BOLLETINO "CHIAPAS AL DIA" N. 204

CIEPAC, CHIAPAS, MESSICO

8 luglio 2000

CHI È VICENTE FOX QUESADA?

È nato a Città del Messico nel 1942, ma vive più che altro nello stato di Guanajuato. Vicente Fox Quesada ha compiuto 58 anni il 2 luglio, giorno in cui il popolo messicano lo ha eletto a capo del Potere Esecutivo. È figlio di madre spagnola e può governare il paese grazie alla riforma dell'articolo 83 della Costituzione approvato nel 1993, che permette ai figli di stranieri di aspirare alla Presidenza della Repubblica, a partire dall'anno 2000.

Vicente Fox è vedovo e ha quattro figli adottati.

Allo stesso modo degli ex presidenti, Carlos Salinas de Gortari e pure Ernesto Zedillo, Fox si porterà dietro nel suo sessennio i suoi fratelli scomodi, Juan Pablo e Cristobal, coinvolti in reati bancari per un milione 958 mila 963,62 dollari. Inoltre, si dice che lui stesso sia nelle liste del riscatto bancario (scandalo Fobaproa).

A 23 anni, nel 1965, è stato supervisore distrettuale per la multinazionale Coca-Cola e nel 1968 è asceso a gerente regionale. Nel 1971 arriva a diventare direttore di tecniche di mercato di questa ditta e tra il 1975 e il 1979 è presidente della Coca-Cola per il Messico. Quindi, tra il 1979 e il 1988 è direttore generale di Programmazione Strategica del Gruppo Fox. Per vari anni si è dedicato pure alla campagna come piccolo impresario, proprietario di terre e di bestiame.

Nel 1988, a 46 anni, entra nel Partito di Azione Nazionale (PAN) attratto dalla personalità di Manuel Cluthier, quel leader panista che è morto in un tragico incidente durante la sua campana elettorale per la presidenza nel 1988. Dal 1988 al 1991 è deputato federale per Leon, Guanajuato. Nel 1991 è candidato del partito per il governo di Guanajuato che termina in una "concertazione/concessione", in cui PRI e PAN negoziano il posto di governatore consegnandolo ad un terzo: al panista Carlos Medina Plasencia. Alle successive elezioni vince il posto da governatore e governa lo stato di Guanajuato tra il 1994 e il 1999.

Ha studiato amministrazione d'impresa nell'università Iberoamericana che ha terminato nel 1999, due anni dopo aver cominciato la sua campana politica dato che il lancio politico per la presidenza è datato 6 luglio 1997. Ha ottenuto un diploma in alta gerenza nella Università di Harvard, per mantenersi all'altezza di un aspirante alla presidenza.

In 12 anni di militanza politica è passato da deputato, a governatore e adesso a presidente. Così arriva alla residenza ufficiale di Los Pinos con la spinta del "voto utile" che gli regala la "indigestione" sociale e politica dei messicani dei 71 anni di governo priista e gli arriva grazie anche una forte dose di tecniche di mercato politiche. Cosi, le tecniche di mercato, la amministrazione imprenditoriale, la piccola ditta, il rancho e il bestiame fanno tutti parte del profilo del politico che governerà la Nazione. Per molti, Fox è prodotto delle tecniche di mercato.

Di formazione cattolica, educato da conservatori e credente convinto, non partecipa alla cultura panista tradizionale né è stato un forgiatore della storia del suo partito. Si dichiara per uno Stato laico, con una educazione laica.

Fox è stato accusato di essere testardo, capriccioso e intollerante. Per altri, è "populista però simpatico". Però non è un grande stratega, parla molto o troppo e promette tutto cadendo in contraddizione troppo spesso. Senza dubbio, è molto enfatico e reiterato. Accompagna i suoi discorsi con frasi e proverbi popolari, con inoltre un gran linguaggio gestuale. È sicuramente esecutivo, ostinato, volubile, di carattere e pratico. Però allo stesso tempo è persuasivo e inconsistente nelle sue proposte: promette la soluzione del conflitto di Chiapas, il rispetto degli Accordi di San Andres e promette pure molto al settore imprenditoriale e si china di fronte al governo degli Stati Uniti, all'Unione Europea e agli accordi di libero commercio.

Vicente Fox ha il dono della parola e sa manipolare i media e li seduce. Nella sua breve militanza nel PAN ha dimostrato di fare la propria santa volontà più che farsi guidare dal partito. Con la scusa di non ripetere il presidenzialismo con il PAN, desidera adesso slegarsi dal partito e camminare da solo, con le proprie alleanze e criteri. Fox promette un governo includente e continua ad invitare sia priisti che perredisti ad entrare nel suo governo, offerta che provocherà molti opportunismi politici, odi e sospetti da parte di quelli che speravano d'arrivare al potere per accedere agli alti posti politici. Come un buon operatore di tecniche di mercato, eleggerà il suo gabinetto in base ai meriti ed alle capacità invece che in base a criteri politici. O almeno questo ha promesso.

