In difesa del vescovo Raúl Vera

L'Episcopato rifiuta le osservazioni del Governo

Richiama i religiosi ad essere attenti nelle loro dichiarazioni

 

La Jornada 08 gennaio 2000

 

Claudia Herrera Beltrán ¤ Il segretario generale della Conferenza dell'Episcopato Messicano (CEM), Abelardo Alvarado, è sceso ieri in difesa del vescovo di Saltillo, Raúl Vera, segnalando che le dichiarazioni che hanno motivato il richiamo da parte della Segreteria di Governo non possono essere interpretate come proselitismo, poiché si tratta di espressioni che non sono né nuove né irresponsabili.

"Dire che i partiti politici stanno influendo nel processo di pace (in Chiapas) è cosa ovvia", ha segnalato il gerarca cattolico citando quanto detto da Vera, nel senso che la soluzione al conflitto implica la caduta del potere del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI).

Nonostante, ha ammesso che di fronte alla vicinanza delle elezioni del 2 luglio, i gerarchi cattolici e i sacerdoti devono prestare attenzione ai loro atti e dichiarazioni, perché possono prestarsi a causare confusione e divisione.

Dopo una riunione con giornalisti nella sede della CEM, il vescovo ausiliario di Città del Messico, ha affermato che la posizione di Vera ­ recentemente rimosso dalla Diocesi di San Cristóbal de Las Casas ­ è di gran rispetto e deriva dal fatto che è un vescovo che conosce molto bene la situazione del Chiapas.

Pochi giorni prima di essere spostato nella Diocesi di Saltillo, il vescovo ha dichiarato al quotidiano francese L'Humanité Hebdó che "mentre il PRI continua ad avere il potere, una mediazione nazionale non ha prospettive" per mettere fine al conflitto con l'EZLN.

Alvarado ha affermato che non giudica né discute ciò che il prelato ha detto, però ha considerato che è un suo diritto pronunciarsi sulla situazione chiapaneca. "Parlare del problema della pace in Chiapas ha implicazioni politiche molto serie, perché i responsabili del processo di pace sono tutti attori politici e sociali e, ovviamente, uno degli attori sono il governo e i partiti".

Dire ciò, ha aggiunto, non è fare proselitismo contro o a favore di nessun partito politico né intervenire in politica, ma analizzare la situazione che esiste in un determinato luogo. Inoltre Vera "conosce molto bene la situazione del Chiapas e sa tutto ciò che là accade", ha insistito.

Il giorno seguente il rimprovero della Segreteria di Governo al vescovo, per la sua dichiarazione perché "può essere interpretata come una espressione di proselitismo contro un partito", Alvarado ha accettato che è una buona occasione per ricordare ai ministri che devono prestare attenzione nelle loro dichiarazioni.

Ha segnalato che per evitare confusioni i gerarchi cattolici richiamano i sacerdoti e religiosi perché curino, con particolare attenzione, tutte le loro azioni e parole in relazione all'epoca elettorale che si sta vivendo in Messico.

Ha spiegato che in questo modo, senza dubbio il settore ecclesiastico adempie i propri doveri civici e contribuisce al bene del Messico, ha inoltre difeso il diritto che ha la Chiesa cattolica di orientare il popolo perché è suo dovere guidarlo verso la fede e verso una visione pastorale.

In questo senso, ha enunciato i temi ai quali possono accostarsi i religiosi: sull'importanza che ha la facoltà del voto e sulla transizione democratica che vive il paese; sui criteri morali ed etici che un cittadino deve considerare per eleggere il candidato di sua preferenza, e dell'importanza di conoscere le proposte dei politici.

Ma, ha insistito, con enfasi: "La Chiesa non cerca di trarre profitto da un determinato candidato; ciò sarebbe come dire che la Chiesa pensa solo al proprio interesse e convenienza appoggiando un candidato che la benefici".

La Chiesa cattolica inoltre, ha spiegato, ha qualcosa da dire ed è una voce riconosciuta dal popolo, poiché può contare sulla ricchezza della conoscenza e dell'impegno con il popolo.

Ha inoltre definito come un incidente minore le offese che il deputato priista nel Congresso locale dello Yucat>àn, Gaspar Xiu Cachón, ha proferito contro i sacerdoti, che ha chiamato omosessuali. "E' un sfogo personale", ha affermato.

Il gerarca della Conferenza dell'Episcopato Messicano ha segnalato che non vale la pena esaltare questo incidente, accaduto giorni fa nella capitale dello Yucatàn, durante una discussione sull'assassinio dell'ex governatore Felipe Carrillo Porto, nella quale si giunse alle affermazioni del parlamentare, che diceva che i sacerdoti sono "omosessuali e degeneri", e che inoltre sono appoggiati dalla presidente della Gran Commissione del Congresso, Myrna Hoyos.


(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)



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