La Jornada 11 gennaio 2000

Si puniranno i responsabili delle sterilizzazioni forzate verso degli indigeni

ONG ha denunciato pratica simile in donne del Guerrero

Angeles Croce e José Juan di Avila - Mentre la Segreteria della Salute ha annunciato che realizzerà un'inchiesta sulla sterilizzazione forzata denunciata da quattro indigeni della Costa Chica del Guerrero e di aver dei responsabili sui quali si applicherà la legge, organizzazioni della difesa dei diritti umani hanno assicurato che questo non è un caso isolato, dato che nel 1999, circa 200 donne hanno denunciato di essere state obbligate a sottostare alla chirurgia per limitare loro diritti riproduttivi.

Il titolare della dipendenza, José Antonio González Fernández, ha affermato che il governo federale riconferma il rispetto alla libertà di decisione delle coppie, che siano bene informate e preferiscano il metodo anticoncezionale che loro più convenga.

Intervistato al termine della presentazione del programma Annuale di Salute 2000, il funzionario ha commentato che questo sarà un tema della riunione del consiglio nazionale che si realizza in questa settimana e alla quale partecipano i titolari del ramo degli stati.

Nel caso del Guerrero, ha detto, "capiremo quello che è successo, in che istituzione". La politica del governo messicano "è molto chiara... non può imporsi a nessuno e tanto meno in questo tipo di condizioni per controllare le nascite, perciò noi non siamo favorevoli a questo tipo di pratiche", ha aggiunto.

Inoltre, ha segnalato che informerà l'opinione pubblica che se sarà necessario si applicherà la legge ai responsabili.

Nei giorni scorsi, la Commissione di Difesa di Diritti Umani del Guerrero ha informato che commissioni mediche della Segreteria di Salute hanno praticato una vasectomia a quattro indigeni del Guerrero in cambio di 500 mila pesos, abbigliamento, scarpe e cibo che mai hanno ricevuto. Inoltre, i lavoratori della Ssa hanno minacciato gli indigeni di rinunciare ai benefici di Progresa e Procampo se non avessero accettato di sottomettersi alla chirurgia.

Organizzazioni di difesa dei diritti umani intervistate sul fatto, hanno detto che questo caso accaduto in un ospedale di Ayutla, nella Costa Chica di Guerrero, non è l'unico, dato che solo l'anno passato sono stati documentati 200 casi di donne, principalmente indigene, che hanno sofferto violazioni verso i loro diritti riproduttivi.

Anche durante la visita del titolare dell'Alto Commissario pre i Diritti Umani dell'ONU, Mary Robinson, donne indigene di 15 stati del paese hanno consegnato alla funzionaria una relazione con i casi "verificati" di messicane obbligate a sterilizzazioni forzate, hanno riferito Pilar Sánchez e Julia Escalante, rappresentanti di Catolicas por el Derecho a decidir e K´inal Antzetik, rispettivamente, organizzazioni orientate verso la difesa dei diritti riproduttivi.

Escalante ha detto che benché durante l'incontro con Robinson non c'è stato un impegno per dare soluzione a questi casi, ci si è accordati per presentare una relazione dettagliata su questo in febbraio, quando visiterà il Messico un relatore speciale dei diritti umani dell'ONU.

Da parte sua, Pilar Sánchez ha detto che sulla situazione dei quattro indigeni mixtecos la Commissione Statale dei Diritti Umani di Guerrero già ha emesso un avviso al governo di René Juárez Cisneros­ dato che è la prima volta che si ha conoscenza di una operazione di sterilizzazione forzata di questo genere.

Entrambi gli attivisti hanno segnalato che le loro rispettive organizzazioni promuoveranno un'inchiesta sulla violazione ai diritti riproduttivi che hanno subito Sabino Francisco Peredo, Felipe di Gesù Morali, Vicente Lauro Catalino e Antonio Francisco Leobardo.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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