Estratti di vari articoli da La Jornada 18 agosto 2000

Raccomandazioni della COCOPA

LE FORZE POLITICHE DEVONO RISPETTTARE LA VOLONTÀ DEGLI ELETTORI

Andrea Becceril

La Commissione di Concordia e Pacificazione ha chiesto ufficialmente alle autorità federali e statali del Chiapas che mantengano le condizioni necessarie al fine di ottenere uno svolgimento regolare delle prossime elezioni, in un clima di tranquillità e di rispetto della volontà degli elettori.

Il presidente di turno della COCOPA, GILBERTO LOPEZ Y RIVAS, ha richiamato tutte le parti in causa, EZLN compreso, a contribuire affinché le elezioni "si svolgano in un clima di certezza e legittimità per il bene della popolazione e per la ricerca di una pace giusta e degna". Il perredista ha aggiunto che i legislatori della COCOPA pensano che lo svolgimento regolare delle elezioni del 20 di agosto, possa contribuire alla soluzione pacifica del conflitto.

Prima della riunione GILBERTO LOPEZ Y RIVAS si è messo in contatto con le autorità della Segreteria di Governo alle quali, in forma personale, ha fatto presente le sue preoccupazioni circa le recenti notizie provenienti dal Chiapas, dove si osserva il riapparire di atti violenti ed il pericolo di aggressioni da parte dei gruppi paramilitari.

La risposta che ha ottenuto dal sottosegretario di governo ARMANDO LABRA, è stata che loro sono sicuri che il processo elettorale si svolgerà nella massima tranquillità e che le autorità competenti stano facendo tutti gli sforzi possibili per garantire che i gruppi di civili armati che operano in quelle zone, si mantengano sotto controllo.


ELEZIONI IN CHIAPAS

LA SEGRETERIA DI GOVERNO ATTIVA MISURE PER UNA GIORNATA RISPETTOSA

Elvira Vargas

Senza aver annunciato una partecipazione diretta della Polizia Federale Preventiva (PFP) nelle elezioni chiapaneche di domenica prossima, DIODORO CARRASCO, Segretario di Governo, ha sottolineato che "stiamo prendendo tutte le decisioni preventive necessarie che sono in nostro potere affinché la giornata sia civile, rispettosa e democratica".

A proposito dei gruppi paramilitari che si sono fatti vedere in quella zona alcuni giorni fa, il funzionario ha indicato che "nel governo siamo molto attenti" a questa questione e ha aggiunto che l'ufficio preposto della PGR sta svolgendo le indagini su "quella apparizione".

Come risultato di questa attenzione, ha affermato che sette persone sono attualmente detenute per essere legate a questi fatti e che esistono altri ordini di cattura "per alcuni personaggi che la Procura Generale della Repubblica ha già identificato".

Ha ammesso che la campagna politica, "come è naturale e normale", ha risvegliato "una passione che a volte si manifesta con maggiore enfasi di quella che realmente sarebbe necessaria, però il Governo federale ha piena fiducia - perché così se ne è parlato tra i contendenti politici, le autorità governative ed elettorali - che l'attitudine e la condotta delle parti in causa sarà completamente vincolata alla legge e rispettosa delle rispettive istanze. La cosa importante è che il risultato che daranno le urne, che il mandato che daranno i cittadini chiapanechi, venga semplicemente rispettato, vinca chi vinca".

"C'è chiarezza da parte dei contendenti sul fatto di preservare la pace, la stabilità e lo sviluppo del Chiapas. Mi pare che esista una coscienza molto chiara di questa responsabilità e che tutti la condividiamo".


AMNESTY INTERNATIONAL AVVERTE SULL'ESISTENZA DI UN CLIMA DI TENSIONE

A.I. segnala che, avvicinandosi le elezioni statali di domenica, "il Chiapas sta vivendo un clima di instabilità politica e di tensione, che potrebbe causare una scalata nella violazione dei diritti umani".

"Gli atti di violenza che stanno circondando le elezioni e una storia di intolleranza politica e religiosa nello stato, stanno minacciando la già fragile situazione riguardo i diritti umani in Chiapas" e, ha aggiunto, che le comunità locali denunciano quotidianamente atti di persecuzione e intimidazione da parte di esercito federale, polizia e gruppi paramilitari.


