8 DI MARZO IN CHIAPAS: PAROLE DI DONNA

Inés Castro Apreza, SCLC, Chiapas, 8 di marzo

La celebrazione del Giorno Internazionale della Donna per le donne indigene e contadine in Chiapas è una pratica recente, ha solo cinque anni di vita, cioè, nasce dopo l'apparizione pubblica dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) nel 1994.

Tuttavia, queste donne hanno un pensiero proprio in merito a questa data, appreso dall'esperienza di una partecipazione molteplice che conferisce loro una identità particolare: nell'EZLN, nel Coordinamento Diocesano delle Donne - che probabilmente è l'organizzazione che più ha appoggiato "il cammino" delle indigene e contadine in queste terre - e nelle organizzazioni delle categorie di donne lavoratrici, che sono sorte negli anni ottanta e si sono moltiplicate negli anni novanta.

Ho qui alcune di queste voci femminili dei municipi di Tila, Yajalón e Larráinzar, partecipanti alla marcia di oggi che ha riunito circa 8000 donne.

Domanda: Che pensi dell'8 marzo, Giorno Internazionale della Donna?

Tila: L'8 marzo è un giorno speciale, è un giorno molto importante per noi donne. È ora che dimostriamo come donne che stiamo cercando di ottenere i nostri diritti. La mera verità è che sono anni che ho esperienza che non c'è appoggio e non c'è giustizia per la donna.

Yajalón: È la prima volta che io celebro il nostro giorno e che protesto per ottenere i nostri diritti. È da un po' di tempo che siamo quasi uguali, però grazie agli altri che hanno iniziato a lottare per far conoscere il diritto della donna: è per questo che siamo qui. Io penso che ciò è molto carino perché meritiamo che ci riconoscano, che ci rispettino, perché come donne valiamo molto. Molte di noi non conoscono i loro diritti, restiamo chiuse in casa, con i nostri figli, dicendo "io non posso uscire, non ho diritto".

Yajalón (donna di 71 anni): È bello perché siamo riunite qui. Noi donne abbiamo diritto di andare avanti e continuare a lottare. Sono anni che stiamo lottando e camminando. Ci sono molte donne che non vogliono uscire, che hanno paura, però noi non abbiamo paura. Hanno paura perché ci sono problemi con i mariti, litigano, non le lasciano uscire.

Però noi donne ne abbiamo diritto, non solo gli uomini, che arrivano a dire: che razza di assemblea facciamo con le donne? Mi danno della ruffiana e così non arrivano più donne alle riunioni dove partecipo. Da tempo lotto con i vescovi, le madri, sono già andata a Tehuatepec, a Ciudad Guzmán.

Larráinzar: Le donne sono venute per ricordare l'8 marzo, che è il Giorno Internazionale della Donna, per ricordare le donne che sono morte in una fabbrica. È importante per noi ricordarle.

Domanda: Credi che per la donna indigena e contadina sia facile partecipare? la famiglia lo accetta? la comunità lo accetta?

Tila: Molte volte no; bisogna avere molto coraggio per cercare questo diritto, per la gente contadina è difficile, però le donne hanno anche il coraggio di difendersi.

Yajalón: Non è tanto facile per la donna indigena. Hanno problemi perché le hanno sempre detto che non hanno nessuno diritto. Non le lasciano uscire, e poi non hanno denaro per andarsene e continuare a lottare. Come indigeni abbiamo molti problemi. Lavoriamo molto per mantenere la famiglia. Ci dispiace perdere un giorno e molte come me non escono, hanno problemi per questo, ci spiace perdere un giorno perché lavoriamo per avere il cibo. Molte indigene sono in queste condizioni, non possono uscire por questa ragione. Anche i mariti a volte non accettano, sono molto pochi quelli che accettano. Molte delle miei compagne avrebbero voluto venire però i mariti hanno detto di no: che cosa andate a fare? Al massimo andate a fare casino, dicono.

Larráinzar: Le donne indigene, ogni volta che partecipano, sono esse stesse a decidere di farlo. Soffrono un po' perché ce ne sono alcune che hanno figli e sono venute con i loro figli sulla schiena e altre sono rimaste a casa. Soffrono un po', però sono disposte a partecipare. Gli uomini della comunità lo accettano e sanno che è importante che partecipino le donne, è anche un loro diritto.

Queste sono alcune delle voci che oggi partecipano. Susana, di Larráinzar, chiude con un messaggio e con voce ferma: "In tutto il Messico, le donne, gli uomini e i bambini devono continuare a partecipare e a lottare uniti".

Fonte: Kinal Antzetik


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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