Fox sa che la sua vittoria di deve pure al "voto utile" che gli ha regalato la sinistra. Tutti i settori: i contadini, gli indigeni, gli zapatisti, gli operai, la chiesa, gli impresari, ecc., reclameranno per le promesse che a ciascuno di loro ha fatto in modo contraddittorio. Avrà nemici in tutti i partiti politici compreso lo stesso PAN, cui non si sente legato.

La chiesa cattolica condivide con Fox il suo rifiuto per l'aborto e il suo rispetto per la gerarchia cattolica; quelli di sinistra che gli hanno regalato il "voto utile" condividono con lui soltanto la alternanza al potere; i piccoli e medi impresari condividono il sogno di rialzarsi della crisi; e gli Stati Uniti e la Unione Europea festeggiano l'arrivo della democrazia e degli affari legati al libero commercio. Senza dubbio, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale non condividono la promessa di Fox di non privatizzare il petrolio, l'energia elettrica e l'educazione. Vedremo presto se Fox Quesada mantiene le sue promesse nei prossimi sei anni della sua amministrazione o claudica di fronte al potere della globalizzazione.

Fox si potrà trovare di fronte ad un governo smantellato, come successe a Cuauhtemoc Cardenas quando è arrivato a capo del Governo del Distretto Federale nel dicembre 1997: senza archivi, senza preventivi, senza computer, senza tavoli, né sedie, né matite e con microfoni nascosti nei vari uffici.

Fox comincia già a dare segni di contraddizione:

  1. Ritira la denuncia penale contro il PRI, che aveva trasgredito il segreto bancario denunciando finanziamenti dall'estero per la campana elettorale di Fox.
  2. Si accorda con Ernesto Zedillo per proporre congiuntamente la nuova legge sulle entrate e sulle uscite per l'anno 2001. Ricordiamoci che durante la sua campagna elettorale, Vicente Fox aveva accusato reiteratamente Zedillo e il suo partito di essere corrotti, cattivi governanti, imbroglioni, ecc. Aveva criticato a Cuauhtemoc Cardenas la sua alleanza con il PRI e di concertare con l'ex presidente Carlos Salinas de Gortari.
  3. Le sue forti dichiarazioni contro del PRI corrotto che catturarono le simpatie e che canalizzavano lo scontento sociale contro quello che era il partito di stato, iniziano ad addolcirsi fino a sparire. Vedremo più avanti se, nei negoziati fra Fox e Zedillo, ci saranno nell'agenda i processi politici che per ora continuano contro Oscar Espinosa Villareal, ex reggente di Città del Messico, cosi come contro i governatori di Chiapas, Quintana Roo, Morelos, tra gli altri.
  4. Vuole far sparire dalla scena politica le famose liste del Fondo Bancario di Protezione del Risparmio (FOBAPROA), il che dà un respiro al PRI, a impresari e banchieri che stanno nella lista nera del riscatto bancario più fraudolento che ci sia mai stato nella storia del paese. Respira pure Television Azteca, dato che gli serve, e la sua ditta Elektra, accusate di stare nella medesima lista come d'altronde lo stesso Fox.

Già prima di assumere la presidenza il 1º di dicembre, Fox comincia a prendere la direzione del paese. Il cambio sta già avvenendo. È lui che sta prendendo la direzione del paese e che sta diventando l'interlocutore di tutti gli attori e i settori, nazionali e stranieri: impresari, esercito, organizzazioni sociali, partiti, ambasciate, ecc. È già stato invitato all'insediamento di altri eletti ed è stato invitato pure alla Casa Bianca per ricevere le felicitazioni del presidente Clinton.

Fox si trova di fronte ad una situazione poco chiara per formare il suo governo. Né il PRI né il PRD hanno accettato per ora di collaborare col nuovo governo. Anche alcuni politici del suo partito hanno preso le distanze. Ci starà la società civile?

Nonostante tutto, noi messicani restiamo in aspettativa. Si vorrebbero dei passi in avanti per mettere le basi di un nuovo modello economico, ci si aspetta che ci siano dei cambiamenti politici nel paese in materia di giustizia, di una nuova relazione tra i Poteri dell'Unione, di un approfondimento della riforma elettorale, tra i molti altri cambiamenti pure anelati...

Gustavo Castro

Centro di Ricerche Economiche e Politiche di Azione Comunitaria, A. C. CIEPAC

Membro della Rete nazionale di Convergenza di Organizzazioni Civili per la democrazia


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y de Convergencia de Organismos Civiles por la Democracia


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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