2 luglio 2000

Alternanza: i pericoli di una parola magica

CHOMSKY

Anche in Messico quel che si vuole nascondere è l'esistenza di una "dittatura imprenditoriale"

JIM CARSON - DAVID BROOKS - WASHINGTON

Per Noam Chomsky, le elezioni in Messico, vinca chi vinca, rappresenteranno un cambio minimo o nullo, giacché non si modificherà la struttura di potere reale. L'alternanza, afferma, come principio isolato da una proposta di cambio a fondo, potrebbe risultare più un'illusione che un passo democratico reale.

L'alternanza come principio, considera Chomsky, è una questione "delicata", su cui la storia offre lezioni divergenti. "Ci sono due sensi. Se l'alternanza presenta l'illusione di una democrazia che funziona, allora è dannosa. E' meglio sapere che uno ha di fronte un sistema totalitario, così può lottarci contro. D'altro canto, se l'alternanza apre di fatto uno spazio per il dibattito, la discussione di opzioni di politica reale, allora si genera qualcosa di differente. Uno deve misurare entrambi i fattori, l'illusione versus le opportunità. Però, l'illusione può provocare una riduzione delle opportunità. La lotta reale deve essere contro l'intero sistema".

Chomsky, considerato uno dei principali critici del neo-liberismo, padre della linguistica moderna e appassionato fustigatore della politica statunitense, segnala che il principale interesse dei centri del potere mondiale - gli Stati uniti e l'imprenditoria multinazionale - è che elezioni come quelle messicane siano "trasparenti e giuste", proprio per occultare l'esistenza di "una dittatura imprenditoriale" non solo in Messico, ma negli Stati uniti e in gran parte del mondo.

"Vogliono che le elezioni siano percepite come giuste, perché vogliono che la dittatura imprenditoriale sia percepita come giusta", precisa.

Gli interessi più poderosi, aggiunge, desiderano che le elezioni, in Messico e dappertutto nel mondo, siano considerate legittime, perché vogliono che il potere sia percepito come legittimo e, di fatto, preferirebbero che rimanesse completamente occulto.

Noam Chomsky sottolinea che non si stanno mettendo in questione gli interessi del potere reale con gli attuali processi elettorali. "Chi, in queste elezioni messicane, sta votando per il Fmi e la Banca mondiale? Voteranno i messicani nelle elezioni nordamericane del prossimo novembre? Là risiede il potere reale", si risponde da solo. E continua: "Per qualunque cosa stia votando la gente, risulta essere piccolo e marginale, e come si può decidere fra le differenze piccole e marginali? Bene, questo dipende dalle opportunità che offrono quelle opzioni per minare l'intero sistema dell'oppressione".

Per quelli che si accontentano solo dell'alternanza, Chomsky avverte che l'argomento per essere valido "dovrebbe essere presentato onestamente: si sta proponendo che la perdita di opportunità conseguente alla scomparsa di una dittatura esplicita lasci come risultato il fatto di avere due cavalli con un solo fantino", dice riferendosi a casi dove esistono due partiti in alternanza, ma ambedue promuovono essenzialmente le stesse politiche di fondo, e cita come esempio classico la Colombia.

Allora non significa gran cosa il cambio di partito al potere, come potrebbe avvenire in Messico? "In realtà, considero che ha i suoi svantaggi - risponde - ma anche i suoi vantaggi. Se uno vede quello che sta succedendo un po' dappertutto, perde l'illusione di una democrazia che funziona. Non so quanti in Colombia credono di avere una democrazia che funzioni bene, ma da fuori questa è l'immagine che se ne ha".

Su questo caso in particolare, Chomsky evidenzia che la Colombia ha praticato l'alternanza per quarant'anni ma che è difficile percepire le differenze reali fra i candidati, due cavalli e un solo fantino secondo la definizione di un ex-presidente, e questo non ha rappresentato nessun cambio reale per il popolo di questa nazione.

Il politologo indica anche l'esempio degli Stati uniti, dove l'alternanza al potere è sinonimo di democrazia."Credo che uno dovrebbe avere chiaro che la legittimità può essere qualcosa di molto negativo. Parliamo delle elezioni negli Stati uniti, che non sono rubate e fondamentalmente non sono corrotte. Ecco, questo dà un senso di legittimità che mina la libertà e mina la democrazia, giacché occulta una realtà, ossia che solo un settore molto ridotto della popolazione definisce il voto: gli interessi imprenditoriali che finanziano le campagne politiche".

E la constatazione, come mise in luce il politologo C.Wright Mills negli anni '50, che il bipartitismo statunitense si risolve in realtà in un solo partito imprenditoriale ma con due fazioni.

Chomsky afferma che negli Stati uniti, per esempio, "se esistesse un solo partito imprenditoriale, ci sarebbe più opposizione. Senza questa finzione, ci sarebbe più opposizione alle politiche che si portano avanti. L'elettorato statunitense ha abbastanza chiaro che in realtà non gli vengono offerte delle vere opzioni politiche, ed è per questo che la metà della popolazione non vota".

Chomsky aggiunge che l'illusione di una democrazia negli Stati uniti viene cancellata ogni volta che esiste un interesse imprenditoriale comune.

"Su qualunque tema in cui la comunità imprenditoriale si trovi unita, anche se la popolazione è totalmente contraria, i candidati finiscono per unirsi", dice. E porta l'esempio del Nafta o di qualunque altro accordo commerciale internazionale, che provocano l'opposizione maggioritaria della popolazione ma vengono favoriti dai vertici politici e dai grandi mezzi di comunicazione.

Pertanto, quello che vogliono i potenti sono "forme di democrazia controllate dall'alto, dove le strutture tradizionali di potere rimangono intatte e se questo è rivestito di legittimità formale, può essere dannoso".

*La Jornada (tradotto e pubblicato su il manifesto del 2/7)


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