scannarsi. Due giorni fa a Chimalhuacan, una cittadina a est di Città del Messico, due gruppi di priisti si sono affrontati con armi da fuoco per una spartizione di seggi. Risultato: 9 morti, decine di feriti e più di 200 arresti. Le due bande si sono affrontate a colpi di pietre, bastoni e bombe molotov. Oggetto della disputa il posto di sindaco di Chimalhuacan. I sostenitori di Guadalupe Buendia, un'attivista del Pri diventata famosa durante la campagna elettorale per le presidenziali per aver "noleggiato" un gruppo di spogliarellisti per un comizio fuori dall'ordinario, hanno caricato quelli di Jesus Tolentino, anche lui del Pri, che ha vinto le elezioni "soffiando" il posto al figlio di Guadalupe Buendia.

Una versione provinciale e in scala ridotta delle lotte intestine nel dinosauro priista, ma anche il segno che la Vicente Fox avrà bisogno di tutte le sua qualità di venditore per piazzare il Messico a "qualità totale".


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