Gruppo paramilitare "Paz y Justicia" sequestra un indigeno

nella zona Nord del Chiapas

28 gennaio 1999 - informazione di Margarita Plaza

Tre indigeni chóles sono arrivati a San Cristóbal de las Casas la mattina del 26 gennaio. Arrivavano dalla zona nord. Venivano in cerca di solidarietà. Di fronte alla stampa hanno parlato in nome della vita, dei loro diritti di indigeni, della pace giusta e degna: "Che finiscano le aggressioni miliari e paramilitari contro le comunità indigene".

Hanno denunciato che il 18 gennaio 1999 il loro compagno Antonio González Méndez che si incaricava dello spaccio cooperativo "Arroyo Frío", che si trova nel centro del capoluogo municipale di Sabanilla è stato portato via dalla sua comunità pretestuosamente da un individuo identificato come Juan Regino, della località Anexo Pasijá de Morelos. Questa è stata l'ultima volta in cui Antonio Gonzáles è stato visto. Da quel momento non se n'è saputo più nulla.

Fino ad oggi le numerose incursioni militari e le azioni impuni dei gruppi paramilitare nello Stato del Chiapas hanno fatto sì che numerose famiglie abbandonassero la propria comunità. E' il caso degli abitanti di El Paraiso che il 19 gennaio scorso hanno già compiuto due anni di esilio.

Ricordano che il gruppo paramilitare Paz y Justicia ha agito insieme alla Polizia di Sicurezza Pubblica e alla Polizia Giudiziaria. Appoggiati da due elicotteri della Procura Generale della Repubblica, durante un battuta di caccia conclusasi con la morte di un bambino, alcuni feriti, colpiti da proiettili e con tutta la popolazione sfollata dalle proprie terre e dai loro campi di caffè.

Le loro case e le loro proprietà sono state distrutte dai paramilitari che si sono appropriati di 300 ettari di terreno ejidale fertile che era di loro proprietà. Adesso i paramilitari stanno raccogliendo i circa 22 ettari di campi di caffè, con il consenso delle autorità rappresentate dal primo reggente del comune di Sabanilla, Diego Martínez López, lo stesso dirigente del gruppo paramilitare.

Il primo rifugio della popolazione sgomberata è stato Nueva Asunción Huitipas. Lì sono rimasti per circa 16 mesi, ma un nuovo attacco di Paz y Justicia li ha costretti a installarsi nel villaggio Revolución, nel municipio di Tila.

Lì vivono in pessime condizioni. Non hanno niente. Nemmeno il minimo necessario per vivere in condizioni umane. La mancanza di terre per la produzione ha fatto sì che le 2.000 persone esiliate soffrano fame e malattie. Quest'anno le ha attaccate la malaria. I bambini, innocenti dalla cattiveria degli adulti, subiscono le conseguenze della mancanza di cibo e medicine. Non hanno scuola e per colmo i paramilitari tengono bloccate le strade. Di modo che quando qualcuno si ammala gravemente non c'è modo di passare l'accerchiamento. La morte viene per loro, senza dare importanza agli anni di vita.

Nel frattempo i paramilitari, anch'essi indigeni, con secoli di sfruttamento sulle spalle, obbligati dal potere, ricevono ricompense per i loro crimini, assassinii, attacchi e sequestri.

La scomparsa di Antonio Gonzáles è un nuovo attacco del gruppo Paz y Justicia contro i villaggi, dicono nella loro denuncia gli indigeni chóles rappresentanti dei rifugiati della colonia El Paraíso. Chiedono che le autorità competenti intervengano perché il loro compagno sia liberato. Perché si eliminino i posti di blocco di Paz y Justicia e terminino le ostilità paramilitari contro le comunità della zona nord.

Hanno denunciato l'installazione di un posto di blocco paramilitare lo scorso 23 gennaio, su un terreno vicine al ejido Shushupá, a circa 8 chilometri da Sabanilla. In quel punto si impedisce il libero transito, si minaccia e si commette ogni tipo di arbitrarietà contro le comunità indigene.

Tutto questo mentre i preparativi per la Consulta convocata dall'EZLN, in relazione ai Diritti dei popoli indigeni e contro la guerra di sterminio, stanno unendo sempre più persone non solo in Messico ma anche nel resto del mondo e gli indigeni zapatisti si preparano per uscire dalle loro comunità per visitare i 2.418 municipi ufficiali che esistono nel paese. I rifugiati di El Paraíso vedono in questa nuova azione del gruppo paramilitare Paz y Justicia contro uno dei loro compagni, l'inizio di una campagna che ha come obiettivo quello di impedire la partecipazione dei popoli chóles alla Consulta Nazionale del 21 marzo.

Per questo chiedono la "più ampia solidarietà" della società civile perché esiga che finiscano le aggressioni militari e paramilitari contro le loro comunità.


(tradotto dall'Associazione Ya Basta! Per la dignità dei popoli e contro il neoliberismo - Lombardia)



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