MESSICO 9 MARZO 2000

ALLA COMUNITA' EUROPEA

ALLA SOCIETA' CIVILE ITALIANA E ALLE SUE ISTITUZIONI

ALLE UNIVERSITARIE ED AGLI UNIVERSITARI ITALIANI

Il Messico, un paese dove secondo cifre ufficiali il 49% - in realtà il 56% - della popolazione vive in condizioni di povertà e povertà estrema, sta vivendo un conflitto, guidato da studentesse e studenti universitari, che pone in discussione la giustezza di una politica educativa che risponde al principio fondamentale del neoliberismo selvaggio, vale a dire, la privatizzazione delle istituzioni per l'istruzione pubblica gratuita, nel caso specifico quello dell'UNIVERSITÀ NAZIONALE AUTONOMA DEL MESSICO ( UNAM). L'opposizione alla privatizzazione nasce da due principi sociali basilari: da un lato le istituzioni pubbliche di un paese in via di sviluppo garantiscono una certa mobilità sociale che genera e permette maggiori aspettative di miglioramento della qualità della vita per molti messicani e di conseguenza per la società stessa; dall'altra l'ingresso all'università per migliaia di giovani appartenenti ai ceti meno abbienti non sarebbe possibile se la nostra università non si uniformasse con la norma fondamentale contenuta nell'articolo 3 della costituzione paragrafo 4 "tutta l'istruzione che lo stato impartirà sarà gratuita".

La privatizzazione dell'università non rappresenterebbe solamente un'ingiustizia sociale; un modello di istruzione che risponda alle necessità del mercato, si trasforma in un servizio al miglior offerente perdendo di conseguenza tutto il suo fondamento etico, sociale, politico, pedagogico, scientifico e umanistico, convertendosi semplicemente in mercanzia e non in un progetto che costruisca e migliori la realtà, che contribuisca alla soluzione dei problemi sociali, che permetta l'inclusione ed eviti qualsiasi tipo di esclusione, che prepari e formi donne e uomini impegnati e produttivi a beneficio proprio e altrui.

E' chiaro agli occhi di tutti che consegnare l'università pubblica ai principi formali e pragmatici del mercato, non solo violerebbe un diritto costituzionale, ma cosa ancor più grave, rappresenterebbe un passo indietro nello sviluppo delle vie che portano a equità, progresso sociale e verso società più giuste.

Il 6 Febbraio del 2000, noi, migliaia di studentesse e studenti messicani, che lottavamo per il rispetto della costituzione e per il diritto fondamentale all'istruzione, siamo stati oggetto di repressione da parte del governo autoritario di Ernesto Zedillo Ponce de León; più di cinquemila tra militari e poliziotti hanno "occupato" la Città universitaria e tuttora sono in carcere 169 prigioniere e prigionieri politici, arrestati durante questo blitz. Ciononostante, siamo consapevoli che questo è solo il primo passo nella lotta per la difesa dei diritti e verso una società più giusta.

Per la difesa del diritto di ogni essere umano all'educazione.

Libertà per i prigionieri politici!

CGH (Consiglio Generale di Sciopero UNAM)

Per contatti:

UNAM Ileana Camacho Cuapio E- mail: icuapio@correoweb.com

Rivista LA GUILLOTINA Jorge Ortiz Leroux - Rogelio Espinosa E -mail: amoc@servidor.unam.mx


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! Per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo-Lombardia)



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