San Cristobal de Las Casas, 4 Dicembre 2000

Dal corrispondente di 'Comunicazione Antagonista' con la collaborazione di Estrella Roja-Cesena

Notizie e reazioni dalla stampa messicana

Ieri in Tuxla Gutierrez, il neo-governatore del Chiapas Pablo Salazar Mendiguchia ha affermato in una conferenza stampa che è necessario e conveniente ridurre la densità dell'esercito federale in Chiapas, e che le sette richieste dell'EZLN sono totalmente attuabili e sono da interpretare come un chiaro e reale segnale di pace offerto dall'Esercito Zapatista.

Riferendosi alla richiesta degli zapatisti inerente alla liberazione dei propri prigionieri, il governatore ha affermato che la Procura Generale statale revisionerà caso per caso la situazione giuridica dei prigionieri identificati come zapatisti e che il suo governo darà una risposta adeguata a questa richiesta.

Rispetto alla possibilità di un'amnistia per i gruppi armati il neogovernatore ha tenuto a precisare che con molta attenzione si cercherà di avviare un processo di riconciliazione per chiudere le ferite profonde di questa guerra.

Mentre il nuovo presidente Vincente Fox a Metepec ha espresso il suo ottimismo riguardo alla risposta dell'EZLN sul ritiro delle truppe nelle zone di conflitto, riaffermando la sua volontà di cercare di soddisfare le condizioni poste dall'Esercito Zapatista, iniziando il dialogo affinché si possa lasciare alle spalle la guerra e iniziare lo sviluppo economico e sociale del Chiapas.

Segnali contrastanti provengono dalla comunità di Amador Hernandez, per quanto riguarda il ritiro di truppe, secondo fonti direttamente legate alla comunità indigena, il ritiro parziale di cinquanta soldati viene interpretato solo come un effetto scenografico con finalità mediatiche e non una reale smilitarizzazione della zona.

Il governo del presidente Vincente Fox sta studiando la possibilità di creare una zona bianca o smilitarizzata da uno a cinque Km quadrati che includerà la maggior parte delle tre principali cañadas (vallate) della Selva Lacandona e la regione del Rio Euseba dove abitano la maggior parte dei simpatizzanti e miliziani zapatisti e dove ha sede il comando dell'EZLN.

Di questo progetto se ne sta occupando la SEDENA e il nuovo commissario per la Pace, Luis H. Alvarez; l'obiettivo è di liberare dall'esercito federale e dalla polizia almeno il 6% del territorio chiapaneco, per dare la possibilità agli zapatisti di muoversi con sicurezza, prendendo spunto dal modello colombiano.

Questa cosiddetta zona bianca sarà il primo passo del nuovo governo verso la smilitarizzazione del Chiapas, bisogna ricordare che questo progetto fu una proposta avanzata dall'EZLN durante i dialoghi di San Andrés.

Secondo un documento ufficiale, che il governo di Ernesto Zedillo ha lasciato come memoria dei sei anni di conflitto al nuovo presidente Vincente Fox, il problema della proprietà collettiva della terra e quello dell'autonomia sono alcuni dei punti centrali che presentano difficoltà per l'approvazione della proposta di legge su cultura e diritti indigeni della COCOPA, che sarà quella che Fox invierà al parlamento il prossimo martedì.

Il problema della proprietà collettiva della terra va a contrastare con l'articolo 27 della Costituzione, perché crea un regime di eccezione sul concetto di proprietà privata e sociale previsto dalla Costituzione.

Le ONG esigono ulteriori appoggi per le comunità indigene. Nelle regioni indigene del Messico, la terra si caratterizza per il suo scarso potenziale produttivo e l'inadeguato sfruttamento che espone i terreni a un maggior deterioramento.

E' indispensabile destinare il 15% dei costi sociali ai municipi indigeni per almeno i prossimi 6 anni.

Dal 2001 al 2006 si dovrebbe realizzare un aumento graduale di aiuti per i municipi indigeni, partendo da un 10% il prossimo anno fino a un 30% per il 2006.

Questa richiesta fa parte di un documento che a breve le ONG presenteranno a Fox.

Inoltre in questo documento si appoggia la legge in materia indigena che ha come base la proposta della COCOPA e gli accordi di San Andrés.


San Cristóbal de Las Casas, 5 dicembre 2000

Il segretario di governo Santiago Creel Miranda ha dichiarato che la posizione corretta del governo sulla nuova situazione riguardante il conflitto in Chiapas, sarà più nei fatti che nelle parole: '...non direi altre parole, perché altrimenti cadremmo nel vecchio gioco del governo passato. È sorto un nuovo governo nato dalle urne, un governo democratico che parla con i fatti'.

Creel Miranda ha confermato che oggi l'esecutivo federale invierà al Parlamento l'iniziativa di legge proposta dalla COCOPA, affinché venga discussa, mantenendo ciò che era stato promesso durante la campagna elettorale del PAN.

Inoltre ha dichiarato che il paese è entrato in una situazione inedita, dove il congresso è diviso in varie forze politiche e il PAN (il partito del presidente Fox) non ha la maggioranza in nessuna delle due camere, per questo c'è bisogno di una conduzione politica all'insegna del rispetto del dialogo, con la disponibilità ad ascoltare le varie posizioni contrastanti in uno spirito di ricerca al fine di trovare punti di convergenza per dare soluzione ai problemi nazionali.

Mentre il presidente della commissione di Difesa Nazionale della Camera dei Deputati priista Alfredo Ochoa Toledo e il senatore dello stesso partito Ramon Mota Sanchez (ex generali dell'esercito), considerano che il ritiro dei posti di blocco in Chiapas non significa che l'esercito messicano si stia ritirando dalle zone di conflitto.

Riguardo all'annunciato viaggio in febbraio nel DF della delegazione zapatista, i due militari in ritiro, considerano che non è rilevante che gli zapatisti si presentino incappucciati, in quanto sostengono di conoscere già l'identità di tutti: ciò che è importante è che non vengano armati.

La leader nazionale del PRD, Amalia Garcia, sostiene che è fondamentale che il governo federale compia gli accordi di San Andrés, anche se bisogna sottolineare che gli accordi sono solo la base di partenza per la soluzione del conflitto in Chiapas.

La Rete dei difensori dei diritti umani delle comunità indigene ha assicurato che oggi nelle carceri del Chiapas e di Tabasco ci sono quasi cento prigionieri zapatisti, arrestati in conseguenza delle politiche di 'controinsurgencia' del governo di Zedillo e del governatore del Chiapas Roberto Albores .

I processi penali sono tutti viziati da irregolarità che violano i diritti umani, specialmente per quanto riguarda il giusto processo, questo si riflette nel fatto che centinaia di persone restano in prigione anche quando non esistono elementi comprovanti la loro colpevolezza.

Molti di questi processi si basano su autoconfessioni e accuse inverosimili.

per Comunicazione Antagonista

Armando


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