LO SGOMBERO FORZATO, MINACCIA LATENTE NEL VILLAGGIO CHIAPANECO LA REVOLUCION

Da parte del gruppo paramilitare di Paz y Justicia

Nel 1995 e nel 1998 gli abitanti si dovettero rifugiare nella montagna

Hermann Bellinghausen

Le minacce di sgombero forzato a La Revolucion si sono moltiplicate a partire dal passato fine settimana. Ci hanno informato oggi alcuni rappresentanti di questa comunità chol, situata nel municipio di Tila. Vari avvertimenti da parte di alcuni contadini priisti di comunità vicine, gente identificata con il gruppo di Paz y Justicia, hanno fatto pensare che l'azione dovrebbe avvenire prima di domenica prossima.

I piccoli proprietari terrieri, simpatizzanti del PRD, hanno paura di essere attaccati.

Vari sono gli indizi.

Questo fine settimana una signora di Pasijà Morelos ha ricevuto la visita di alcuni suoi conoscenti, priisti, che le hanno consigliato di avvisare suo fratello, abitante della vicina comunità di La Revolucion, che scappasse da lì per non trovarsi in mezzo "ai colpi di fucile che si stanno avvicinando". Lei, molto afflitta, girò l'avviso al suo familiare.

Nella confinante comunità di Chacalaca, alcune notti fa, un contadino sentì abbaiare il suo cane. Si è avvicinato con la sua torcia. Alcuni individui "vestiti con la uniforme della Sicurezza Pubblica e coperti con il passamontagna e portando armi di grosso calibro gli intimarono di fermarsi". Dopo avergli portato via la torcia, lo hanno avvertito: "Chiudi la bocca, perché questo non si fermerà. Andremo a La Revolucion. Con noi nessuno si può permettere di giocare. Andiamo a cacciare via quella gente: Se dici a qualcuno di averci visto, in cinque minuti ti ammazziamo".

Un altro contadino stava andando a Chejopà, Sabanilla, ed ha avuto un incontro simile con un individuo "vestito con un'uniforme verde, federale, però era un paramilitare e non un soldato". Interrogandolo circa la strada per Pasijà, l'uomo in uniforme gli ha detto "quando ci sarà l'azione, noi ci riuniremo in Pasijà Morelos e voi ci darete le nostre tortillas. E arriveranno veri soldati". Gli disse anche che veniva da Crucero, vicino a El LImar, nuovo municipio creato da Roberto Albores, dove, secondo denunce, si concentrano membri di Paz y Justicia.

"In questi giorni si susseguono gruppi di paramilitari che stanno entrando nella comunità. Le persone che vanno a Sabanilla vedono uomini che riempiono i loro zaini. Dicono di essere cacciatori, però portano armi molto grandi ed uniformi azzurre e nere che sono quelle che usano i paramilitari", prosegue il contadino. "Per questo gli abitanti di La Revolucion stanno esigendo che si facciano indagini su queste persone di Paz y Justicia, lì dove si sono messi".

Il passato 2 di luglio, l'Istituto Federale Elettorale ha installato un seggio elettorale a La Revolucion, "però i risultati dei nostri voti non sono andati da nessuna parte e probabilmente questa volta non metteranno neppure più il seggio", assicurano gli indigeni. Confermando queste affermazioni, l'opposizione di Alleanza per il Chiapas ha denunciato ieri di fronte al Tribunale elettorale che in Chiapas non sono state consegnate ben 563 urne contenenti voti ed ha messo in allerta dichiarando che "il PRI ha intenzione di installare seggi elettorali passando attraverso alle autorità delle comunità che hanno una grande simpatia per questo partito, con lo scopo di perpetrare frodi".

Il nuovo territorio di La Revolucion, fondato l'8 febbraio 1994, ha già sofferto sgomberi violenti da parte di Paz y Justicia due volte, il 9 agosto 1995 e il 20 aprile 1998, obbligando i tenutari delle terre e le loro famiglie a rifugiarsi in montagna. Nella seconda occasione erano accusati di aver assassinato un priista nel territorio di El Vado, "però questo scontro avvenne tra loro stessi, che appartengono a due gruppi priisti che non si sopportano".

Insomma è una delle tante occasioni in cui un regolamento di conti tra gruppi priisti viene attribuito alle comunità in resistenza.

a cura di Oscar - Città del Messico


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