Convocata per bloccare la Guerra di sterminio che sta affliggendo le popolazioni civili chiapaneche, il Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale ha convocato ieri pomeriggio una manifestazione nazionale, che dall'Angel de la Indipendencia ha marciato fino alla Casa del Chiapas, chiamando tutti i messicani e le messicane a manifestare in appoggio alla resistenza delle comunità.

Nella convocazione si può leggere che "Il Governo, il PRI e il PAN possono fare tutte le "feste alla democrazia che credono, però tutto continuerà essendo un inganno, mentre non si garantisce la pace con giustizia e dignità".

La non nuova richiesta di far rientrare tutte le truppe dell'esercito federale alle posizioni antecedenti il 1994, viene dettagliata nel volantino distribuito "Dopo alcuni giorni dalle elezioni federali sono stati inviati in Chiapas altri 12 mila soldati che si sommano ai 70 già presenti nella Selva Lacandona, in Los Altos, nella zona Nord e nei Montes Azules. A questi si sommano i 5.000 membri della polizia preventiva, i 15.000 elementi delle varie polizie federali, statali e municipali e 10.000 paramilitari priisti. Cioè: il governo sta procedendo nella strategia di sterminio".

Alcune striscioni ed un'auto con l'amplificazione per intonare gli slogan hanno accompagnato tutto il corteo, scortato da sei pattuglie di polizia.

Lascia un po' di preoccupazione però il numero dei partecipanti, non più di 50, ad una iniziativa che, in questi tempi elettorali, sembra non riuscire a coinvolgere quei messicani a cui si rivolge. Faceva impressione vedere come il corteo, scortato dalle pattuglie, navigasse tra le file di auto, praticamente imbottigliato, seguendo un percorso che gli agenti stessi gli aprivano nel traffico.

Abituato a vedere sfilare cortei che sfiorano il milione di partecipanti - a Città del Messico - mi è parso che o i messicani capitolini non sono più tanto interessati alla questione Chiapas o la capacità di convocazione del Frente si è di molto abbassata.

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