PROLUNGAMENTO PER DECRETO DELLA GUERRA IN CHIAPAS

Una ad una stanno cadendo le maschere del regime. Già in procinto di andarsene, e affinché nessuno dimentichi la sua testardaggine irragionevole, il presidente Ernesto Zedillo ci lascia quella dell'addio (un'ulteriore aggressione) con la legalizzazione per decreto dell'esproprio di terre ejidali ad Amador Hernández. Per "fini militari", povero eufemismo della parola "guerra" evasa così chirurgicamente dal linguaggio ufficiale, ma che i fatti confermano sempre più come programma sessennale dell'attuale agonizzante ma tuttavia attivo regime priista. Il maquillage ha un limite, e ci sono decrepitezze senza rimedio.

Prima di andarsene di corsa, il zedillato continua a minare i cammini di pace in Chiapas, secondo la rotta tracciata dai generali di Zedillo fin dall'inizio del suo mandato. Oggi, con l'intento espropriatorio, lascia in eredità al governo del presidente Fox un'altra mela avvelenata.

Il decreto pubblicato dal Diario Oficial il 18 ottobre, spazza via tutte le giustificazioni previe dell'occupazione violenta di terreni contadini nella selva Lacandona. Le truppe non vigilano più su una strada che nessuno costruisce, né sulle risorse naturali della Reserva de la Biosfera in tutti i modi aperta al mercato nero delle specie. Le centinaia di soldati d'istanza nel territorio usurpato agli tzeltales stanno lì per creare un nuovo San Quintin tra gli indios, e per affrancare una volontà bellica che i messicani hanno ripudiato il 2 luglio, e i chiapanechi il 20 agosto.

Prima di "legalizzare" l'operazione, l'Esercito federale agiva già come padrone dei terreni. L'edificazione permanente di strutture da guerra, in pietra, cemento, tondino e ferro, è un insulto al popolo messicano, ed uno scandalo internazionale. Cosa segue? Prima, "espropriazione" era un atto dignitoso, una rivendicazione della proprietà del popolo. Ora è la misura della meschinità e della menzogna. Significa "spoliazione": puro newspeak di uno Stato che si restringe rapidamente, ma tuttavia colpisce.

Ovviamente qui non si tratta di nessuna "campagna contro l'Istituzione Armata" come suggerisce il Comando della VII Regione Militare squalificando le opposizioni con questa misura. È un reclamo di giustizia (e non quella applicata dal primo giudice di Tuxtla Gutiérrez, Josè Neals Andre Nalda, che ha rifiutato l'amparo alla querela agraria degli ejidatari di Amador Hernandez affinché le loro terre venissero loro restituite).

Giustizia elementare. E se no, quale cambiamento?

Rivista Ojarasca

Hermann Bellinghausen, Eugenio Bermejillo, Yuriria Pantoja Millan, Ramon Vera Herrera

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(tradotto dal Consolato Ribelle del Messico - Brescia)



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