Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Al Popolo del Messico

Ai popoli ed ai governi del mondo

Di fronte al nuovo titolare del Potere Esecutivo federale, l'EZLN definisce la sua posizione rispetto alle possibilità di soluzione pacifica della guerra.

  1. L'EZLN ribadisce la sua disponibilità a cercare, trovare e seguire il cammino del dialogo e del negoziato pacifici, per arrivare alla fine della guerra e iniziare la costruzione di una pace giusta e degna con i popoli indios del Messico.
  2. L'obiettivo del dialogo e del negoziato è arrivare ad accordi e rispettarli. Tanto il dialogo come l'adempimento degli accordi sono solo possibili se si costruiscono su basi di fiducia e credibilità. Le parti devono dimostrare che sono degne di fiducia e che sono credibili nei loro impegni.
  3. L'EZLN, lungo i suoi sette anni di vita pubblica (e i 17 di esistenza), ha dimostrato che la sua parola gode di credibilità, siamo orgogliosi di rispettare la nostra parola. Lo accreditano non solo la nostra storia, ma anche la nostra attuale disponibilità al dialogo.
  4. L'EZLN richiede al governo federale segnali concreti che dimostrino la sua disponibilità al dialogo e al negoziato, il suo impegno ad arrivare ad accordi e a rispettarli e la sua ferma decisione di costruire la pace con i popoli indios del Messico.
  5. I segnali che richiediamo sono:
    1. Rispetto degli Accordi di San Andrés: in concreto, la trasformazione in legge dell'iniziativa elaborata dalla Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa).
    2. La liberazione di tutti gli zapatisti detenuti nelle carceri del Chiapas e di altri stati.
    3. Smilitarizzazione. Il Signor Vicente Fox, durante la sua campagna e in tutto il periodo posteriore al 2 luglio 2000, ha offerto il ritiro delle Forze Armate federali dal territorio zapatista e il ritorno dell'Esercito alle posizioni che occupava prima dell'inizio della guerra.

Da ieri l'Esercito ha iniziato una serie di movimenti che riducono i punti di controllo (posti di blocco). Questi movimenti, fino a dove arriva la nostra informazione, non modificano il numero e la densità di truppe federali dentro alla cosiddetta "zona di conflitto"; questi movimenti potrebbero essere interpretati come una semplice tattica propagandistica che cerca di presentare come ritiro quello che è solo una riduzione dei punti di controllo, però possono anche essere interpretati come l'inizio di una maggiore smilitarizzazione.

L'EZLN, facendo uno sforzo, li valuta come un segnale di disponibilità a impegni maggiori.

L'EZLN sa che la richiesta dell'opinione pubblica nazionale e internazionale è il ritiro totale dell'Esercito, però considera che è anche suo dovere offrire segnali della propria disponibilità al dialogo e alla soluzione pacifica del conflitto.

Le diverse forze militari e di polizia governative occupavano, fino il giorno 1º dicembre del presente anno, 655 punti geografici in Chiapas, di questo totale, corrispondono all'Esercito federale 259.

L'EZLN richiede il ritiro e la chiusura di sette di queste 259 posizioni, come condizione per riallacciare il processo di pacificazione.

  1. Amador Hernández, in questo caso, inoltre dovrà venire annullato il decreto d'esproprio dettato da Zedillo
  2. Guadalupe Tepeyac
  3. Rio Euseba (vicino al Aguascalientes di La Realidad)
  4. Jolnachoj (vicino al Aguascalientes di Oventik)
  5. Roberto Barrios (vicino al Aguascalientes di questo luogo)
  6. La Garrucha (vicino al Aguascalientes di questo luogo)
  7. Cuxuljá (vicino alla comunità Moisés Gandhi)

Questo ritiro deve essere completo e non essere sostituito da qualche altro corpo militare o di polizia (sia statale o federale), non deve mascherarsi con allontanamenti geografici dai punti segnalati, vale a dire, ritirare non vuole dire "spostare indietro di alcuni metri". Qualsiasi nuova posizione militare o di polizia, statale o federale, sarà considerata come una burla e annullerà tutti i segnali.

Nel momento in cui questi segnali siano stati dati, l'EZLN farà arrivare al commissario di pace del governo federale e all'opinione pubblica, una lettera dove proporremo luogo, data e agenda per un primo incontro diretto tra il commissario governativo e la direzione zapatista.

In questo primo incontro diretto, la direzione zapatista proporrà l'inizio formale del dialogo e del negoziato per la pace giusta e degna in Chiapas tra l'EZLN e il governo del Signor Vicente Fox.

Con la semplicità e la fattibilità di queste richieste, l'EZLN dà una chiara dimostrazione della sua disponibilità autentica a continuare fino alle ultime conseguenze, vale a dire, fino alla fine della guerra, il cammino del dialogo e del negoziato.

La ripresa del dialogo tra governo federale e EZLN è possibile, sono necessari fatti chiari da parte dell'Esecutivo federale e disponibilità dell'EZLN al dialogo, però non sono sufficienti. E' necessaria anche la mobilitazione della società civile nazionale e internazionale.

Per tutto questo, lanciamo un appello speciale a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, in Messico e nel mondo, perché si mobilitino esigendo la concretizzazione di questi segnali e la ripresa del dialogo.

Democrazia!

Libertà!

Giustizia!

Dalle montagne del Sudest Messicano

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, dicembre del 2000


(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)

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