MUNICIPIO AUTONOMO IN RIBELLIONE RICARDO FLORES MAGÓN

14 LUGLIO 2000, CHIAPAS, MESSICO

Al Popolo del Messico

Ai Popoli del mondo

Alla stampa nazionale e internazionale

Sorelle e fratelli:

Nuovamente abbiamo bisogno di alzare le nostre voci perché la guerra continua ad esistere ed a assediare le nostre comunità indigene in resistenza di questo territorio autonomo e ribelle.

Oggi lanciamo un nuovo appello perché volgiate il vostro sguardo verso la Selva Lacandona, perché vi rendiate conto, perché ricordiate che i potenti, i governi federale e statale, continuano ad essere impegnati nell'annientamento di questo nostro popolo degno e ribelle, perché non si è venduto, perché non si è lasciato ingannare, né si è piegato, perciò tentano di distruggere la nostra memoria, la nostra eredità, perché ci dimentichiamo il perché abbiamo lavorato, perché ci siamo uniti e perché lottiamo. Lanciamo un appello a quegli occhi attenti agli avvenimenti politici della nostra patria, vi parliamo perché ricordiate, perché vediate che la guerra continua e s'incrementa in modo contrario alle dichiarazioni del governo, dei politici e dei mezzi di comunicazione.

Vi diciamo che la militarizzazione a Ricardo Flores Magón continua ad avanzare, così come in altre zone della Selva Lacandona. Anche se, l'Esercito federale ha rispettato la sospensione dell'attività il giorno 2 luglio, è vero pure che ha approfittato del momento e della pubblicità della campagna elettorale, per distrarre l'attenzione e aumentare i loro effettivi, le loro posizioni e le caserme militari nei giorni precedenti e seguenti alle elezioni, così come pure sono aumentati: la tensione, i pattugliamenti militari, le violazioni ai diritti umani e si è rafforzata l'idea che i governi continuano a puntare sulla soluzione militare del conflitto. Perciò, di nuovo il mal governo utilizza la bugia, nuovamente la voce dei potenti del denaro e della politica continua a parlare di dialogo e di pace, mentre nella realtà le nostre comunità sono di giorno in giorno sempre più militarizzate, assediare, minacciate e paramilitarizzate. Ogni giorno aumentano i nostri morti, come da 500 anni fa, da sei anni fa continuano a poco a poco a costruire il loro regno del denaro con il sangue indigeno, con il sangue ribelle.

Però noi, come da 500 anni, da sei anni, continuiamo a resistere, continuiamo ad essere indigeni, continuiamo a lottare e a lavorare per tutte e per tutti, continuiamo a seminare dignità e speranza, continuiamo facendo vivere i nostri morti.

Il 28 giugno sono entrati nel nostro territorio 66 veicoli militari, diversi, che si sono parcheggiati nell'accampamento militare di Ocotalito nella periferia nord della riserva dei Montes Azules (nella vallata di Tumbo). Il 9 luglio sono arrivati altri 40 veicoli con lo stesso destino, tutti provenienti dall'infame quartiere militare di Toniná, vicino ad Ocosingo. Questi veicoli con i soldati si sono poi distribuiti di nuovo per tutta la zona con la scusa della riforestazione, ma in effetti stanno pattugliando tutte le strade e si infilano su per i sentieri o le strade battute in formazione da commandos e non hanno né vanghe, né alberi, ma armi, equipaggiamento di comunicazione e d'identificazione, cioè la missione di armare ed addestrare nuovi e vecchi gruppi paramilitari che operano nella regione.

Oggi 46 veicoli militari, con un numero non identificato di soldati, si sono posizionati nella comunità di Lacandón, nella quale - come avevamo già informato - era possibile la presenza di un gruppo paramilitare, non ancora attivo. La presenza dei militari in questa comunità conferma la sua esistenza e il lavoro antiguerriglia che sta portando avanti l'Esercito federale. Circa 2.000 effettivi, di quelli che sono arrivati in questi giorni, si sono spostati alla comunità Lacandona di Menzaboc. In questi giorni abbiamo avuto la conferma che effettivamente i paramilitari di Taniperla, Tulijá e Bulsijá sono in possesso di armi automatiche di alto calibro, M-16, di equipaggiamento di comunicazione e di divise militari, che sono stati trasportati in veicoli speciali durante gli ultimi due mesi e che ogni gruppo ha circa 40 di queste armi.

Il 29 giugno un commando di circa 10 paramilitari della comunità di Taniperla, che operano sotto la protezione della Polizia di Sicurezza Pubblica e dei soldati federali che hanno invaso le terre ejidali, hanno preparato un'imboscata nel tratto di strada di terra battuta Taniperla - Monte Líbano, all'altezza del torrente Zaquiljá. Questi paramilitari portavano divise di colore nero di taglio militare e portavano i suddetti fucili d'assalto M-16. L'imboscata è stata frustrata quando sono stati sorpresi da contadini basi d'appoggio mentre montavano il loro piano. Nel luogo dei fatti si è trovato una cartuccia di proiettile calibro 223 o 5.56 mm. Gli individui non sono stati identificati, dato che non c'era luna e era una notte buia.

L'11 luglio più di mille effettivi dell'Esercito federale si sono sistemati nella comunità di Chamizal, all'interno della Riserva dei Montes Azules. Oltre ad essere aumentati in modo impressionante e essersi appostati nelle caserme di Monte Líbano e Taniperla, sono pure arrivati 2.000 effettivi della polizia giudiziaria e di sicurezza pubblica il 6 luglio nell'accampamento di Chancalá, che sebbene non sia nel nostro territorio, è la porta d'entrata ad est verso Palenque e da lì l'Esercito federale coordina gli accessi ed i pattugliamenti verso Tusiljá, Santa Domingo e Rio Usumacinta. Corre la voce, e spesso in queste terre la voce di morte diventa realtà, che 5.000 altri soldati, arriveranno nella comunità di Palestina per installare un accampamento militare di grandi dimensioni, oltre ad incrementare la forza dei gruppi paramilitari che già esistono lì.

Questa è la parola autentica di ciò che succede nelle nostre terre, è la condanna di morte che il mal governo invia come risposta alle nostre giuste richieste. Voi potete venire a vedere la realtà nelle nostre terre, potete venire con il cuore aperto per guardare e sentire l'ingiustizia in cui ci fanno vivere. Potete venire a comprovare che oggi la selva è verde e oscura, non per i suoi alberi o per le notti tropicali, ma perché oggi hanno dipinto la selva con il verde olivo di blindati, truppe e caserme militari, che fanno della selva un'ombra di morte e distruzione con l'infamia delle loro armi, con la prostituzione, la droga, l'alcolismo e la persecuzione.

La guerra continua, la povertà e l'oblio che ci assassinano di giorno in giorno in maniera silenziosa e senza sosta mentre si profila la minaccia militare; però oggi diciamo pure che il camminare del nostro popolo avrà continuazione, continuerà.

Queste azioni militari sono dimostrazioni chiare che il mal governo continua a investire risorse, idee e sforzi nella contro-ribellione, nella guerra di sterminio. Continua ad andare avanti con la sua strategia paramilitare, continua ad estendere l'accerchiamento delle nostre comunità in degna resistenza e ribellione. Non è un caso che nella maggioranza dei punti dove sono state queste nuove truppe militari, siano state verificate l'azione e la presenza di gruppi paramilitari con armi di alto calibro. Le nuove posizioni in Chancalá, Chamizal e probabilmente presto in Palestina, rafforzano una parte importante dell'accerchiamento militare che non hanno potuto concludere a causa delle nostre costanti denunce e dei nostri sforzi, grazie al cuore autentico di migliaia e milioni di fratelli e sorelle della società civile che appoggiano la nostra lotta, che combattono da differenti posti l'ingiustizia, l'esclusione e lo sterminio in qualsiasi delle loro forme.

Gli effettivi della Polizia Giudiziaria, di Sicurezza Pubblica, e Federale Stradale e d'Immigrazione in Chancalá, confermano la presenza della forza paramilitare della Polizia Federale Preventiva nello stato di Chiapas, che, anche se non usano la loro divisa, non significa che non ci siano. E si sa che questa nuova istituzione è un raggruppamento di violenza e repressione contro il popolo, e sappiamo che la PFP riunisce tutte le altre organizzazioni, come è stato pubblicato nella stampa. Inoltre, la presenza e il rafforzamento di nuove e vecchie posizioni militari intorno alla Riserva dei Montes Azules e la Zona Lacandona, in Chamizal, Lacandón, Monte Líbano, Palestina e Ocotalito confermano l'intenzione di sgomberare la nostra comunità, base d'appoggio zapatista di questa zona, per presumibilmente salvare le ricchezze naturali dalla depredazione, però in realtà vogliono escluderci da ogni beneficio, vogliono controllarle loro per poterle svendere a mani straniere: cose come il petrolio, il legno, gli animali, le piante medicinali, i brevetti biogenetici che esistono sul nostro territorio, per consegnarlo alla Pemex e privatizzarla, per darli a imprese del legname, a gruppi potenti, a imprenditori del turismo e chissà chi altri ancora. E tutto questo senza lasciare niente alle nostre comunità, regalandoci solo l'allontanamento dalle terre, la depredazione del legname, la contaminazione petrolifera e il servilismo turistico.

Sorelle e fratelli del Messico e del mondo, noi non possiamo vedere e sentire altra cosa nei nostri cuori che il rifiuto per un sistema neoliberale che continua, che si trucca cambiando nomi e volti; non possiamo sentire altra cosa perché i nostri villaggi e le nostre comunità indigene hanno vissuto resistendo dalla loro nascita fino alla morte per malattia, per fame, per miseria, per violenza intestina e i nostri cuori hanno sentito fin dal loro primo respiro l'aggressione e il rifiuto per il loro pensiero, la loro cultura, la loro lingua, il loro colore. Non possiamo sentire altra cosa che il rifiuto per un sistema che c'impongono i potenti, i grandi del potere politico e economico, il rifiuto per il sistema dei liberi mercati finanziari e speculativi che depredano, distruggono e omogeneizzano l'umano, che limitano la libertà, che riducono la democrazia ad un processo elettorale, che disprezzano il diverso, che sfruttano chi ha meno, che impoveriscono la maggioranza dell'umanità a beneficio di pochi, che distruggono e insieme contaminano il nostro pianeta, la terra, la nostra madre.

Non possiamo neanche cadere nella trappola dei cambiamenti, delle bugie dei potenti, del mal governo perché continuiamo a vivere questa miseria, questo rifiuto, questa guerra silenziosa. Non possiamo venire ingannati dai mezzi di comunicazione e dalla retorica politica perché noi solo vediamo che nelle nostre terre, nei nostri territori autonomi in ribellione ogni giorno ci sono più soldati e se arrivano i cambi, però arrivano più truppe federali e se arrivano appoggi, sono però per i gruppi paramilitari.

Noi vediamo solo crescere l'ingiustizia e la violenza di un esercito federale che protegge i grandi interessi economici e viola tutti i diritti del popolo, e il denaro non si investe in educazione, in salute, in case, in produzione per una vita degna, ma in armi, in soldati, in pubblicità inutile, in campagne politiche o riscatti bancari. Noi viviamo sempre con più morti; viviamo sempre con più fame, viviamo con la mancanza dei servizi di base di salute, educazione, acqua potabile, salario giusto, opportunità per uno sviluppo autentico del popolo e della sua cultura; viviamo con la mancanza di rispetto e di opportunità per la nostra diversità; ci rincresce perché ogni giorno che passa ci tengono sempre meno in conto, perché bloccano il nostro diritto ad incamminarci verso uno sviluppo autonomo per prendere nelle nostre mani il futuro del nostro popolo indigeno.

Pertanto continueremo a resistere, continueremo nella ribellione, continueremo nella costruzione del nostro Municipio, continueremo librandoci sulla morte, vincendo la povertà, rompendo dipendenze, denunciando la guerra, preparando il cammino per arrivare al diritto di tutte e tutti, dei nostri popoli indios, continueremo cercando l'autonomia, la sovranità del paese, i diritti delle donne, il rispetto delle differenze. Continueremo a lottare e a difenderci di fronte a tutto e di fronte a tutti.

Così, noi, uomini e donne autentici, uomini e donne della terra e del mais, continueremo a camminare nelle ombre della notte per far nascere la ribellione, per far nascere la vita degna. Noi, indigene e indigeni, continueremo a camminare alla luce della luna, continueremo a camminare con allegria per costruire nell'ombra la speranza.

Ribadiamo che in questo Municipio Autonomo e Ribelle continuiamo impegnati nel cammino della pace giusta e degna, con la volontà autentica di risolvere il conflitto con negoziati che attacchino le cause autentiche e profonde della povertà, dello sfruttamento, dell'ingiustizia e dell'esclusione. Però siamo anche disposti a continuare a lottare con tutto, con più forza, se continuano la povertà, lo sfruttamento e l'esclusione, se continuano le bugie e le simulazioni, la violenza, la militarizzazione e la contro-ribellione, venga da dove venga.

Perciò, sorelle e fratelli, vi informiamo una volta ancora di questa guerra silenziosa contro di noi, che continua e s'incrementa. Vi chiamiamo ancora una volta a non dimenticare la storia, a non dimenticare che le cause e ragioni della nostra lotta non si sono risolte, né qualcuno se ne è occupato. Vi chiediamo di difendere i vostri diritti, i diritti di tutti e di tutte, ad esigere rispetto, ad esigere la pace giusta e degna per nostri popoli indios, il rispetto degli Accordi di San Andrès, a esigere la smilitarizzazione del paese. Vi chiamiamo a continuare il cammino rimanere uniti nella costruzione di un mondo più umano, dove ci stiano molti, tutti i mondi, dove tutte e tutti abbiamo un posto, dove le culture si possano sviluppare in libertà.

Libertà, Giustizia e Democrazia!

Consiglio Autonomo

ENLACE CIVIL, A. C. - 20 de Noviembre no. 36 - Barrio de Mexicanos - San Cristobal de las Casas - Chiapas

enlacecivil@laneta.apc.org - http://www.enlacecivil.org - http://laneta.apc.org/mailman/listinfo/enlacecivil-l


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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